11 Maggio 2016 - 11.02

Bpvi- Il clamoroso ritorno di Colombini, l’ex DG che disse no a Zonin

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La voce circolava da giorni in Banca Popolare di Vicenza e pare che a breve diventerà ufficiale. Luciano Colombini già direttore generale nel post Gronchi dal 2005 al 2007 potrebbe tornare alla guida della banca vicentina, a quasi dieci anni dal clamoroso strappo con Gianni Zonin. Colombini, attualmente liberato da Desio, potrebbe fungere da raccordo tra territorio e nuovo Cda insediato dal Comitato di Atlante. Sul tavolo le strategie per un rilancio di Bpvi con un occhio a quanto succede in Veneto Banca che di Atlante potrebbe aver bisogno se fallisse la quotazione in Borsa. Colombini potrebbe dunque guidare una possibile fusione tra le due banche venete? E’ uno degli scenari possibili.
Luciano Colombini versus Zonin dicevamo anche in prospettiva azione di responsabilità contro il vecchio Cda e management sarebbe una sorta di vendetta di ritorno.
Colombini ha raccolto come dicevamo nel 2005 l’eredità lasciata da Divo Gronchi. Un terremoto all’epoca e siamo nel 2007 al vertice che era nell’aria, ampiamente annunciato dalle nomine all’epoca di Samuele Sorato (condirettore) e Mauro Micillo (vicedirettore). Un rafforzamento del top management che era sembrato tanto un commissariamento.
Per l’ex direttore generale di Vicenza, invece, si erano aperte le porte di Popolare Verona (gruppo Banco Popolare). Alla banca scaligera, insieme a Colombini, Er approdato anche Ippolito Fabris, gia’ vicedirettore generale di Bpvi. E proprio su un possibile progetto di integrazione tra Vicenza e Verona, anche dopo la fusione di quest’ultima con Bpi che ha portato alla nascita del Banco Popolare, pare fosse maturato lo strappo che ha portato alla separazione tra Zonin e Colombini. L’ex d.g., infatti, avrebbe sostenuto la necessità di arrivare a una integrazione con Verona. Un piano che sarebbe finito sul tavolo del Cda della banca vicentina. Salvo poi essere bocciato.
Zonin, fermo sostenitore dell’autonomia di Bpvi e della sua vicentinità, non avrebbe gradito l’iniziativa. Il dubbio che dietro a Colombini ci fosse qualche socio di peso pronto ad appoggiare il progetto ha irrimediabilmente guastato il rapporto di fiducia. Da qui la promozione di Sorato a condirettore e l’innesto di Micillo. A quel punto a Colombini non rimase altro che prendere atto della frattura con il presidente e consegnare le dimissioni.
Il suo sarebbe dunque un clamoroso ritorno!

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