18 Marzo 2022 - 16.01

Cosa significa Ucraina? Da Bob Dylan a Spock, da Spielberg a Dustin Hoffman passando per Bulgakov e Gogol

Nel mentre assistiamo sgomenti alle immagini che ad ogni ora del giorno ci giungono dalle città ucraine violate, squassate delle bombe russe, forse non ci rendiamo conto di cosa rappresenti questa terra nella storia europea.
Già il suo nome ci fornisce una chiave di lettura, perchè Ukraina significa letteralmente “al margine” oppure “sul confine”, e questo è stata per tutti i secoli della sua storia millenaria.
Diciamoci la verità: fino a poco tempo fa quando pensavamo all’Ucraina la vedevamo come una terra di estese pianure coltivate a grano, mais e girasole, spesso confondendola con la Russia, ed associandola all’immagine stereotipata del grigiore post sovietico.
Dimenticando così che si tratta di una straordinaria terra di cerniera fra Est ed Ovest, in cui per secoli si sono incontrate, ed hanno convissuto e dialogato culture diverse e composite; ebrea, polacca, armena, tatara, asburgica.
E per questo anche terra di frizioni, di contrasti, di contrapposizioni culturali, e da appassionato di storia, credo sia impossibile capire quello che sta succedendo in questi giorni senza rileggere la vicenda dei rapporti del comunismo sovietico con gli ucraini.


E questa storia racconta che a partire dal 1927 Stalin impose la collettivizzazione forzata delle terre attraverso la istituzione delle fattorie collettive (kolchoz e sovchoz). Questa decisione ebbe un impatto particolarmente devastante in Ucraina per la presenza più diffusa che nel resto della Russia del ceto dei piccoli contadini proprietari (kulaki). L’Ucraina era considerata già allora il granaio d’Europa.
Morale, fra 1932 e 1933, il 70% delle fattorie venne collettivizzato con la forza. L’opposizione degli ucraini ai provvedimenti comunisti fu molto coraggiosa, favorita anche dal forte senso patriottico della popolazione: i contadini, a cui veniva tolta la propria terra (fra il 1932 ed il 1933 il 70% delle fattorie venne collettivizzato) si rifiutarono di consegnare i raccolti, arrivarono persino ad uccidere il bestiame pur di non darlo ai kolkoz.
La repressione stalinista fu particolarmente feroce, tanto che portò allo sterminio per fame di almeno 4 milioni di persone (ma qualcuno arriva anche a stimare 7/10 milioni), di cui un terzo bambini, e chi non fu fucilato fu lasciato letteralmente morire per fame.
Nessuno ne parla più, però quello ucraino fu il secondo genocidio dopo quello degli armeni ad opera della Turchia.
Il regime sovietico, anche dopo la caduta di Stalin, non fece mai alcuna autocritica per lo sterminio dei kulaki, e io credo che la forza e la determinazione con cui uomini e donne stanno opponendosi in questi giorni alle armate di Putin, siano anche il frutto di quel risentimento ancora presente nell’animo del popolo ucraino.
Di tutto Putin ha forse tenuto conto quando ha dato il via libera all’aggressione, ma sicuramente non della tradizionale vocazione all’eroismo, della straordinaria capacità di sacrificio, e del particolare attaccamento alla propria terra di questo popolo “di confine”.
Un popolo di contadini attaccati alla propria terra, che ha però saputo offrire al mondo personaggi che, nati in Ucraina o discendenti di fuoriusciti ucraini, sono diventati famosi in tutti i campi.
Provo a ricordarvene qualcuno.

Partendo da Bob Dylan, un’icona della musica pop degli anni ‘70/’80, i cui nonni furono costretti ad emigrare dall’Ucraina ai tempi dei pogrom antisemiti.
E poi Steven Spielberg, i cui antenati erano di Odessa, tanto che nel 2006, quando il regista ha visitato Kiev come produttore del documentario sull’Olocausto ucraino-americano “Name Your Name”, quando scese dall’aereo disse: “Sono a casa”.
Anche la famiglia di Dustin Hoffman era di stirpe ebraico-ucraina.
Ucraine erano anche le origini dell’attore Jack Palance.
Immagino che molti di voi ricordino il dottor Spock della mitica serie Star Trek; ebbene il suo interprete Leonard Nimoy era anch’esso di etnia ucraina.
E analogamente ucraino era Andy Warhol, l’artista che creò la Pop Art.
Note anche sui nostri schermi le attrici Milla Jovovich, e Vera Farmiga anche loro con genitori ucraini.
A Kiev nacque anche Vaclav Nizinskij, che fu un vero talento del balletto.
Ma si possono citare anche Solomia Krushelnytska, soprano con eccezionale estensione vocale, che dopo aver stupito per il suo talento, alla fine delle esibizioni presentava al pubblico le canzoni ucraine, e Sonia Delaunay che rivoluzionò l’arte e la moda nel XX secolo.
Fra i grandi scrittori, ucraini o di origine ucraine furono Michail Bulgakov (nato a Kiev), Nikolay Gogol (nato a Poltrava), Joseph Roth, e Joseph Conrad (nato in Podolia).
Fra gli sportivi credo non ci sia nessuno che non conosce Andriy Shevchenko e Sergej Bubka.
Andando alla scienza, da ricordare certamente Pietro Kapica, premio Nobel per la fisica nel 1978, la cui madre era di nobile famiglia ucraina, e Waldemar Haffkine il batteriologo che creò il vaccino contro il colera e la peste.
Non tutti figli illustri dell’Ucrania brillarono per i loro talenti. Meglio qualcuno come Andrej Romanovič Čikatilo fu un vero e proprio esempio negativo, in quanto fu un serial killer soprannominato il “Mostro di Rostov”, “Cittadino X”, “Lo squartatore rosso” e “Macellaio di Rostov”. Fu accusato dell’omicidio di ben 53 persone (donne, bambini e adolescenti di ambo i sessi) fra il 1978 ed il 1990.
Chiudo questo breve elenco, assolutamente incompleto, con due personaggi che hanno segnato la storia dell’informatica, vale a dire Steve Wozniak che ha fondato Apple assieme a Steve Jobs, e Max Lavchin co-creatore nella Silicon Valley del sistema di pagamento Pay Pal.


Per concludere l’Ucraina per tanti di noi è solo un nome sulla carta geografica, più che un Paese con una grande storia.
E il posto delle ragazze belle, bionde e con gli occhi azzurri, e delle badanti buone che assistono i nostri vecchi.
Ciò che ora sappiamo, dopo tre settimane di guerra, è che l’orgoglio e il coraggio appartengono agli ucraini, quanto il delirio di onnipotenza a Putin.
Quindi l’Ucraina è un paese che, come abbiamo visto, ha dato molto all’umanità, e se aiutata a rimanere una nazione indipendente e sovrana, saprà sicuramente dare ancora di più.
Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA