12 Giugno 2023 - 7.19

Provincia: eppur si vota

Finita la prova del Capoluogo, la politica vicentina è già in fermento per i prossimi appuntamenti. Tra circa un anno saranno una novantina i comuni che andranno al rinnovo e già le manovre sono in corso, insieme alle Europee, le prime dell’era Meloni. Ma con ogni probabilità a queste due schede, Comunali ed Europee, se ne aggiungerà una terza per i pochi elettori che decideranno di andare a votare, ed è quella delle Provinciali.

La riforma Delrio, che 9 anni fa ha cancellato le Provincie, si appresta ad andare nell’archivio dell’epopea dell’antipolitica di maniera e il disegno di legge è pronto. I bene informati confermano che le tappe dell’approvazione sono fissate e nei prossimi mesi il provvedimento sarà approvato. Nel 2024 si voteranno anche i Presidenti delle Provincie ed i consigli provinciali, a suffragio universale.

Ma come cambieranno allora le Provincie?

A Belluno e Rovigo è previsto un consiglio di 20 eletti e un presidente che nominerà quattro assessori. A Padova, Treviso, Vicenza, Verona e nella Città metropolitana di Venezia, i consiglieri saranno 24 e gli assessori 6. Il sistema elettorale è maggioritario secco: la lista o coalizione che ottiene almeno il 40% al primo turno è premiata con il 60% dei seggi, nel caso contrario si va al ballottaggio la settimana dopo. Le incompatibilità sono le solite: non si può essere contemporaneamente sindaco e presidente della Provincia, mentre per consiglieri e assessori provinciali non ci sono incompatibilità con i ruoli comunali classici come sindaco, consigliere o assessore.

Per Vicenza significa ricomincio da capo.

Perché il rinnovo del Presidente è avvenuto pochi mesi fa e la riforma fa scattare il countdown per la Casa dei Comuni, che sembra già un cimelio del passato. Ora la sfida potrebbe essere tra il candidato naturale, l’uscente Andrea Nardin e…..non si sa. O meglio, va compresa quale sarà la linea delle diverse coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Nardin ha raccolto consenso da una parte e dall’altra, ma nell’ipotesi che si vada ad un confronto destra-sinistra, se sarà lui, dovrà scegliere un campo. Viceversa, se verrà sacrificato a logiche di più stretta appartenenza, iniziano già a circolare i primi nomi degli aspiranti presidenti, come Roberto Ciambetti o Davide Faccio (Lega), Giancarlo Acerbi o Achille Variati (PD), Mattia Veronese (FdI).

Nel pacchetto delle Provincie però ci sono anche un altro paio di temi delicati su cui c’è stata la convergenza bipartisan: il terzo mandato per i sindaci nei comuni a turno unico (quindi tutti quelli sotto i 15mila abitanti) e il no al terzo mandato per i governatori (quindi niente proroga per Zaia, Emiliano e De Luca).

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