16 Novembre 2015 - 16.19

POLITICA: Nasce 'Veneto in Movimento'

furti ospedale

Quale sistema socio sanitario? Se ne è parlato a Bassano prendendo spunto dalla riforma della sanità proposta dalla Regione Veneto e dei riflessi sul nostro diritto alla salute. La domanda centrale è stata: siamo proprio sicuri che non cambierà nulla, come dice chi sta in Regione? Perché non se ne parla? Perché invece di ridimensionare le Ulss facendole coincidere con il territorio provinciale, non viene “concessa” al nostro territorio l’unica e sola reale opportunità di mantenere il contatto tra struttura sanitaria e territorio attraverso la creazione della Ulss della pedemontana?
L’occasione è stata propizia per presentare la neonata associazione “Veneto in movimento”, associazione di rete civica, su base regionale, fatta da chi non vuole stare a guardare, ma desidera rimboccarsi le maniche per costruire qualcosa di positivo e propositivo per il nostro territorio.
“Veneto in movimento – spiega Silvia Pasinato- è distante dalla politica del governo nazionale, non ne condivide i percorsi né gli obiettivi. La regione veneto è l’istituzione a noi oggi più vicina e alle questioni regionali desideriamo guardare per sviluppare un dibattito, un confronto, una proposta politica. Ciò anche in ragione del fatto che la gestione attuale in Regione ci preoccupa, e non poco: una gestione non positiva, fatta di una maggioranza assoluta leghista, ove anche chi non è della Lega Nord ma è in maggioranza si deve piegare alle decisioni della Lega.
Non vogliamo una gestione Zaia che, come per la riforma della sanità, toglie rappresentanza al territorio, non dà valore al territorio prendendolo in giro con promesse elettorali quando c’è bisogno del voto ma non dimostrando nei fatti gli slogan urlati quando invece c’è la possibilità di incidere con le scelte”.
Organizzata come Veneto in movimento proprio a Bassano la serata ha visto gli interventi politici della Pasinato stessa (responsabile per il territorio della provincia di vicenza dell’associazione) e di Pierluigi Damian (responsabile regionale dell’associazione) e gli interventi tecnici di Gildo Lando (Assessore ai servizi sociali del comune di Rosà) e Renato Mason (ex Direttore Generale ASL Asolo Montebelluna Castelfranco nonché attuale Segretario associazione artigiani CGIA Mestre). Insieme abbiamo analizzato in chiave critica la riforma proposta dalla maggioranza in Regione.
“La posizione di Veneto in movimento è la seguente: riduzione delle usl da 21 a 7, su base provinciale è ridicola: il bassanese ha molte più cose in comune con asolo, con Cittadella anziché con Venezia. Noi proponiamo l’usl della Pedemontana, così da mantenere i servizi nel territorio più vicini ai cittadini e alle loro famiglie. L’Usl della pedemontana è il vero banco di prova del rappresentante in regione eletto nel bassanese: sta a loro far capire a Zaia l’importanza di una struttura vicina a Bassano. Il piano socio sanitario della regione veneto (approvato nel 2012) fissa in circa 400.000 il bacino ottimale di abitanti per una Ulss, e non in quasi un milione come diventerebbe quella di vicenza con bassano degradata a distretto. L’Ulss della pedemontana sarebbe conforme ai principi del piano socio sanitario, a differenza dell’attuale riforma che, nei numeri del dimensionamento, lo disattende in toto. Se si pensa, poi e fra l’altro, che il piano è stato approvato solamente nel 2012 sempre dalla maggioranza Zaia… bè, si capisce che c’è molto su cui riflettere. La riduzione da 21 a 7 Ulss non comporterà una reale e forte riduzione di spesa: la maggior parte dei dirigenti delle direzioni generali delle Ulss che verranno soppresse sono dirigenti medici e continueranno ad essere pagati.
L’Azienda “0” o Ulss “0” è un accentramento di poteri mai visto in precedenza, dove il ruolo di controllore e controllato risiederà nel medesimo soggetto;
La centrale unica di acquisti non è la soluzione per gli appalti di lavori servizi e forniture: meglio un sistema che legittimamente consenta ad una Ulss di “agganciarsi” ad un appalto più favorevole ottenuto da un’altra usl.
La riforma cela un artifizio contabile: spalmare sulle Asl virtuose i debiti di quelle in rosso e delle quali nessuno parla.
Queste sono solamente alcune delle considerazioni sviluppate; la preoccupazione maggiore risiede nella consapevolezza che l’integrazione tra sociale e sanitario, elemento che in Veneto ha fatto la differenza rispetto al resto d’Italia, ha ben funzionato nel bassanese, dove i lavori della conferenza dei sindaci, dei tavoli di lavoro e nel rapporto tra Ulss ed enti locali, hanno sempre prodotto buoni risultati con una grande attenzione alla centralità del territorio.
La cosa che lascia esterrefatti è l’assenza di partecipazione da parte della regione su un tema così importante: pochi soggetti informati, poche organizzazioni coinvolte, poche le persone che sanno di cosa stiamo parlando.
E sembra quasi che non se ne voglia parlare: nel bassanese abbiamo due assessori regionali che, da quando è stata presentata la riforma (GIUGNO 2015!!!!) ad oggi non si sono fatti sentire sulla questione. Sul tema, la maggioranza in regione fa silenzio, non parla, se non per slogan e frasi fatte.
Il nostro obiettivo, in generale, è quello di svegliare, di sviluppare confronti e riflessioni, di presentare buone pratiche. Ci vogliamo alzare in piedi costruendo una rete di cittadini che facciano rumore, che parlino, che diffondano, che non stiano lì a guardare.
Per fare capire alla Lega Nord che non può fare come gli pare!
La grande partecipazione di persone di martedì sera, unita alle numerose adesioni raccolte, fanno ben sperare che qualcosa si stia muovendo.
Veneto in movimento, di cui è referente regionale Pierluigi Damian e per la provincia di Vicenza la sottoscritta, si sta organizzando per essere presente in tutti i comuni della provincia di Vicenza”.

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