11 Marzo 2020 - 9.48

Confimi Industria Vicenza chiede al Governo misure straordinarie


La situazione per le aziende si fa ogni giorno più difficile, anche alla luce dell’estensione delle restrizioni sull’intero territorio nazionale: «Un primo tema – commenta Flavio Lorenzin, presidente di Apindustria Confimi Vicenza – è il numero sempre più elevato di lavoratori costretti a rimanere a casa per la procedura di sorveglianza sanitaria domiciliare, senza che possano dimostrare con il tampone di non essere contagiosi». Le criticità maggiori, però, riguardano le aziende che esportano: «Sta diventando molto difficile consegnare le merci – racconta Lorenzin – perché anche se queste possono circolare, soprattutto gli autotrasportatori stranieri non vogliono venire nelle zone più colpite dal contagio, un po’ per paura, un po’ perché temono di non poter poi rientrare in patria. E anche quando consegnano le merci, le aziende non possono mandare i propri tecnici e montatori presso i clienti, così molte commesse, soprattutto nell’ambito delle macchine utensili e dell’impiantistica, rimangono bloccate. E naturalmente non vengono pagate. Se a questo aggiungiamo le difficoltà di approvvigionamento di molte componenti, difficoltà che ormai non riguardano più solo la componentistica prodotta dalla Cina, è fin troppo evidente che molte aziende si troveranno costrette a fermarsi. E il danno economico, esattamente come il virus, si propagherà esponenzialmente, colpendo tutti i subfornitori. Il rischio è quello di trovarci tutti con una valanga di insoluti tra un paio di mesi, per consegne mancate e per cronica carenza di liquidità da parte delle aziende».

Così, proprio sulla liquidità si concentrano le richieste di Confimi Industria al Governo: «La prima richiesta è per un piano straordinario di credito alle imprese, con l’erogazione immediata di prestiti per almeno 18 mesi e fino a 150 mila euro.  Ma lo Stato deve assicurare liquidità alle aziende anche attraverso la leva fiscale: occorre sospendere le tasse per le imprese nelle zone più colpite, ma intanto sarebbe già utile attivare la compensazione immediata di tutti i crediti con la Pubblica Amministrazione».

E poi occorre fare il possibile per puntellare il mercato interno: «Dobbiamo far ripartire i consumi – commenta ancora Lorenzin – e un modo potrebbe essere ridurre temporaneamente l’aliquota iva dal 22% al 19% e dal 10% all’8% per gli acquisti effettuati presso rivenditori e produttori con sede in Italia. Parallelamente, è necessario chiedere e ottenere la deroga al patto di stabilità e usare una parte delle risorse così liberate per rilanciare finalmente i cantieri e le infrastrutture».

L’altro tema centrale riguarda i lavoratori: «Le aziende più direttamente colpite devono poter ricorrere agli ammortizzatori sociali con modalità semplificate, in deroga alle normative in vigore, perché i periodi di “astensione dal lavoro” non devono gravare né sui lavoratori né sulle aziende. E allo stesso tempo occorre ampliare i permessi per i congedi parentali, a tutela delle famiglie»

Infine, la semplificazione amministrativa: «La burocrazia rischia di soffocare qualsiasi intervento di sostegno che dovesse essere attuato: occorre quindi procedere di pari passo con una reale e concreta azione di semplificazione per quanto riguarda gli adempimenti delle imprese e in generale i rapporti tra aziende e Pubblica Amministrazione».

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