2 Luglio 2015 - 12.08

VENETO – Rivolta di sindaci vicentini: “L'Anci Veneto è immobile!”

sede anci veneto

Sale la protesta di molti sindaci vicentini stretti fra la spending review e confinati al ruolo di esattori fiscali da parte del Governo, inchiodati dal Patto di Stabilità. Voci di protesta si alzano da diverse municipalità vicentine contro quello che dovrebbe essere il loro ‘organo sindacale’, l’Anci nazionale e l’Anci del Veneto. Di fronte alle scelte draconiane del governo i due organismi, entrambi a presidenza PD (Fassino sindaco di Torino in Anci nazionale e Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano, in Anci Veneto), molti sindaci di Centrodestra battono i pugni sulla scrivania e chiedono coraggio e non ‘connivenza’ ai presidenti, che sembrano proni e silenziosi di fronte alle continue angherie che Roma impone alle municipalità. Il messaggio è chiaro: “Non accettiamo che per ragioni politiche i rappresentanti dei sindaci, coloro che dovrebbero difenderci, stiano in silenzio e non combattano, come è sempre stato fatto per le ragioni del territorio”.
Particolarmente irritato il sindaco di Arzignano, Giorgio Gentilin. “Ci stiamo muovendo come se l’Anci non esistesse più”, ci dice. “C’è il silenzio totale e non arrivano notizie ed iniziative. E’ vero, siamo stati bloccati anche dalla campagna elettorale per le regionali, ma i Comuni i problemi ce li hanno lo stesso e sempre più gravi. Parlo a nome di tanti sindaci, ci si chiede come ci si possa muovere in modo coordinato con le problematiche sul tappeto e dall’Anci Veneto non arriva nessuna iniziativa e risposta. A cosa serve? Migranti, profughi, tasse e pressione fiscale, patto di stabilità sono autentiche criticità che stanno mettendo in ginocchio i presìdi territoriali nella nostra regione e vi è un silenzio colpevole, dal sapore esclusivamente politico. I presidenti Anci del PD non osano e non intendono contestare in modo serio le politiche del Governo. Nel giro di qualche giorno elaboreremo un documento che parte dal basso. Personalmente sono stato nella passata gestione (Dal Negro) responsabile della commissione tecnica regionale per la polizia locale. In mezzo a tante difficoltà e riduzione di risorse qualcosa siamo riusciti a fare nella formazione e nell’aggiornamento. Ora c’è il vuoto totale”.
Incalza il sindaco di Creazzo Stefano Giacomin. “Stiamo valutando la possibilità di dare disdetta da Anci nazionale che è solo attenta a difendere le esigenze delle città metropolitane lasciando scoperta la realtà dei piccoli comuni. Ad Anci Veneto offro ancora una chance, ma sono molto preoccupato, l’anno prossimo se non cambia qualcosa ci ritiriamo. Quando i trasferimenti erariali nei confronti di Creazzo nel 2010 erano di 2.230.000 euro e quest’anno il nostro Comune deve addirittura dare 70 mila euro al fondo di solidarietà dei comuni, non ci siamo proprio. Stiamo finanziando il Governo per finanziare le proprie scelte. Non si tratta di un sacrificio collettivo ma dei Comuni che stanno finanziando la campagna elettorale del governo, il bonus bebè e gli 80 euro, nel completo silenzio di Anci Veneto”. Più cauto ma ugualmente critico il sindaco leghista di Rosà, Paolo Bordignon, ma le critiche non mancano: “Siamo continuamente bastonati e l’Anci Veneto è il nostro ente di coordinamento. E’ un po’ carente da questo punto di vista. Ci manca una regìa a monte da quello che interpreti quello che vogliamo. Vorremo che l’Anci si facesse portavoce dei veri problemi. A noi è delegata la funzione di esattori e il problema dei migranti. Manca un coordinamento e Fassino e Pavanello, nonostante gli incontri ed i tavoli di coordinamento sembrano subire la situazione, come sembrano subirla i prefetti. Anci non fa da filtro, raggiunge intese ma non sigla accordi e solo per motivi esclusivamente politici”.
A. B. – Redazione Tviweb

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA