15 Gennaio 2019 - 13.39

ECONOMIA – La rivoluzione della fattura elettronica

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“La befana la vien de notte con le scarpe tutte rotte, e porta in dote dolci o carbone in base a come ci siamo comportati”. La Befana questa volta porta in dote la fattura elettronica che per molti vuol dire carbone.

E’ fuori discussione che questa novità, forse la più importante in materia fiscale del 2019 non piaccia a molti. Poco interessa a chi ha questa nuova incombenza capire il perché l’esecutivo si sia mosso verso la decisione di adottare la fattura elettronica. Principalmente le motivazioni sono state due. La prima, con finalità ecologiche va nella direzione del risparmio di carta con una conseguente digitalizzazione dei vari procedimenti ed un forte sviluppo tecnologico. La seconda, forse più importante, va cercata nella legge di bilancio 2018 che tra i vari obiettivi si prefiggeva di diminuire il gap tra l’iva stimata e l’iva raccolta, in altre parole limitare eventuali evasioni fiscali. Non si spiegherebbe altrimenti l’obbligatorietà del provvedimento.

Se lo scopo fosse effettivamente quello di limitare l’evasione, ci sarebbe un po’ di miopia da parte del legislatore, perché l’evasione non si perpetua se una fattura viene emessa in maniera cartacea o elettronica, si perpetua nel momento in cui una prestazione soggetta non viene regolamentata dalla fattura ( sia essa elettronica che cartacea). Oppure, cosa ancora più grave, una fattura emessa senza che ci sia prestazione. Di contro non pochi pensieri, in nome di questa forzata digitalizzazione, dovranno sopportare le aziende, già a volte bersagliate dalla troppa burocrazia e da una esagerata pressione fiscale.

Il fisco deve vedere tutto e deve sapere tutto. Per certi versi è anche corretto. Ma non deve dimenticarsi che è facile sanzionare, più difficile è produrre. Bisogna rispettare le regole, sempre, ma bisogna anche rendere la vita meno difficile alle aziende, perché se non ci sono aziende, non c’è ricchezza, non c’è finanza e non c’è fisco. Pagare il giusto e pagare tutti. Semplice da dire difficile da fare. Anche perché il giusto dipende sempre da chi lo determina. Se la fattura elettronica è il primo mezzo per eliminare il sommerso, l’altro sarà quello di limitare sempre più la circolazione del contante. Per fare questo dovremmo tutti essere incentivati maggiormente sull’utilizzo delle carte di debito o di credito per pagare qualsiasi spesa anche la più banale come un caffè. Perché questo avvenga ci vuole una unione di intenti ed una riduzione sensibile dei costi accessori, in modo tale che l’utente sia stimolato a pagare tutto non più con contante e che il negoziante abbia una traccia di tutto quanto incassato.

In conclusione l’unica cosa certa è che i contribuenti ormai sentono sempre più il fiato sul collo del grande fratello fiscale, e per chi già aveva dubbi se continuare o meno nel tenere in vita un’azienda, questa rivoluzione potrà solo essere un incentivo per chiudere definitivamente la serranda.

 

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