1 Luglio 2020 - 9.53

Crisanti avverte Zangrillo: “Troppa euforia, spero non se ne penta tra due mesi”

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Ha parlato di regole e buonsenso Alberto Zangrillo, ieri sera ospite nella trasmissione Carta Bianca in onda su Rai Tre, riferendosi alle misure anti coronavirus. Immediata la replica di Andrea Crisanti, direttore di microbiologia dell’Università di Padova, che non ha perso occasione per bacchettare in diretta tv il collega. “Io penso che questo senso di euforia ci induce necessariamente ad abbassare la guardia. Ho grandissima stima del professor Zangrillo ma spero che tra due mesi non debba pentirsi di aver indotto atteggiamenti poco coerenti” ha spiegato il virologo. Subito la riposta di Zangrillo che ha sottolineato l’inaccettabilità di quanto appena sentito dal professore, perché lo stava “incolpando di aver detto alla gente liberi tutti. Non è così, non equivochiamo. Ho semplicemente riportato la verità”. Ha poi aggiunto, in tono decisamente provocatorio, che se si vuole da domani chiudere l’Italia in zona rossa si è liberi di farlo.

Poco prima, parlando appunto di buonsenso, il primario dell’Ospedale San Raffaele di Milano, aveva commentato l’episodio del ragazzo in panchina multato per aver portato il cane nel bosco. E anche sulla possibilità di una seconda ondata, i due medici non sembrano proprio avere le stesse idee. Addirittura si è detto indignato Zangrillo davanti a previsioni apocalittiche e scenari senza senso, che servono solo a creare allarmismi e a spaventare la popolazione. Ha inoltre spiegato che “per adattarsi all’ospite, il virus in qualche modo si è modificato e ha perso la sua capacità di replicarsi come qualche mese fa. I tamponi che noi stiamo osservando ci fanno vedere che la carica non è in grado di produrre la patologia”.

Crisanti ha invece paura che rassicurare troppo gli italiani possa avere un effetto controproducente. Anche se ha spiegato:“sicuramente in questo momento chi si infetta non sviluppa sintomi gravi tali da essere ospitalizzato. Gli asintomatici non sono contagiosi? Se è vero che non c’è nessuno in rianimazione, è anche vero che registriamo tra i 150 e i 200 casi al giorno: da qualcuno il virus verrà pur trasmesso”. Non è certo la prima volta che i due esperti si trovano a portare avanti convinzioni diverse. Già a giugno Crisanti si era scontrato con il suo antagonista proprio parlando di seconda ondata in autunno.



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