27 Aprile 2013 - 10.26

Thiene, perde il lavoro e si prostituisce

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Prostituirsi è la cosa più brutta che può capitare a una donna …. ma se vuoi mangiare …”   E’ questa la drammatica affermazione di una delle tre italiane che da qualche mese stavano esercitando all’interno di un appartamento della palazzina “ROSA DEI VENTI” di Thiene, via Torino 16. La donna, una 45enne della Provincia di Rovigo, riferiva di avere perso il lavoro a fine 2012 e di avere scelto la professione lontano da casa, per non essere riconosciuta. Oltre a lei altre due italiane del thienese.
Già dalla fine del 2012 il continuo via vai di uomini – a tutte le ore – non passava inosservato ed i vicini avevano palesato le loro perplessità in occasione dell’assemblea condominiale.
Recentemente i sospetti erano diventati certezze a causa di un intervento di spurgo dell’impianto fognario, in occasione del quale era stato riscontrato che l’intasamento era anche dovuto alla presenza di una notevole quantità di profilattici usati.
Avuta la notizia, agenti in borghese della polizia locale nordest vicentino iniziavano a raccogliere elementi. In particolare nel pomeriggio di lunedì scorso veniva controllato un cliente che era appena uscito dall’appartamento, che forniva una minuziosa descrizione delle persone e delle tariffe praticate.
Nel pomeriggio di venerdì  la polizia locale decideva di effettuare l’intervento risolutivo. All’uscita di un cliente dall’appartamento, infatti, gli agenti procedevano a perquisizione trovandovi le tre donne all’interno vestite in abiti succinti. Sul comodino della camera da letto venivano trovate le prove dell’attività, costituite da olio e crema da massaggi, salviette umidificate, confezioni vuote di preservativi e, chiaramente, i telefoni con le utenze pubblicizzate nei siti specializzati.  Le donne dichiaravano immediatamente di esercitare la professione per esigenze economiche, lamentando anche un notevole calo del lavoro nell’ultimo mese nonostante i reiterati annunci su internet.
Emblematico il caso di un uomo che, avendo constatato che in corrispondenza dell’annuncio su internet non aveva trovato foto associate (a differenza di altri annunci), aveva contattato il numero in questione proponendosi di fare un servizio fotografico da pubblicare.  Previ contatti telefonici, si era recato nell’appartamento ed aveva “contrattato” il servizio fotografico, assicurando la propria disponibilità ad essere pagato con prestazione sessuale. Le donne avevano poi rifiutato nel timore che le foto potessero poi avere un altro utilizzo da parte dell’uomo.

Sono in corso accertamenti sull’attività di favoreggiamento della prostituzione, per tale motivo l’appartamento è stato posto sotto sequestro.

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