2 Agosto 2023 - 9.59

Orsini spacca il Centrodestra veneto: la Lega lo invita, FdI e FI disertano

Umberto Baldo

Otto von Bismarck scrisse che “la politica è l’arte del possibile”.   

Ma sempre nell’ambito dell’agire politico esiste anche una cosa che si chiama “opportunità”, che consiste nel valutare se una certa azione sia o meno adeguata, appropriata, anche conveniente, rispetto al fine che ci si prefigge.

E quando parliamo di libertà di pensiero e di espressione, da liberale impenitente non posso che essere contrario a qualsiasi limitazione o boicottaggio basati su diversità di idee o di vedute.

Ma vedete, molto dipende anche dall’ambito in cui questa libertà di proporre le proprie visioni, qualsiasi esse siano, si deve esercitare.

Faccio un esempio; a casa mia, o al circolo del tennis, posso far venire a parlare chi voglio, senza che nessuno debba trovare qualcosa da ridire.

Ma se invece l’ambito è quello istituzionale, nella specie il Consiglio Regionale del Veneto, allora una qualche attenzione penso sia doverosa rispetto a chi si invita a parlare. 

E quindi non mi si venga a dire che il Presidente del Consiglio Veneto Roberto Ciambetti  non aveva messo in conto mugugni, proteste, distinguo, prese di distanza, diserzioni, quando ha deciso di invitare il prof. Alessandro Orsini a tenere nella sede del “Parlamento veneto” una “lectio-magistralis” sulle relazioni Nato-Russia, tratta dal suo ultimo libro “Ucraina Critica della politica internazionale”, 

Non poteva perché il docente è diventato noto, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, perché considerato dagli ammiratori una voce fuori del coro, e dai critici un filo Putiniano che ha sbagliato i pronostici dell’andamento del conflitto.

Un personaggio talmente divisivo che per la sua sovraesposizione mediatica nel 2022 l’Università Luiss  dopo averne preso le distanze, lo ha sospeso dall’incarico di Direttore del proprio Osservatorio Internazionale. 

E per essere più chiaro, provate ad accedere su Wikipedia alla voce “Alessandro Orsini”; troverete solo questa dichiarazione “Questa pagina è stata oscurata e protetta  a scopo cautelativo a causa di una possibile controversia legale. Verrà eventualmente ripristinata alla fine della vicenda che la riguarda”.

Come dicevo, dati questi presupposti, il Presidente Roberto Ciambetti e il Consigliere Luciano Sandonà dovevano prevedere che ci sarebbe stata una levata di scudi non solo da parte dell’opposizione (i Consiglieri regionali Pd per bocca della Capogruppo Vanessa Camani hanno parlato di “iniziativa inopportuna”), ma anche e soprattutto dalle file della sua maggioranza. 

E così il meloniano Luca di Carlo ha dichiarato: «Prendiamo atto che il presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ambisce a fare il nuovo “Bruno Vespa”».

E annunciando che i cinque Consiglieri regionali di Fratelli d’Italia avrebbero disertato l’iniziativa, ha commentato: “I nostri non parteciperanno alla presentazione del libro e alla lectio magistralis di Orsini, ma non perché si tratti di censura o altro, semplicemente perché in politica la forma è anche sostanza”. 

Quindi una posizione chiara che riassumerei così: se il Governo e Fratelli d’Italiahanno una posizione netta sul conflitto tra la Russia e l’Ucraina,  il comportamento di chi rappresenta il Governo a livello regionale deve essere del tutto conseguente ed allineato.

Non ho trovato prese di posizione di esponenti di Forza Italia, ma è presumibile che fossero allineati nel giudizio negativo, visto che anche loro si sono tenuti alla larga dall’evento. 

Già perché alla Lectio magistalis  del 28 luglio alla fine hanno partecipato solo quattro Consiglieri regionali, tutti esponenti della Lega; i citati Ciambetti e Sandonà, oltre che Roberto Marcato e il consigliere Marzio Favero.     Segnalata anche la presenza di Franco Rocchetta, fondatore della Liga veneta.  

Nessun altro della maggioranza, mentre era completamente assente l’opposizione.

Se i politici, compresi molti leghisti, hanno brillato per l’assenza, non è stato così per l’on line, con 600 utenti a seguire il dibattito sui social network. “Numeri mai visti prima” è stato il commento dell’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale.  

Non mi soffermo sul contenuto della lectio di Orsini, durata comunque un’ora e mezza, dato che le posizioni del professore erano arcinote da tempo, quanto sugli aspetti politici della vicenda.

Partendo dalla domanda più ovvia: ma che necessità aveva Ciambetti di organizzare un incontro con Orsini, sapendo che avrebbe suscitato un vespaio?

Che senso aveva spaccare una maggioranza che da anni e anni governa la Regione su un tema divisivo come i rapporti fra Nato e Russia, e di conseguenza la guerra in Ucraina?

Non gli era noto che il Governo Meloni, di cui il suo Capitan Salvini è Vice Presidente, è fra i più convinti sostenitori dell’atlantismo e dell’aiuto a Kiev?

E per carità non mi si venga a parlare di pregiudizi, di regime, di censura, di libertà di informazione e di parola, di democrazia, perché sono tutti bei concetti che condivido, ma che nella specie si scontrano con il fatto che, come ha dichiarato Di Carlo “in politica spesso la forma è anche sostanza”.

E non si può neanche dire che si sia trattato di un incidente di percorso, perché dell’invito al prof. Orsini se n’era parlato preventivamente in Regione, e Ciambetti aveva toccato con mano la contrarietà degli alleati. 

E a tal riguardo, a cose fatte, mi sembra eloquente il silenzio assordante di Luca Zaia su quanto accaduto in Consiglio.

Ma allora perché?

Impossibile dare una risposta esaustiva, ma viene il dubbio che certe posizioni della Lega del Veneto, che nel 2016 (con la deliberazione n. 103 del 18.5.2016 del Consiglio Regionale) arrivò ad invitare il Governo italiano “a riconoscere la volontà espressa dal Parlamento di Crimea e dal popolo mediante un referendum” e a «chiedere l’immediato ritiro delle inutili sanzioni alla Russia che stanno comportando gravi conseguenze all’economia del Veneto, i cui effetti sono destinati ad essere irreversibili e duraturi nel tempo”, siano ancora in qualche modo latenti nella componente veneta del Partito.

Allora ci fu chi parlò di Venetikstan, evidenziando che con la sopra citata delibera la Regione Veneto, unica in Occidente, aveva di fatto riconosciuto l’annessione russa della Crimea, mettendosi sullo stesso piano di Cuba,  Corea del Nord, Kirghizistan, Uganda, Nicaragua, Zimbawe,  Siria e Sudan  (nemmeno la Cina ha mai riconosciuto l’annessione della penisola ucraina).

Adesso si cerca di glissare sull’argomento, ma tutti ricordiamo che anche Matteo Salvini  aveva difeso Putin dopo l’invasione russa della Crimea, e nonostante le misure sempre più repressive imposte dal regime a dissidenti e stampa.  E come negli anni avesse inoltre elogiato lo Zar Vladimir più volte, indicandolo come punto di riferimento per i Paesi d’Europa (sic!) 

A settembre 2022 la svolta, in una intervista a Bloomberg, nella quale il Capitano dichiarò: “La mia opinione su Putin è davvero cambiata durante la guerra perché quando qualcuno inizia a invadere, bombardare, inviare carri armati in un altro paese, beh, tutto cambia”.

Forse sarebbe il caso che questo cambio di rotta, questo lodevole ripensamento, Capitan Salvini lo manifestasse anche ai suoi amici veneti!

Umberto Baldo 

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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