18 Marzo 2021 - 9.36

Noi europei ed i vaccini: “Béchi e bastonà!”

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di Stefano Diceopoli

Non è la prima volta che a Tviweb parliamo di vaccini, e sicuramente non sarà neanche l’ultima.
E non mi riferisco solo alla sospensione temporanea del vaccino Astrazeneca, che determinerà comunque un vulnus alla campagna vaccinale in corso, perchè certe paure è facile suscitarle nei cittadini, ma poi è ben più difficile fugarle. E credo di non sbagliare nell’affermare che in buona parte degli italiani rimarrà una certa dose di “diffidenza” nei confronti del vaccino anglo-svedese, nonostante i dati che via via vengono resi noti dimostrino che, quanto ad effetti collaterali di tipo trombolitico, Pfizer ed Astrazeneca si equivalgono.
Ma è un altro l’aspetto che rende l’affaire vaccini una situazione in cui lo stesso Kafka avrebbe fatto fatica a raccapezzarsi, e mi riferisco allo scontro fra Stati, consumato sulla pelle di milioni, se non miliardi, di donne e uomini.
In un altro editoriale di qualche giorno fa, sempre su Tviweb, si ragionava su come i vaccini siano diventati anch’essi lo strumento politico di un nuovo imperialismo.
Certo non potevamo illuderci che la pandemia riuscisse a instillare nei Governi un po’ di raziocinio, che riuscisse a cancellare di colpo il duro confronto geopolitico, ma non potevamo certo immaginare che desse vita ad un contesto che non ho timore nel definire di pura “idiozia”, in cui spiace dirlo la figura del “pirla di turno” rischia di farla l’Europa.
Cerco di spiegarmi meglio.
Gli Stati Uniti stanno procedendo come un treno nella campagna vaccinale, tanto che l’obiettivo dichiarato, e a questo punto credibile, è che il prossimo 4 luglio tutti i cittadini statunitensi (circa 330 milioni) saranno stati immunizzati.
Come ciò sia possibile lo capisce anche un bambino: le Big Pharma sono per lo più americane, e logicamente sono più inclini a fornire le dosi ai propri concittadini.
L’Europa arranca, e non so trovare termine migliore, semplicemente perchè ha evidenti difficoltà a reperire i vaccini.
Una persona dotata di normale senno sarebbe portata a pensare che se le forniture di Pfizer o Moderna o Johnson&Johnson risultano insufficienti, con il rischio di prolungare alle calende greche la campagna vaccinale, logica vorrebbe di rivolgersi ad altri Stati in grado di fornirlo un vaccino, tipo lo Sputnik russo.
Ma qui viene il bello!
Perchè gli Stati Uniti stanno facendo enormi pressioni su mezzo mondo, e ovviamente in special modo sugli “alleati” (sic!) europei, perchè non si rivolgano alla Russia.
E non lo fanno perchè il vaccino russo non funzioni, tanto è vero che è universalmente ritenuto efficace quanto quelli di Pfizer e Moderna, ma per una questione “politica”, perchè non vogliono dare spazio a Vladimir Putin, considerato un “rischio per la sicurezza degli Stati Uniti”. E le accese tensioni di queste ore sono la conferma di questo clima da “guerra fredda”.
E purtroppo questo giochino funziona! Con il risultato che per salvaguardare la “supremazia americana” i cittadini europei rischiano di infettarsi e di morire, mentre quelli dell’altra sponda dell’Atlantico stanno programmando i barbecue per il 4 luglio.
Ma non è mica finita qui! Questa è solo una parte della commedia dell’idiozia!
Riguardo al vaccino Astrazeneca, quello che ci sta creando problemi, gli Stati Uniti non lo hanno ancora approvato, anche se, si dice, la FDA (Food ad Drug Administration, l’Ema a stelle e strisce per capirci) dovrebbe farlo a breve.
Il motivo?
Perchè gli americani non accettano i dati relativi alle sperimentazioni raccolti in altri Paesi, ma pretendono che tutto il procedimento venga ripetuto entro i confini Usa, con volontari americani. Da qui il ritardo nel via libera.
Evidentemente l’anatomia e la fisiologia degli yankee è diversa da quella degli uomini e delle donne di altri continenti! Roba da neurodeliri!
Ma il bello è che, in teoria, il grosso delle vaccinazioni americane avrebbe dovuto avvenire utilizzando il vaccino Astrazeneca, tanto è vero che Donald Trump aveva finanziato la ricerca di questa società farmaceutica con 1,2 miliardi di dollari, ordinando contemporaneamente 300 milioni di dosi di antivirus.
All’epoca gli esperti USA ritenevano che Astrazeneca sarebbe stato il “vaccino di punta” anche da loro, per l’evidente facilità di trasporto e conservazione, visto che si può tenere in un normale frigo, mentre Pzifer richiede temperature di meno settanta gradi.
Non è andata così, Astrazeneca non è ancora stato approvato, e di conseguenza nessun americano ha ricevuto una dose di questo vaccino.
Ma se pensate che gli Usa il vaccino Astrazeneca non lo abbiano, vi sbagliate di grosso!
Ne hanno almeno 50 milioni di fiale pronte all’uso stoccate in un deposito dell’Ohio, e secondo il New York Times ci sarebbero altre decine di milioni di dosi, che aspettano solo di essere confezionate in fiale, e distribuite.
Ovviamente questo spreco gli americani se lo possono permettere, perchè Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson forniscono quanto serve per la “loro” campagna vaccinale, mentre a noi europei dicono di avere difficoltà produttive.
L’Unione Europea, alla quale questa situazione è ben nota, sta chiedendo a Joe Biden di poter utilizzare quei milioni di dosi Astrazeneca stoccate nei magazzini Usa.
Noi europei, che abbiamo salutato con gioia l’elezione di Joe Biden perchè eravamo sicuri che avrebbe migliorato i rapporti politici rispetto a Donald Trump, potremmo sicuramente doverci ricredere.
Perchè Biden nicchia, dà rispose evasive alle pressanti richieste europee, probabilmente perchè la sua Amministrazione vuole tenersi stretti quegli stock, per il timore di possibili difficoltà nella produzione degli altri vaccini.
D’altronde il “tutti vaccinati entro maggio” è una promessa di Biden che va rispettata ad ogni costo, e chi se ne frega se quei milioni di fiale si conservano al massimo per sei mesi, e sicuramente alla fine finiranno per essere distrutte.
Come vedete non è che sia cambiato molto con l’avvento di Biden alla Presidenza, e l’ “America First” di Trump sembra ancora essere la parola d’ordine negli USA.
Come accennavo, in questa situazione l’Europa sta facendo una figura di merda, scusate il francesismo!
Perchè mentre americani ed inglesi hanno decretato il divieto di esportare vaccini e materiale sanitario, noi tentenniamo, e la recente decisione di Mario Draghi di bloccare un carico di vaccini destinato all’Australia, ha suscitato perplessità in qualche Cancelleria europea, oltre che essere stata pesantemente criticata dalla stampa anglosassone.
E questo senza che nessuno a Bruxelles abbia battuto ciglio di fronte alla consegna il 16 marzo al Messico di 667mila dosi di vaccino Pfizer prodotte in Belgio, che si sono aggiunte ai 6milioni di fiale recapitate la settimana scorsa.
Perchè queste dosi Pfizer non le abbia spedite dagli Usa, visto che con il Messico confinano, resta un mistero. Ma è un mistero facile da disvelare: gli americani l’embargo alle esportazioni lo fanno rispettare, e non hanno i timori e le remore di noi europei.
Tutto questo vi sembra un sogno? Un incubo? Una roba da ridere?
Purtroppo è la realtà che ci tocca osservare, o subire, impotenti, chiusi nelle zone rosse, con gli ospedali in affanno.
Vogliamo dircelo chiaro in lingua veneta? Béchi e bastonà!

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