19 Luglio 2016 - 15.58

VIOLENZA SU MINORENNE – Un arresto anche a Vicenza, in manette anche 10 anni fa

cava de' tirreni

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Avrebbero violentato a turno un ragazzo di 17 anni, legandolo e riprendendo tutto con un telefonino. Il fatto sarebbe accaduto in un centro massaggi a Cava de’ Tirreni in provincia di Salerno ed ora due dei presunti responsabili della violenza, entrambi di 50 anni, sono stati arrestati oggi dai carabinieri a Cava de’ Tirreni e Vicenza. Uno dei due è Simone Criscuolo, 49 anni, originario di Napoli ma residente da qualche anno a Vicenza. L’uomo è stato raggiunto all’alba dai militari dell’Arma nel suo appartamento e portato nel carcere di San Pio X. Gli altri protagonisti dell’episodio – riferisce la Procura di Salerno – durante la violenza avevano maschere e parrucche per non farsi riconoscere. I due arrestati sono accusati di violenza sessuale di gruppo e pedopornografia. Nei loro riguardi i carabinieri di Nocera Inferiore (Salerno) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno. La violenza è stata scoperta in seguito alla denuncia della madre del ragazzo che ha riferito agli investigatori delle violenze subite dal figlio, tra l’ottobre 2015 e l’aprile 2016, in un centro massaggi che era gestito da uno degli indagati e che il ragazzo frequentava.
Durante le indagini i carabinieri hanno fatto perquisizioni, accertamenti tecnici, raccolto testimonianze e messo insieme una serie di elementi che hanno consentito di ricostruire la vicenda. Il ragazzo avrebbe subito una serie di avances progressivamente più pesanti fino ad arrivare all’episodio più grave nel quale quattro uomini, due dei quali con maschere e parrucche, hanno abusato di lui a turno dopo averlo legato. Le violenze sono state filmate con un telefonino, presumibilmente per ricattarlo in una fase successiva alle violenze.
Le indagini proseguono per identificare i due complici che indossavano maschere e parrucche e per verificare se nel centro massaggi sono avvenuti altri episodi analoghi.
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IL PRECEDENTE -da “La Repubblica” (9 novembre 2006)
A 13 anni violentato dal vicino di casa. L’orrore nella “stanza dei bambini”

VICENZA – Era il vicino di casa “l’orco” che lo violentava. Lo costringeva ad indossare una parrucca ed una vestaglia rosa e lo vendeva nella “stanza dei bambini” per 130 euro. Durava dal giugno scorso, da quando era finita la scuola. Gianni ha solo 13 anni e a Vicenza si era trasferito con mamma e papà da qualche mese. “Una famiglia splendida” come l’hanno definita i carabinieri. Due impiegati e un figlio unico che è la loro luce ma che devono affidare a qualcuno quando il lavoro li costringe a stare fuori casa. “Ci penso io”: Filippo Milo, invalido, pensionato di 44 anni, era diventato l’amico di famiglia. Lui l’ha violentato per primo e poi l’ha “ceduto” a un travestito che si è preoccupato di cercare clienti facendo pubblicare annunci sui giornali.
In manette sono finiti “l’amico di famiglia” insieme a Simone Criscuolo, il travestito che di professione fa il cuoco, 39 anni; Emilio Cavallini, pensionato di 58 anni. Arresti domiciliari invece per Dario Bizzi, maresciallo dell’esercito in servizio a Padova, 49 anni, fermato a Roma, “l’artificiere” come lo chiamava la giovane vittima, e Franco Gaspari, disoccupato, 39 anni, di Vicenza. Cinque arrestati per violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione, ma i clienti, dicono i carabinieri di Vicenza, erano di più, forse una quindicina.
Compravano il silenzio del ragazzino con le minacce e una ricarica del telefonino, una pizza o un biglietto per il cinema. Due volte alla settimana, l’appuntamento era nella “stanza dei bambini”. La chiamava così Simone Criscuolo, il travestito: l’aveva ricavata nella sua abitazione a Vicenza e vicino al letto, aveva messo videocassette e giornali pornografici. Appeso all’appendiabiti, i carabinieri hanno trovato la vestaglia rosa che Gianni era costretto ad indossare quando incontrava i suoi clienti.
“L’orco” è finito in galera ma qualche settimana fa, quando il ragazzino ha trovato il coraggio di confessare e il magistrato ha preferito allontanarlo da quella casa, ha bussato ancora una volta alla porta dei vicini, ignaro dell’indagine dei carabinieri. Voleva accompagnare Gianni nella “stanza dei bambini”.
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