8 Gennaio 2016 - 16.14

Immigrazione clandestina: il PD vuole togliere il reato (NCD contro). L'ira di Zaia

clandestini

Un inserto di 15 righe, quante bastano per cancellare, dopo sette anni, il reato di immigrazione clandestina. Un provvedimento fortemente voluto dal Guardasigilli Andrea Orlando, appoggiato quasi all’unanimità in commissione Giustizia della Camera, che cancellerebbe l’articolo 10bis del testo unico sull’immigrazione del 1998, la famosa Turco-Napolitano, emendato però sul punto dal decreto sicurezza del 2009 durante il governo Berlusconi (ministro dell’Interno Roberto Maroni). Il reato di immigrazione clandestina venne poi ripetutamente bocciato dall’Unione europea, perché non punisce un comportamento, ma uno status, quello di clandestino.
Doveva essere votato oggi ma è stato rinviato alla prossima settimana, al consiglio dei ministri del 15 gennaio. Ufficialmente solo un problema tecnico, ufficiosamente il vero ostacolo si chiama Ncd, il partito di Alfano, oggi titolare dell’Interno, che non accetta di cancellare il reato.
Dura la reazione del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che interviene nel dibattito con un comunicato.

“Il governo italiano si pone direttamente fuori dalla storia. Come un elefante in cristalleria, nel momento in cui centinaia di donne vengono palpeggiate da bande di immigrati in Germania, mentre Svezia e Danimarca chiudono i confini, mentre la Slovacchia dice addirittura no ai musulmani e le donne di tutto il mondo insorgono contro la concezione violenta e sopraffattoria che certe culture hanno dell’universo femminile, l’unica pensata del governo è abolire il reato di clandestinità”.
“Ma vi pare normale che mentre il popolo italiano chiede sicurezza, certezza delle pene, identificazioni certe degli stranieri sul territorio, non vuole più vedere fantasmi senza identità che girano nei territori (11 mila soltanto in Veneto) – si chiede Zaia – il governo abolisca uno dei pochi capisaldi posti dalla legislazione a garanzia e tutela delle comunità? Piuttosto che potenziare gli strumenti legislativi e concessi dal diritto, li si abolisce”.

“Chi voleva la dimostrazione dello scollamento fra popolo e politica, tra buon senso e azione di governo, ne ha ora la prova – conclude Zaia. Come nel Titanic l’orchestrina continuava a suonare mentre il transatlantico affondava, il Palazzo continua nei suoi riti incomprensibili mentre il popolo continua ad aver paura e sempre meno fiducia nelle istituzioni. Che segnale diamo al terrorismo e a chi viene qui soltanto per delinquere? Il segnale di uno Stato imbelle”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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