PASSAGGIO A NORD – Una montagna di vita: ecosistemi d’alta quota e cambiamenti climatici in mostra ad Asiago
Se vuoi sapere come sta il
pianeta, vai in montagna. Se vuoi sapere come è stato, vai al mare. Le regioni
montane sono infatti sentinelle dei cambiamenti climatici, così come molte
regioni marine conservano preziose informazioni sul clima del passato. Da
queste premesse, nasce la mostra fotografica “Una Montagna di vita – Ecosistemi
d’alta quota e cambiamenti climatici” ospitata fino all’otto novembre ad Asiago
in tre differenti sedi museali: il Museo naturalistico Patrizio Rigoni, il Museo
dell’acqua e la Sala polifunzionale del Palazzo Millepini. Fotografi,
naturalisti e associazioni di fotografia naturalistica sono stati coinvolti
nella realizzazione della mostra per illustrare gli ecosistemi montani italiani
e i complessi processi che ne determinano la dinamica. Grazie alle immagini dei
fotografi che hanno donato i loro scatti, vengono raccontate le principali
tipologie di ecosistemi montani italiani e le loro caratteristiche, i rapporti
esistenti tra le varie componenti, le differenze tra regioni e quote diverse,
gli adattamenti di piante e animali alle difficili condizioni della montagna e
la complessa interazione tra attività umane e ambiente montano. Le ampie
didascalie e i brevi testi che accompagnano le immagini intendono creare un
ponte tra fruizione estetica e divulgazione scientifica.
La raccolta fotografica nasce nell’ambito di NextData, un progetto coordinato
dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dedicato allo studio dell’ambiente
montano in Italia. Il progetto, approvato nel Piano nazionale della ricerca del
Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, ha focalizzato le
attività di intervento su tre temi chiave: il monitoraggio delle condizioni
meteoclimatiche e ambientali, degli ecosistemi e delle risorse idriche e dei
cambiamenti attualmente in corso nell’ambiente montano; la ricostruzione della
variabilità climatica e ambientale in Italia negli ultimi millenni e la realizzazione
di scenari futuri ad alta risoluzione per le condizioni climatiche e ambientali
nelle aree montane italiane. Conclusosi a fine del 2018, il progetto ha
favorito l’implementazione di reti di misura in aree remote montane e marine,
soprattutto in Italia, e ha sviluppato efficienti portali di accesso ai dati
meteoclimatici e di composizione dell’atmosfera, alle informazioni
paleoclimatiche fornite da carotaggi di ghiacciai montani e di sedimenti marini
e lacustri, alle misure della biodiversità e del ciclo idrologico, alle
rianalisi marine e alle proiezioni dei modelli climatici. Sono così stati resi
disponibili nuovi dati sulla variabilità climatica negli ultimi secoli e
proiezioni future per le Alpi, gli Appennini, l’area mediterranea e altre regioni
di interesse. Gli studi pilota condotti durante il progetto hanno permesso
inoltre di ottenere stime quantitative sulla disponibilità di risorse idriche e
sugli effetti degli aerosol atmosferici sull’ambiente montano, oltre a
valutazioni sugli impatti dei cambiamenti climatici su ecosistemi,
biodiversità, salute e società nelle regioni d’alta quota.
Al Museo naturalistico Patrizio Rigoni, la mostra è visitabile tutti i giorni
dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00 fino al 13 settembre (dal 21/09
solo il sabato e la domenica). La sezione dedicata agli adattamenti ospitata
nella sala polifunzionale è invece aperta dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle
12.30. Le fotografie relative alla rete trofica, in mostra al Museo dell’acqua,
si possono vedere solo nel fine settimana.