9 Maggio 2018 - 16.51

PADOVA – Città della speranza, 5 ricercatori premiati

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Cinque riconoscimenti ad altrettante ricercatrici per valorizzare l’elevata qualità delle loro presentazioni scientifiche e ricordare, al contempo, tre bambini portati via dalla malattia, ma dalla cui triste storia è cresciuta e diventata realtà la speranza nella ricerca. A mettere generosamente a disposizione i premi di ricerca sono state le famiglie di Franco Masello, Andrea Camporese e Stefania Fochesato, che, dal 1994 ad oggi, si sono avvicendati alla presidenza della Fondazione Città della Speranza. La cerimonia di consegna si è tenuta ieri mattina alla presenza della direttrice scientifica, prof.ssa Antonella Viola, e del sindaco di Padova, Sergio Giordani.

I riconoscimenti sono stati assegnati alle migliori comunicazioni scritte e orali presentate in occasione del primo retreat scientifico organizzato dall’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza a Preganziol (TV) il 6 e 7 aprile scorsi. L’iniziativa ha permesso a tutti i ricercatori di confrontarsi e scambiarsi idee sulle varie linee di ricerca che si stanno portando avanti in IRP. Ampio spazio è stato dato ai giovani e proprio loro hanno potuto concorrere ai premi in palio. Le commissioni giudicatrici hanno valutato la chiarezza espositiva dei loro elaborati, la capacità di rendere fruibile l’argomento anche ai non esperti del settore e la capacità di rispondere alle domande.

I vincitori

Premio “Famiglia Masello in memoria di Rita Masello e Massimo Zilio” per le due migliori comunicazioni orali

 

  • Sonia Giambelluca (29 anni, palermitana): lavora nel laboratorio di Pediatric Critical Care, diretto dalla prof.ssa Paola Cogo, e si occupa di sviluppare nuove metodiche per testare l’efficacia di terapie per le disfunzioni respiratorie a carico di neonati nati pretermine, quali la somministrazione di surfattanti esogeni.

 

  • Caterina Trevisan (26 anni, padovana): lavora nel laboratorio di Ingegneria Tissutale, diretto dalla dott.ssa Martina Piccoli, e nel laboratorio di Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa, diretto dalla dott.ssa Michela Pozzobon, e si occupa di sviluppare nuovi materiali biologici a partire da matrici decellularizzate per riparare gravi difetti congeniti quali l’ernia diaframmatica. 

Premio “Elisa Camporese” per i due migliori poster

 

  • Diana Corallo (32 anni, vicentina): lavora nel laboratorio Neuroblastoma, diretto dal Prof. Gian Paolo Tonini e afferente all’unità di Oncoematologia, e si occupa di sviluppare nuovi modelli preclinici per lo studio della patogenesi neuroblastoma, un aggressivo tumore pediatrico.

 

  •  Elena Mariotto (31 anni, trevigiana): lavora nel laboratorio di Farmacologia Sperimentale, diretto dal Prof. Gian Pietro Viola e afferente all’unità di Oncoematologia, e si occupa in particolare di studiare l’effetto antiproliferativo di un nuovo composto di cui è stata dimostrata una potente attività antiproliferativa in diverse linee cellulari tumorali.

Premio “Matteo Fochesato” per il miglior poster

 

  • Cristina Calderan (32 anni, trevigiana): lavora nel laboratorio di Genetica Clinica, diretto dal Prof. Leonardo Salviati, e si occupa di identificare nuove mutazioni a carico del gene ACTA2, associate ad alcune forme genetiche di aneurisma dell’aorta toracica.

 

 

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