12 Agosto 2023 - 8.16

Immigrazione clandestina, con la destra è anche peggio: Italia a rischio tendopoli

Nonostante la politica cerchi di minimizzare, in questi giorni guardando a Lampedusa si ha come l’impressione che il fenomeno migratorio stia arrivando ad un punto di non ritorno.
Ma poiché alla mia età non temo certamente le critiche, e non mi sento condizionato dal politically correct, oggi svilupperò qualche considerazione sul fenomeno delle migrazioni, e lo farò in modi volutamente provocatori.
Iniziando con un pensiero rivolto a quei tanti italiani che il 22 settembre dell’anno scorso hanno scelto di votare per le attuali forze di Governo, fidando sulle promesse di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che parlavano con baldanza se non proprio di blocchi navali (anche se qualche tempo fa uno dei due leader li aveva ventilati), di giri di vite, di cambi di rotta, di rimpatri a go go.
Immagino le facce smarrite, attonite, di questi elettori di fronte al fatto che quest’anno gli sbarchi saranno almeno il doppio di quelli dell’anno scorso, e più del triplo di quelli dal 2021.
Come non capirli!
Eppure il 22 settembre hanno scelto le “destre”, come stanno facendo i cittadini di quasi tutti gli Stati europei, quasi sicuramente per il fatto che le “sinistre” politiche non sono culturalmente attrezzate per cercare almeno di arginare questa migrazione epocale.
Non tutte a dire la verità, perché i socialdemocratici danesi hanno stravinto le elezioni puntando sull’accoglienza zero, e non è che il socialista spagnolo Sanchez ci sia andato leggero a Ceuta e Melilla.
Gli italiani, stanchi di sentire parlare di “accoglienza tout court”, le destre le hanno addirittura portate alla guida del Paese, con quali risultati li stiamo vedendo in questi giorni, e li abbiamo visti nei mesi scorsi.
Personalmente dovrei quasi rallegrarmi, perché chi mi legge da tempo sa che ho sempre diffidato gli elettori dal credere alle promesse elettorali, per il semplice motivo che, pur di accaparrarsi voti, tutti i politici, nessuno escluso, mentono sapendo di mentire, mentono spudoratamente, mentono senza ritegno.
Non pensiate che qui mi avventuri nell’analisi dei motivi che sono alla base dell’attuale esplosione degli sbarchi.
Li conosciamo tutti!
Inutile discettare a vuoto sul meteo particolarmente favorevole, o sull’instabilità del regime tunisino, o sulla geo-politica, o su quant’altro.
Negli anni abbiamo imparato che se non è una ragione è un’altra, e credo che la più vera sia nel miraggio di cambiare la propria vita in meglio che si è diffusa a macchia d’olio fra gli africani, in particolare fra le giovani generazioni.
E la dimostrazione la si trova chiaramente, come spesso avviene, sulle carte geografiche che mostrano le rotte.
Perché nessun africano cerca di andare in Russia o in Cina?
Ve le immaginate le Ong europee incrociare con le loro barche avanti alle coste di Putin o Xi Jinping?
Il motivo è palese; perché queste persone pensano, ed in parte glielo hanno fatto credere quelle che le hanno precedute, che l’Europa sia una sorta di Eldorado.
Io sono convinto da sempre che quando masse di uomini e donne decidono di muoversi non c’è trippa per gatti.
Non ci sono riusciti nemmeno i Romani a fermare le invasioni barbariche!
Ma permettete che mi dia un po’ di fastidio constatare che il tema migranti, che prima delle ultime elezioni era uno degli argomenti più sfruttati dalla propaganda politica delle opposizioni di allora, adesso che sono al Governo sia diventato quasi “ordinaria amministrazione”. Che dello sbarco di oltre mille persone al giorno si parli quasi in coda ai telegiornali, con il chiaro intento di far passare il messaggio “cosa volete farci, abbiamo provato, ma così è, fatevene una ragione!”.
Non è così, inutile minimizzare!
Inutile svuotare Lampedusa ogni giorno, sapendo che il giorno dopo ci sarà un altro analogo carico di disperati da distribuire in tutta Italia, con Regioni e Sindaci non proprio entusiasti.
Ma almeno si abbia il coraggio di dichiarare la propria impotenza! Non sono così presuntuoso da arrivare ad affermare di avere la soluzione del problema, che può anche essere non esista.
Ma mi sia consentito almeno porre qualche domanda, anche se magari qualcuno di voi potrebbe trovarle indisponenti.
Quando, e ormai succede quasi ogni giorno, arrivano notizie agghiaccianti di decine e decine di persone morte nelle traversate, con la conseguente “grancassa mediatica” piena di moralismo ed autoflagellazione, veramente Lor Signori, il Papa, la gauche caviar e le anime belle sono sicuri che gli italiani si straccino le vesti?
Lo so che è triste ammetterlo, perché la pietà ed il rispetto per i morti sono sacri fin dalla notte dei tempi, ma io credo che quando si è nei palazzi del potere si perda inevitabilmente il contatto e la percezione di cosa pensi la gente comune, e vi assicuro che, ascoltando attentamente i discorsi e le chiacchiere al bar o al mercato, al di là di un po’ di doveroso cordoglio, in realtà le preoccupazioni delle persone sono diverse.
Come d’altro canto confermano i sondaggi, come quello recente di Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, che ci dice che gli italiani temono sempre più le terribili conseguenze di una accoglienza fatta senza discernimento, senza limiti, senza regole, basata su un unico criterio, ovvero “si fa entrare chiunque”.
Quello che spaventa gli italiani è il sempre crescente livello di insicurezza nelle città grandi e piccole, da Nord a Sud, dove aumentano le violenze di ogni tipo, dai furti con arma da taglio alle aggressioni e agli stupri, o addirittura le rapine nei treni con il machete (come successo nei giorni scorsi vicino a Lecco).
E spesso ci scappa pure il morto.
L’ultima vittima è la signora sessantenne che a Rovereto è stata massacrata di botte da un nigeriano fuori di testa già noto alle forze dell’ordine.
La realtà è che il carrozzone dell’accoglienza funziona da sempre così: arrivano quelli nuovi, e vengono sbattuti per strada quelli arrivati prima, in quanto gli ultimi sbarcati bisogna pur metterli da qualche parte.
E basta andare in qualsiasi stazione ferroviaria per rendersi conto del mare di disperati che campano sui marciapiedi, spesso usati come manodopera dalla criminalità organizzata.
Altra domanda da porsi in questa Italia che assomiglia sempre più al punto di congiunzione fra Medio Oriente e Sud America: ma veramente qualcuno crede ancora alla favola dei rimpatri?
Davvero pensiamo che gli Stati africani, e non solo africani, da cui provengono i migranti, siano disposti a riprenderseli indietro?
Forse non abbiamo ancora ben chiaro che dietro la stragrande maggioranza di coloro che arrivano per motivi economici ci sono famiglie che investono fior di quattrini in questi viaggi, e che si aspettano che una volta in Europa questi “migranti” mandino soldi per consentir loro di vivere.
Poiché ci sono Stati il cui Pil è fortemente influenzato da queste rimesse dei loro cittadini emigrati, veramente pensiamo che possano favorire i rientri rinunciando a questa importante fonte di reddito?
Dai ragazzi, siamo seri!
E ciò è dimostrato dal fatto che la nostra premier, nel corso dei suoi numerosi viaggi in Tunisia, a quanto si è capito avrebbe chiesto di fermare le nuove partenze, ma non di favorire rientri massivi.
Ultima domanda, questa volta di tipo semantico.
Possibile che per noi italiani chiunque salga su una barca diventi automaticamente “profugo”, e quando sbarca sulle nostre coste “rifugiato” o “richiedente asilo”?
Anche quelli che vengono da Paesi senza guerre o rivoluzioni in atto, tipo la Tunisia o il Marocco?
Gli italiani hanno ormai ben chiaro che si tratta di una mistificazione voluta, che i profughi veri (quelli che devono essere accolti e protetti) sono una sparuta minoranza, e che tutto il resto è composto da giovani che contano sul nostro welfare per costruirsi un domani migliore.
E sempre in tema di “disallineamento” fra politici e gente comune, provino Lor Signori a prestare attenzione ai discorsi che la nostra gente fa nelle sale d’aspetto di ospedali o ambulatori quando sono in attesa anche degli extra comunitari, o quando sentono parlare di qualche rivolta dei “profughi” in qualche centro di accoglienza, magari perché non c’è il wi-fi (sic!).
Che i migranti aspirino ad un futuro migliore non c’è nulla di male sia chiaro!
Ma almeno, come ho già detto, la politica abbia il coraggio, e anche l’umiltà, di dire che non esistono più “clandestini” (termine caro alla Lega, che mi sembra ormai in disuso), e che chiunque intenda trasferirsi nel vecchio continente sa che può salire su un barchino, senza documenti, e dirigersi alla volta delle coste italiane, una volta raggiunte le quali troverà porte spalancate.
E che una volta sbarcato, l’Italia si assume l’onere, o forse l’obbligo, di fornirgli cure mediche, un tetto, pasti, assistenza, supporto linguistico e quant’altro.
Certo immagino che a questo punto molti si stiano chiedendo: se questi sono i risultati con le “destre” al potere, tanto valeva tenersi le “sinistre”!
Almeno queste non hanno fatto mai mistero di essere favorevoli alle “porte aperte”!
Se siete arrivati a questo punto senza inveire, senza definirmi un “razzista”, ve ne sono grato.
Ma comunque vi do un consiglio: provate a rispondere con onestà a quelle poche domande che ho posto!
Non è detto che alla fine qualche ulteriore interrogativo, magari non politically correct, non ve lo poniate anche voi.
Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA