20 Dicembre 2022 - 9.33

PILLOLA DI ECONOMIA – A breve si potrà telefonare liberamente in aereo?

Alzi la mano chi non ci si è mai trovato.

Chi, durante un viaggio in treno, non ha mai lanciato almeno un’occhiataccia al vicino che non la smetteva più di parlare ad alta voce al cellulare?

Confesso che, avendo un tono di voce naturalmente alto, mi è capitato più volte di essere redarguito nei treni Tav da altri passeggeri, in qualche caso anche in maniera brusca, del tipo: “Guardi, adesso basta, la smetta che disturba tutti!”.

Ovviamente mi sono sempre scusato, spegnendo il telefonino per non avere ulteriori tentazioni.

Debbo dire che nei primi anni della telefonia mobile in certe carrozze non si riusciva neanche a leggere un giornale, figurarsi schiacciare un pisolino.

Ma con il passare degli anni ho constatato che la gente si è abituata a ridurre le comunicazioni a voce, ripiegando sulla messaggistica.

In fondo è una questione di educazione (e lo dico in primis a me stesso), e chi ha una certa età ricorderà certamente che sui treni e sugli autobus una volta c’erano delle targhette con la scritta “Vietato sputare”, ormai inutili perché i cittadini fortunatamente non indulgono più in questa pratica. 

In definitiva non è che i treni siano diventati “oasi di pace”, ma in linea di massima l’uso compulsivo del telefonino si è alquanto ridotto.

L’ultima oasi di pace, per usare sempre la stessa immagine, sono invece ancora gli aerei, dato che prima del decollo la voce suadente del comandante invita i passeggeri a spegnere le apparecchiature elettroniche, o in alternativa a metterle in “modalità aereo”.

E credo abbiamo fatto tutti quell’”ultima telefonata” ad un amico o ad un parente in cui gli diciamo “sai, sto spegnendo il telefono” seguito dall’immancabile “ti chiamo appena atterro”, con quel tono particolare che spesso sembra sottintendere “se l’aereo non esplode in volo”.

Bene, questa pace pare possa finire, con la “modalità aereo” relegata in soffitta, dato che la Commissione Europea a fine novembre ha aggiornato una decisione del 2008, dando tempo fino al 30 giugno 2023 ai Paesi membri per assegnare ai velivoli le frequenze 5G, la tecnologia di connessione ad altissima velocità, confermando in una nota che “I passeggeri in volo dentro l’Ue potranno così utilizzare lo smartphone al massimo delle potenzialità, comprese le chiamate”

Siete contenti?

Siete fra coloro che proprio non possono fare a meno di restare qualche ora isolati dal mondo?

A dire la verità la mia impressione è che le cose non siano ancora del tutto chiare e tranquille, e come sempre succede di fronte qualsiasi innovazione, anche il mondo dei voli si divide in due fazioni.

Da un lato il Commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton, secondo cui “il 5G consentirà servizi innovativi per le persone e opportunità di crescita per le aziende europee. Il cielo non sarà più un limite quando si tratta di possibilità offerte dalla connettività superveloce e ad alta capacità”, unitamente  alla Iata (International Air Transport Association),  l’Associazione che raggruppa 230 Compagnie Aeree che plaude alla decisione della Ue affermando “Non vediamo perché dovrebbero essere vietate le telefonate dal momento che non compromettono la sicurezza”.

Dall’altro chi chiede una proroga di almeno sei mesi all’assegnazione delle frequenze basandosi sul fatto che le Compagnie telefoniche e l’Industria aeronautica hanno presentato studi contrastanti su come il 5G possa influire sugli altimetri dei velivoli,  e per questo le compagnie aeree stanno frettolosamente aggiornando i loro aerei in modo da migliorare la sensibilità dell’altimetro, o aggiungere schermature metalliche per ridurre le interferenze del 5G.

Fra questi c’è   Shrihari Pandit, co-fondatore e Ceo del provider Internet Stealth Communications,  che ribadisce la preoccupazione conseguente alla “potenza di uscita” di centinaia di dispositivi che cercano contemporaneamente segnale all’interno della fusoliera di un aereo. I cellulari infatti inviano i loro segnali più forti proprio mentre cercano di connettersi con un’antenna, e questo significa che “l’uscita di potenza cumulativa sarà piuttosto significativa”.

Al punto che non è affatto chiaro quale impatto possa avere un segnale così potente per le apparecchiature degli aeromobili e per la salute dei passeggeri.

Non va sottaciuto che gli Stati Uniti sembrano andare in direzione opposta all’Europa, tanto che nel 2013 il tentativo di consentire le chiamate in alta quota è stato bocciato dalle Compagnie e dall’Ente Federale per l’Aviazione (Faa), per l’impatto   che avrebbe sulla qualità del viaggio; tanto che nel 2020 la questione è stata archiviata.

Per completare il quadro va segnalata la preoccupazione, diffusa soprattutto tra i lavoratori delle compagnie aeree, riguardo la convivenza tra i passeggeri a bordo: si teme cioè che la possibilità di fare telefonate e di connettersi a internet potrà aumentare i motivi di insofferenza nei confronti dei compagni di viaggio, e dunque della litigiosità.

Diciamocela tutta.  

Nonostante le Compagnie aeree vedano ulteriori opportunità di business, e la gente lo voglia fortemente e in tempi ravvicinati, qualche ragionevole dubbio sui rischi derivanti dal libero utilizzo dei telefonini negli aerei in volo permane e, sarebbe quanto meno utile che le Compagnie e  le Autorità aeree come l’Agenzia per la sicurezza Aerea (Easa) facessero ulteriori verifiche prima di consegnare definitivamente alla storia l’obbligo della “modalità aereo”.

E voi come la pensate?

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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