16 Febbraio 2023 - 9.49

La guerra dei “palloni”: una storia vecchia, una storia seria…

Umberto Baldo

Ci sarebbe quasi da ridere se non si trattasse di una cosa maledettamente seria.

E scherzando un po’, da come si stanno mettendo le cose,  c’è quasi da temere che se un bambino libera in cielo un palloncino, ad un certo punto possa apparire un jet militare per abbatterlo.

Di cosa sto parlando?

Di quella che possiamo definire la “guerra dei palloni”, che sta portando la tensione fra Stati Uniti e Cina a livelli preoccupanti.

Ricorderete che tutto è iniziato con il famoso pallone-spia cinese scoperto nei cieli del Montana, e abbattuto qualche giorno fa con un missile  in Atlantico. 

Chi ha buona memoria ricorderà che non è la prima volta che questo succede.

Era il 1974, e l’allora premier cinese Zhou Enlai ordinò di abbattere un pallone aerostatico degli Usa, entrato nello spazio aereo cinese dalla regione autonoma dello Xinjiang, per poi attraversare tutto il Paese. 

Si trattò di un episodio che allora rischiò di rallentare ulteriormente il processo di disgelo avviato da Henry Kissinger e Richard Nixon qualche anno prima.

Come talvolta succede, quasi cinquant’anni dopo la storia si ripete, e la vicenda del pallone ha raffreddato il dialogo in corso fra le due superpotenze, portando alla cancellazione della prevista visita a Pechino del Segretario di Stato  Usa Antony Blinken.

Ma il vero problema è che altri tre palloni nei giorni successivi sono stati intercettati e distrutti dagli americani sull’Alaska, sul Canada e sul Michigan.

Come accennavo all’inizio, il fatto in sé non faceva immaginare una escalation delle crisi, perché in fondo non ci sono stati danni e non è morto nessuno.

Ma cosa volete, quando ci si mette di mezzo la politica, anche situazioni controllabili vengono drammatizzate, e i palloni hanno scatenato negli Usa una vera isteria , esasperata anche dalle polemiche dell’opposizione repubblicana, che ha accusato Joe Biden di essere troppo “morbido”, e ventilando che Donald Trump avrebbe sicuramente agito in modo diverso…..

Ma visto che di isteria stiamo parlando, va rilevato che negli ultimi giorni sempre più aviazioni militari di svariati Paesi, fra cui l’Ucraina, affermano di aver abbattuto qualche pallone sonda, drone, o altri oggetti non identificati, indipendentemente dalla sua innocuità o meno

A denunciare incursioni di “strani oggetti volanti”, oltre al Giappone e alle Filippine, c’è ovviamente anche Taiwan, che in realtà subirebbe queste incursioni da anni.

La Cina, per non essere da meno, per riabilitarsi, o forse solo per salvare la faccia,  peraltro accusa gli Usa di aver sorvolato le sue basi almeno una decina di volte lo scorso anno con mezzi analoghi, mentre Washington nega.

Da qualche parte si è addirittura arrivati a parlare di “Ufo”, ma credo che qui stiamo scivolando nel surreale.

Relativamente a questa escalation di abbattimenti “improvvisi”, mi sono fatto l’idea che quella che prima era considerata “normale amministrazione”, adesso venga percepita come una potenziale minaccia.

Infatti una persona di normale buon senso non può non porsi la domanda: ma fino ad adesso i palloni erano invisibili, oppure facevano parte delle regole del gioco, e come tali in  qualche modo tollerati?

Ma uno Stato può sparare senza problemi a qualunque cosa voli  nei propri cieli?

La risposta è sì, purché questi oggetti volanti si trovino all’interno dello spazio aereo nazionale, che per convenzione è quello compreso nelle dodici miglia dalla costa, ad una quota che va dal suolo (o dall’acqua), normalmente da circa 150 metri fino a una altitudine di 60.000 piedi (19,8 km circa).

In mezzo, fra i 8 ed i 12 chilometri di altezza, ci sono i corridoi dove transita la maggior parte del traffico aereo civile e commerciale.

Premesso che ogni giorno vengono lanciati nei cieli migliaia di palloni, soprattutto meteorologici, c’è da dire che storicamente gli aerostati da oltre tre secoli sono considerati le migliori vedette aeree ad uso militare.

Perché costano infinitamente meno dei satelliti, le cui orbite sono note anche ai nemici e quindi monitorabili, possono volare per lungo tempo a quote inferiori, non hanno bisogno di combustibile, e per di più sono più difficili da rilevare con i radar.

Hanno ovviamente anche le loro contro indicazioni: sono invasivi, facilmente individuabili dagli aerei in volo, e difficilmente manovrabili, perché nella salita in alta quota  incontrano correnti impossibili da contrastare.

Certo i palloni attuali sono dotati di tecnologie avanzate, sono costruiti con materiali che li rendono trasparenti alle onde radio, e spesso anche fono e foto assorbenti, ma alla fin fine funzionano ancora secondo il brevetto dei fratelli Montgolfier del 1782.

Sembrerebbe impossibile che dopo gli sbarchi sulla luna, dopo le stazioni spaziali permanenti, dopo i satelliti in grado di leggere una targa da decine di chilometri di altezza, siano ancora in servizio appunto le “mongolfiere”.

Ma così è, e secondo gli analisti Usa si tratterebbe di una delle attività previste dal piano di ammodernamento dell’esercito cinese, condotta da una divisione non direttamente dipendente dallo Stato maggiore, che agisce per conto dei servizi segreti.  E lo pensano semplicemente perché la stessa cosa stanno facendo le forze speciali e cibernetiche operanti nella difesa Usa e nella Nato.

Quindi verrebbe da dire: “Chi è senza peccato……”

Non credo sia poi da escludere che Washington voglia drammatizzare l’argomento della violazione della sua sovranità aerea anche per alzare il pressing su chi in Europa o in Asia vuole mantenere aperto con Pechino non solo il canale di dialogo diplomatico, ma anche quello tecnologico.

C’è da augurarsi che questa “guerra dei palloni” alla fine finisca per “sgonfiarsi”, anche perché fra il conflitto in Ucraina, le tensioni su Taiwan, la guerra tecnologica sempre più intensa, una ulteriore compromissione dei rapporti fra Washington e Pechino comporterebbe conseguenze negative per il mondo intero.

Detto questo, non liberate palloncini alle feste o ai matrimoni!  Noi si sa mai!

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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