3 novembre 1914, fine di un incubo per le donne

Qualcuno giustamente potrà dire: “Il 1914 fu l’anno dello scoppio della Grande Guerra, dell’inaugurazione del Canale di Panama, etc etc….”. Ma in quell’anno, esattamente il 3 novembre, fu introdotto un elemento del vestiario intimo femminile che ha rivoluzionato lo stile di vita di milioni di donne. E’ considerato uno degli strumenti sexy per eccellezza, ma fino a 100 anni fa non esisteva. Il reggiseno. Era il 3 novembre del 1914, infatti, quando Mary Phelps Jacobs, ricca ereditiera newyorkese, brevettò il primo esemplare di reggiseno: due fazzoletti uniti da un nastro rosa. Si chiamava backless brassiere. Inizia così la fine di un incubo per le donne che fino ad allora erano costrette, per evidenziare le forme, a utilizzare un autentico strumento di tortura, il corsetto. Cambiò soprattutto la prospettiva gravitazionale dei seni che con il corsetto era compresso ed abbassato con tanto di stringhe e stecche di balena. Da allora si cominciò a portarlo verso l’alto e bastarono pochi anni al decolleté per proporsi come elemento rivoluzionario nel cinema hollywoodiano e nella società occidentale. Grazie a questa intuizione la Jacobs (che ai tempi aveva vent’anni) diventò ricca. Il brevetto fu venduto per 1.500 dollari a una società del Connecticut, la Warner Brothers Corset Company che guadagnerà poi, cifre da capogiro. C’è da dire, a onor di cronaca, che qualcuno anticipa l’avvento del reggiseno al 1889 ad opera della francese madame Herminie Cadolle. All’Esposizione Universale di Parigi di quell’anno presentò un «corsetto-seno», tagliato sopra la vita. Dal 1914, fra alti e bassi. Veniva bruciato dalle femministe, dimenticato dalle donne-grissino (vedi la celebre modella londinese Twiggy) fino agli anni ’90 quando il Wonderbra ha iniziato a regalare una taglia in più.