15 Aprile 2015 - 15.42

REGIONALI – Tosi, House of Cards in salsa veneta

tosi

La marcia di Flavio Tosi verso l’indebolimento del Centrodestra coalizzato intorno a Zaia continua, e la notizia delle ultime ore che vede il sindaco di Verona siglare l’accordo con Area Popolare (UDC + NCD) conferma la polarizzazione di una parte politica non secondaria, almeno in termini di classe dirigente, intorno al leader ex leghista. I sondaggi, per quello che contano, lo danno intorno al 10% e la campagna elettorale non è ancora ufficialmente iniziata, tuttavia sono molti i segnali che lasciano intravvedere rischi molto forti per Luca Zaia e ancora di più per Matteo Salvini – che ha dichiarato che se perde il Veneto si dimetterà -.

La vera domanda è: quale tipo di elettorato riuscirà ad attrarre il primo cittadino veronese? Certamente l’ingresso sulla scena di Tosi scompagina un quadro che, fino a poche settimane fa, sembrava ridursi ad un match tra Zaia e Moretti, rimettendo in gioco tutti quegli elettori che non si sentivano rappresentati dai due contendenti. Un beneficio insomma ci sarà rispetto al rischio, anche qui molto alto, di astensione diffusa. Tosi, soprattutto oggi che ha dato un volto all’assenza di leader nel Veneto moderato, servirà sicuramente a riportare alle urne molti delusi sia del centrodestra che del centrosinistra. Ma tutto questo non basterà al Veneto delle partite iva in crisi, delle aziende che chiudono perché non incassano i crediti con un sistema pubblico elefantiaco, con un esercito di giovani che sopravvive con tre, anche quattro lavori contemporaneamente, con un sistema creditizio che sta perdendo la sua vocazione al sostegno di famiglie ed imprese, tipico della nostra storia, per perdersi nei macrosistemi delle grandi aggregazioni. Non basterà perché ad oggi, di Flavio Tosi si conosce solo il brand veronese, uno stile amministrativo che ha coniugato senso delle istituzioni (il rispetto per il tricolore, non scontato per un leghista) con un lavoro sul tema law and order che ha posizionato la città di Verona come un modello per la sicurezza. Ma il Veneto non è Verona. E il voto dei cittadini delle altre province passa attraverso le scelte che Tosi sta facendo e farà da adesso all’inizio ufficiale della campagna elettorale. La partenza è obiettivamente controversa. L’alleanza con UDC ed NCD fa più bene a Tosi o a De Poli e Zorzato? L’appoggio di Italia Unica di Corrado Passera – che ufficialmente non partecipa con proprie liste alle Regionali – porta valore aggiunto al consenso di Tosi o ne toglie? Ad oggi viene facile pensare che la cordata che lo sostiene sia accomunata più dal non aver trovato spazio nelle coalizioni che si sono formate intorno a Zaia – soprattutto – o alla Moretti, che non da un progetto politico comune o un’idea forte che spiazzi l’offerta politica rappresentata dalla rampante Dem o dal leghista di Treviso. E questa è la vera sfida per Flavio Tosi, far capire ai veneti che il modello Verona potrebbe essere vincente, scegliere come compagni di viaggio liste e soprattutto donne e uomini che possano incarnare un’alternativa sia a Zaia che alla Moretti che non sia quella genericamente antisistema del grillismo, lanciare da subito idee forti e realizzabili in poco tempo per superare la crisi, anche depressiva, di una regione che fino a poco tempo fa era la locomotiva d’Italia.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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