Senato, via libera definitivo alla riforma della giustizia. Meloni: “Un traguardo storico”

Con 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni, il Senato ha approvato in via definitiva la riforma costituzionale che separa le carriere dei magistrati. È il quarto e ultimo passaggio parlamentare previsto dalla Costituzione: ora la parola passa ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi con un referendum confermativo.
La premier Giorgia Meloni ha salutato l’approvazione come “un passo importante verso una giustizia più efficiente e vicina ai cittadini”, definendola “un traguardo storico e un impegno mantenuto”. Dalle opposizioni, invece, sono arrivate proteste durissime: Pd, M5s e Avs hanno mostrato in Aula cartelli con la scritta “No ai pieni poteri”.
Il leader del M5s Giuseppe Conte ha accusato il governo di voler “scardinare la Costituzione” e “indebolire la magistratura”, parlando di un “disegno per mettere il governo sopra la legge”. Duro anche il dibattito in Aula: il senatore Roberto Scarpinato è stato contestato dai banchi del centrodestra, costringendo il presidente La Russa a richiamare all’ordine diversi senatori.
Toni più sfumati da Matteo Renzi, che ha definito la riforma “una riformicchia”: “Siamo favorevoli alla separazione delle carriere, ma questo testo non cambierà nulla”.
Di segno opposto le parole della vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, che ha rivendicato “la realizzazione del sogno di Silvio Berlusconi”: “Abbiamo restituito equilibrio e credibilità alla giustizia”.
Critica anche l’Associazione nazionale magistrati, secondo cui il governo punta a “giudici asserviti” e mostra “insofferenza verso i controlli di legalità”.













