25 Novembre 2019 - 10.13

Violenza sulle Donne, la strage senza fine

 di Marco Osti

C’era un segno rosso sui volti di calciatori, allenatori e arbitri che sono scesi in campo nel week end. Un segno, che, con la pioggia scesa su quasi ogni partita, è colato a colorare le guance fino al collo e alla maglietta.

Così il calcio italiano, lo sport più popolare e seguito, ha voluto denunciare una delle più tremende e sottaciute e nascoste piaghe del nostro Paese.

Sembrava che tutti piangessero e sanguinassero.

Sembrava che tutti rappresentassero ogni donna colpita, picchiata, violentata o uccisa nel mondo. Sembrava che tutti avessero addosso lo stesso rosso che ha macchiato il corpo di Ana Maria Lacramioara, l’ultima vittima di uno sterminio che colpisce le donne in Italia e nel mondo ogni anno.Anche questa volta una storia in cui l’amore era solo finzione è finita in tragedia, con dinamiche e scene sempre uguali. Il solito appuntamento per chiarire una situazione, il solito maschio incapace di essere uomo, che non accetta una situazione, che non sa assumersi le responsabilità di sue scelte o azioni, che rifiuta la verità, che è incapace di essere adulto, che sa reagire solo con la forza alle sue incapacità, per nasconderle e non farvi fronte.

Il solito comportamento vigliacco di chi non sa affrontare le sue incapacità e per nasconderle riesce solo a ricorrere alla forza contro chi è più debole fisicamente e, spesso, anche socialmente.

La solita storia che imbratta di dolore e morte la celebrazione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, istituita con una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 1999 affinché Governi, Organizzazioni Internazionali e Ong si impegnassero a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica su un dramma senza fine e senza confini.

Il prossimo 17 dicembre ricorreranno vent’anni dall’istituzione di questa ricorrenza, ma i dati dimostrano che le donne nel mondo continuano a essere vittima di gravi e continui episodi di violenza e assassinio.I passi avanti da compiere in materia sono enormi e l’Italia purtroppo non si distingue in positivo, considerando il dato che pubblicò l’Istat lo scorso anno, per cui il 31,5% delle donne in Italia dai 16 ai 70 anni ha subìto nella propria vita “una qualche forma di violenza fisica o sessuale”.

Del resto basta collegarsi al sito dell’Istituto Nazionale di Statistica (https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-dentro-e-fuori-la-famiglia/numero-delle-vittime-e-forme-di-violenza) per verificare che esiste una emergenza sociale che deve essere affrontata senza indugi e sottovalutazioni.

I dati riportati sono quelli dello scorso anno, ma il 2019 registra situazioni analoghe, in cui ogni 15 minuti nel nostro Paese si registra un atto di violenza contro donne. Significa 88 al giorno, con l’80,2 per cento di vittime e il 74% di aguzzini italiani.

In questo contesto Ana Maria Lacramioara è stata la 78ª donna uccisa dall’inizio dell’anno in Italia.Significa che nel nostro Paese è in corso una strage perpetua e senza logica, con quasi due femminicidi alla settimana, nella quale uomini di varia provenienza territoriale e sociale uccide senza pietà e quando non toglie una vita, colpisce con ferocia, ferisce, spezza arti, violenta sessualmente.

Una scia criminale terribile, che spesso si consuma in famiglia, tra mura di casa che dovrebbero essere rifugio e si trasformano in una prigione, dove non esiste alcuna regola o legge, se non quella del più forte.È ora che questa logica della sopraffazione si scontri con un cambiamento concreto nella cultura collettiva, in cui si diffonda l’idea che i più deboli, a partire dalle donne, da vittime ed esclusi devono diventare i primi soggetti da difendere e valorizzare.Una cultura che deve crescere ogni giorno, per dare una vera connotazione civile e inclusiva al Paese.

Per farlo serve partire dai comportamenti quotidiani, piccoli e grandi, di ognuno, in modo da comporre una coesione sociale in cui chi ricorre alla violenza, sotto qualsiasi profilo, anche quello verbale, deve essere lui per primo escluso e combattuto.Solo così potremo trasformare le tracce rosse sul viso di calciatori famosi da trucco scenografico di tragici joker, in vere lacrime per la scomparsa di Ana e di tutte le donne come lei.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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