11 Settembre 2020 - 10.13

PASSAGGIO A NORD – Una montagna di vita: ecosistemi d’alta quota e cambiamenti climatici in mostra ad Asiago

Se vuoi sapere come sta il pianeta, vai in montagna. Se vuoi sapere come è stato, vai al mare. Le regioni montane sono infatti sentinelle dei cambiamenti climatici, così come molte regioni marine conservano preziose informazioni sul clima del passato. Da queste premesse, nasce la mostra fotografica “Una Montagna di vita – Ecosistemi d’alta quota e cambiamenti climatici” ospitata fino all’otto novembre ad Asiago in tre differenti sedi museali: il Museo naturalistico Patrizio Rigoni, il Museo dell’acqua e la Sala polifunzionale del Palazzo Millepini. Fotografi, naturalisti e associazioni di fotografia naturalistica sono stati coinvolti nella realizzazione della mostra per illustrare gli ecosistemi montani italiani e i complessi processi che ne determinano la dinamica. Grazie alle immagini dei fotografi che hanno donato i loro scatti, vengono raccontate le principali tipologie di ecosistemi montani italiani e le loro caratteristiche, i rapporti esistenti tra le varie componenti, le differenze tra regioni e quote diverse, gli adattamenti di piante e animali alle difficili condizioni della montagna e la complessa interazione tra attività umane e ambiente montano. Le ampie didascalie e i brevi testi che accompagnano le immagini intendono creare un ponte tra fruizione estetica e divulgazione scientifica.          
La raccolta fotografica nasce nell’ambito di NextData, un progetto coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dedicato allo studio dell’ambiente montano in Italia. Il progetto, approvato nel Piano nazionale della ricerca del Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, ha focalizzato le attività di intervento su tre temi chiave: il monitoraggio delle condizioni meteoclimatiche e ambientali, degli ecosistemi e delle risorse idriche e dei cambiamenti attualmente in corso nell’ambiente montano; la ricostruzione della variabilità climatica e ambientale in Italia negli ultimi millenni e la realizzazione di scenari futuri ad alta risoluzione per le condizioni climatiche e ambientali nelle aree montane italiane. Conclusosi a fine del 2018, il progetto ha favorito l’implementazione di reti di misura in aree remote montane e marine, soprattutto in Italia, e ha sviluppato efficienti portali di accesso ai dati meteoclimatici e di composizione dell’atmosfera, alle informazioni paleoclimatiche fornite da carotaggi di ghiacciai montani e di sedimenti marini e lacustri, alle misure della biodiversità e del ciclo idrologico, alle rianalisi marine e alle proiezioni dei modelli climatici. Sono così stati resi disponibili nuovi dati sulla variabilità climatica negli ultimi secoli e proiezioni future per le Alpi, gli Appennini, l’area mediterranea e altre regioni di interesse. Gli studi pilota condotti durante il progetto hanno permesso inoltre di ottenere stime quantitative sulla disponibilità di risorse idriche e sugli effetti degli aerosol atmosferici sull’ambiente montano, oltre a valutazioni sugli impatti dei cambiamenti climatici su ecosistemi, biodiversità, salute e società nelle regioni d’alta quota.     
Al Museo naturalistico Patrizio Rigoni, la mostra è visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00 fino al 13 settembre (dal 21/09 solo il sabato e la domenica). La sezione dedicata agli adattamenti ospitata nella sala polifunzionale è invece aperta dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30. Le fotografie relative alla rete trofica, in mostra al Museo dell’acqua, si possono vedere solo nel fine settimana.

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