27 Marzo 2021 - 10.57

Caos vaccini a Padova, intervenga Zaia

Caro Presidente Zaia,
devo darle atto che da quando è iniziata la pandemia Lei non si mai risparmiato nel raccomandare ai cittadini veneti il rispetto delle disposizioni anti contagio, esortando quasi ossessivamente ad evitare qualsiasi forma di assembramento.
Mi scusi, ma Lei come le definirebbe le scene, ampiamente documentate da video e foto pubblicate sui media, accadute venerdì sera al padiglione 6 della Fiera di Padova?
Mi è venuto da pensare: ma come, adesso è la Regione Veneto ad organizzare gli assembramenti?
Perdoni l’evidente forzatura, ma le code cui abbiamo assistito, da un lato ricordavano le tristi file dei tempi di guerra con i cittadini alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, dall’altro quelle più “gioiose” di attesa per un concerto, solo che venerdì sera l’obiettivo non era un posto “sotto palco” vicino alla rock star, bensì una siringa contenente una dose di vaccino anti Covid.
Certo si trattava della prima serata di vaccinazione straordinaria notturna, certo i cittadini, forse presi dell’euforia vaccinale, non hanno rispettato l’orario assegnato, presentandosi in massa con largo anticipo, ma una macchina rodata com’è la Sanità veneta non poteva non tenere conto di questi fattori.
Non è possibile, non è accettabile, che per iniettare 900 dosi, alle 19 i parcheggi fossero già esauriti, ed alle 21 la coda dei “pazienti (nel senso più ampio della parola) raggiungesse Via Tommaseo, creando addirittura rallentamenti al traffico.
No, Presidente, non è stata sicuramente una buona partenza, e credo che l’intera filiera vaccinale debba essere riaggiustata, proprio alla luce del caos di venerdì.
Tornando al padiglione 6 della Fiera di Padova, è mai possibile che cittadini veneti di 77-78-79 anni, molti accompagnati per ovvi motivi di salute, siano stati costretti ad aspettare il proprio turno bivaccando all’aperto in una fredda serata di marzo, senza sedie o panchine su cui riposarsi un minuto, senza un punto di ristoro?
E’ comprensibile che di fronte ad un tale girone infernale molte persone in attesa si siano infastidite, e siano quindi partite le proteste!
E che gli animi si siano alla fine surriscaldati lo dimostra il fatto che sia dovuta intervenire la Polizia.
Molti “vaccinandi” di fronte a quelle code hanno preferito rinunciare al vaccino, ma va comunque dato atto al personale dell’Ulss 6 che, pur tra tante difficoltà, ha garantito la maggior parte delle vaccinazioni programmate.
Veda Presidente, mi rendo conto che ogni operazione complessa, e sicuramente una campagna vaccinale massiva lo è, all’inizio mostra degli sfasamenti, che ci si augura di poter correggere al più presto.
Ma ci sono aspetti che dei professionisti della sanità devono mettere in conto fin “da subito”, prevedendo ogni conseguenza.
E fra queste, è evidente che ogni tipo di concentrazione in pochi “punti vaccinali” porti inevitabilmente ad assembramenti.
Non è un caso che gli inglesi, popolo che non amo particolarmente ma che rispetto per la loro tenacia e per la loro capacità di organizzazione, stiano vaccinando OVUNQUE, negli stadi, nei supermercati, nei teatri, persino all’interno della Cattedrale di Canterbury.
Immagino già la sua obiezione! La Regione deve attenersi alle regole, che prevedono la sottoscrizione del consenso informato, la registrazione, il rilascio dell’attestazione di avvenuta vaccinazione, e quant’altro la nostra burocrazia fantasiosa riesce ad inventare per rendere la nostra vita, se possibile, più difficile.
Tutto vero, ma, mi permetta, assolutamente incomprensibile in una fase che Lei stesso ha definito più volte “una guerra”.
Suvvia Presidente, in questa nostra Italia abbiamo visto che tutti fanno quello che vogliono, e Lei lo ha toccato con mano quando le hanno negato di verificare se le dosi di vaccino che le erano state offerte fossero vere e disponibili, mentre il suo collega campano De Luca ha appena annunciato di aver concluso un accordo per la fornitura del vaccino russo Sputnik V(sic!).
Quindi prenda il coraggio a due mani, e decida Lei per il meglio.
Per carità, rispetti le regole sulle priorità di somministrazione fissate dallo Stato, ma faccia vaccinare ovunque dove si può, ovunque dove ci sia una sala pubblica idonea. Metta subito in campo i medici di famiglia, gli specializzandi, evitando così inutili spostamenti ai cittadini, soprattutto gli anziani.
Alleggerisca la burocrazia! Basta una firma del vaccinando, e via con la puntura. Tutto il resto lo faccia fare in back office; tanto ragazzi disoccupati ce ne sono molti.
Non credo esista una traduzione in latino per il verbo vaccinare, visto che i vaccini sono stati inventati molto dopo, ma forzando la nota citazione dei nostri antichi progenitori “Primum vivere, deinde philosophari”, la applichi concretamente nella nuova formulazione “Primum vaccinare, deinde philosophari”.
Umberto Baldo

(foto Padovaoggi)

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA