20 Aprile 2018 - 10.18

SCHIO – PrimaNoi: ipotesi referendum sul Centro Sociale Arcadia

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di PrimaNoi che torna sul tema del Centro Sociale Arcadia, dopo l’istanza presentata al Sindaco Valter Orsi e la risposta anche in merito al secondo quesito che chiedeva alcuni chiarimenti sullo spazio denominato “centro sociale Arcadia” che trova ospitalità in un capannone di proprietà comunale in zona industriale.
“PrimaNoi -recita il comunicato- aveva premesso che il tema non è direttamente collegato allo scopo sociale del comitato, ma dal momento che gli attivisti di Arcadia in svariate occasioni avevano preso di mira ogni loro iniziativa, “ci siamo visti costretti a prenderci una licenza per approfondire il ruolo di un gruppo che si trova ad avere il privilegio di usufruire di uno spazio pubblico a canone agevolato che viene concesso solo alle associazioni che si occupano di sociale, di sport o di cultura, non di certo per chi fa attività politica” – spiega il portavoce di PrimaNoi Alex Cioni.
In effetti l’articolo 4 comma 1 e 4 dell’istituto di partecipazione popolare del Comune di Schio, spiega chiaramente i termini per accedere alla concessione di spazi pubblici, mentre vieta espressamente i partiti politici, i sindacati e le associazioni ad essi collegati. Il che vale a dire tutti coloro che promuovono iniziative di natura politica.
Uno dei quesiti del comitato torna ai primi mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione nel 2014 quando era emerso che un numero cospicuo di mensilità non erano state pagate, più precisamente la cifra ammontava a euro 7.420,03. Il Comune propose ai gestori di Arcadia un piano di rientro di 155.00 al mese che -assicura Orsi- è stato saldato completamente.
Pur tuttavia il nodo della questione rimane il ruolo politico del centro sociale. “Dal punto di vista tecnico i conduttori sono delle associazioni che avevano titolo di essere iscritti all’albo comunale, eppure è palese che queste associazioni rappresentano uno specchietto per le allodole viste le attività sostenute all’interno e all’esterno del centro sociale” -prosegue Cioni.
Nella risposta il Sindaco ha fatto presente che l’Amministrazione non ha rapporti particolari in essere con i gestori del centro sociale, ma rispondendo alla domanda che chiede una revoca del contratto, Orsi ha replicato che secondo le normative vigenti al momento non ci sono i presupposti, pur ammettendo che la soglia di demarcazione sulle attività svolte sia sottile, e che se dovessero emergere palesi violazioni ai regolamenti le azioni dell’Amministrazione sarebbero conseguenti.
Per il comitato invece esistono già questi presupposti. “Sono agli atti numerosi comunicati stampa e iniziative politiche di piazza promosse sotto la denominazione centro sociale Arcadia e molte altre a cui il centro sociale ha aderito fuori Schio in rete con altri centri sociali appartenenti alla sinistra radicale”.
Alcune iniziative a cui si riferisce il comitato riguardano l’occupazione dei Chiostri di San Francesco avvenuta il mese di gennaio di un anno fa, la promozione di iniziative contro il prolungamento dell’autostrada A31, le passeggiate antifasciste, il corteo di domenica 29 aprile, iniziative favorevoli all’accoglienza dei migranti e molto altro ancora. “Se questa roba qui non è politica, cosa lo può essere?” -si chiede retoricamente Cioni.
Oltretutto, in quella stessa sede trova ospitalità il sindacato Adl Cobas e il regolamento comunale lo vieterebbe. “Comprendiamo la prudenza del sindaco perché una revoca unilaterale del contratto deve avvalersi di prove oggettive documentali – spiega il portavoce di PrimaNoi- prove che, tuttavia, a nostro parere riteniamo non sia difficile reperire e che già esistono”.
PrimaNoi, quindi, non si è ritenuto del tutto soddisfatto dalla risposta, il che lo sta portando a valutare altre iniziative per “creare le condizioni politiche e ambientali per arrivare alla chiusura del centro sociale”.
Un’opzione è di proporre un referendum comunale da sottoporre agli scledensi. “Prima di procedere vogliamo però aprire un confronto con la città tutta e con i loro interpreti politici, perché se questa iniziativa deve partire, con tutti gli ostacoli burocratici del caso, dovrà essere sostenuta trasversalmente da un comitato aposito allo scopo di aiutare l’Amministrazione a fare quanto è nei suoi compiti: vale a dire far rispettare la legge, ovvero, il regolamento comunale che a nostro parere è stato abbondantemente violato”-conclude Cioni”.

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