25 Novembre 2021 - 11.08

Austria infelix – Fra cultura e storia formidabili e analfabetismo funzionale

di Alessandro Cammarano

“Bella gerant alii, tu felix Austria nube” – “Lascia che le guerre le facciano gli altri, ti Austria felice sposati”; questo distico, attribuito al re d’Ungheria Mattia Corvino sintetizza i quasi cinque secoli di prosperità dell’Austria, fatta di non tantissime guerre e moltissimi matrimoni capaci di consolidare il potere territoriale e politico.

Gli Asburgo, regnanti dal 1438 al 1918, con l’Impero che si era andato riducendo – dal 1806 – a “semplice” Regno d’ Austria-Ungheria sono in qualche maniera. nel bene e nel male, capaci di garantire a gran parte dell’Europa una sorta di “Pax Romana” accompagnata da una costante fioritura di arti e scienze.

L’Austria è stata, soprattutto dal diciottesimo secolo – sotto il regno di quel gigante politico che fu Maria Teresa – fino alla sciagurata e fatale Anschluss, uno dei fari della cultura europea.

Mozart, Haydn e Beethoven, Grillparzer e Hofmansthal, Rilke e Roth, Zweig e Schitzler, Klimt e Schiele, Mahler e Schömberg, per limitarsi alle arti, perché ci furono anche scienziati del calibro di Doppler.

Ciò detto è innegabile che, come qualsiasi altro paese, la nostra oggi piccola – solo in senso di estensione territoriale, si intende – soffra di un certo qual analfabetismo funzionale che purtroppo tende a fare più scalpore, e di conseguenza notizia, di una grande mostra o di una scoperta scientifica.

Se da noi – con un’amplificazione mediatica spesso eccessiva – le manifestazioni no-vax e no-green pass hanno il più delle volte un sapore più da sagra paesana che altro, anche se tra i boccaloni del “complotto interplanetario” e alle vestali del “non ce lo diconoh!” si infiltrano frange organizzate di persone dalle idee politiche che eufemisticamente si potrebbero definire “discutibili”, in Austria – e per osmosi in Alto Adige – si assiste a scene ed iniziative davvero preoccupanti.

I dati sui contagi e i ricoveri non mentono – se facciano una ragione i negazionisti che inondano i social network di faccine ridanciane che gridano vendetta di fronte ai morti – tanto che Austria e Germania, a causa anche di una percentuale di vaccinati troppo esigua rivivono lo spettro del confinamento cui purtroppo sono sottoposti anche coloro che il vaccino se lo sono fatto e comprendono perfettamente la gravità della situazione.

A seguito di questi provvedimenti draconiani stanno nascendo iniziative terrificanti, manovrate da individui scaltri e capaci di sfruttare la credulità popolare – leggasi ignoranza – capaci di cancellare secoli di progresso nel più buio oscurantismo.

I manifestanti che a Vienna, lo scorso fine settimana, si sono assembrati nel centro storico con gli ombrelli aperti anche se splendeva il sole perché “abbiamo saputo che il Governo farà sorvolare la manifestazione da aerei che spargeranno il vaccino sulla gente” son un po’ come i cugini grulli di quelli che prima del Covid foderavano il cappello di stagnola per fermare le famigerate scie chimiche.

Gettonatissime nell’ex impero, assai più che da noi, le cure “alternative”, che già chiamarle “cure” fa scompisciare dal ridere.

Se le “Hula hoop” – una specie di patatine – avrebbero effetti miracolosi contro il virus, anche lo yoga è seguitissimo da chi non crede al vaccino, insieme al vermifugo equino – questo sì davvero pericoloso – ingurgitato come mentine.

La peggiore di tutte tra le iniziative – già documentata anche in Trentino e in Alto Adige – è quella che riporta alla mente i medievali “Balli della Morte”.

Su Telegram si trovano gruppi e conversazioni di personaggi che cercano positivi al Covid per fare festa insieme, infettarsi, ammalarsi, “guarire” e avere così la certificazione verde senza dover ricorrere al vaccino che “chissà che cosa c’è dentro”.

Peccato che, dopo il contagio e la malattia la sopravvivenza non sia per nulla garantita, ma questo i dementi non lo considerano per niente, tutti presi come sono a fregare il sistema perché loro “mica hanno l’anello al naso”, ma si sa “meglio intubati che schiavi di Big Pharma”.

Amici austriaci, ma anche trentini e sudtirolesi, tornate alla Felicità che fu, vi prego.

Alessandro Cammarano

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA