11 Aprile 2018 - 14.19

MONTECCHIO M. – Il Boom, “La” discoteca

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Tra tutte le ex discoteche della provincia, è quella il cui pensiero nostalgico fa più male. Perchè, mentre delle altre almeno restano i ruderi, spesso mèta di pellegrinaggio di improvvisati fotografi amarcord o ex fan che ricordano la giovinezza trascorsa tra le quattro mura, del Boom non resta nulla. Nemmeno le macerie, perchè lo stabile è stato demolito il 19 settembre 2011. Provate a nominarlo però, a chi è cresciuto negli anni Ottanta e Novanta, e sarà subito operazione nostalgia. Sì, perchè il Boom è stato un po’ la casa di tutti, la scuola di vita, la palestra di esperienze. Non era “estremo” come l’Expo, né “lontano” come il Mister Charlie, era semplicemente lì: lungo la provinciale che dalla città portava alla provincia “a 6 chilometri di curve della vita”, ed è lì che molti giovani vicentini sono cresciuti, tra sabato sera, feste studentesche e domeniche pomeriggio. Più che un locale, un’istituzione davvero, tanto da aver addirittura costretto, negli anni Novanta, durante l’apice delle feste studentesche, la creazione di una vera e propria fermata di autobus apposita per il Boom. Per 35 anni il Boom ha fatto ballare tutti, grazie alla lungimiranza del 23enne modenese Renzo Facchin, che lo aprì nel lontano 25 dicembre del 1969. Da lì, fu subito successo: sulla sua pista da ballo, infatti, sono passati i più grandi personaggi del mondo dello musica: da Mina a Renato Zero, da Gino Paoli ai Pooh, dai New Trolls alle Orme, passando poi per personaggi come Simona Ventura, Sabrina Salerno, i Righeira, i Gipsy King, Alba Parietti, Carmen Russo, Martina Colombari, Serena Grandi, Ezio Greggio, Gerry Scotti. Bar e sale, diverse, che negli anni sono cambiate per temi e musiche ma sempre fissa la sala grande, con la musica più commerciale, dove sono passati tutti i più famosi Dj italiani. E poi i bar: il bar dei furbi, quello dei belli, quello di Valdagno, quello di Arzignano. E i riti, tra cui un rito che oggi, epoca della connessione wifi, non avrebbe più lo spazio: la lettura dei risultati delle partite di calcio della domenica pomeriggio. Sì perchè tra un ballo e l’altro alla domenica pomeriggio il Dj leggeva gli aggiornamenti delle partite di calcio, con relative fazioni di tifosi che esultavano o meno. Anche se poi – bei tempi anche lì verrebbe da dire –  tutti andavano in visibilio per i risultati del Lanerossi. La domenica pomeriggio in discoteca per molti giovani vicentini, infatti, è stata sdoganata proprio dal Boom, perchè i genitori erano propensi a lasciare queste ore di libertà ai ragazzi, dato che erano pomeridiane e non notturne: addirittura ci sono stati periodi in cui i gruppi parrocchiali organizzavano pomeriggi al Boom appositamente per portare i ragazzi per la prima volta, tutti insieme, nel locale, come in gita. Dal 2004, anno della sua chiusura, il Boom è stato un contenitore vuoto in un’area abbandonata di circa 14 mila metri quadri. Un luogo fatiscente. Per anni, ciclicamente, voci parlavano di riapertura o trasformazione in centro commerciale. Ma poi venne il giorno dell’abbattimento,  nel settembre 2011, con tanto di striscione nostalgico da parte dei fans – e conservazione di qualche mattone post-abbattimento – ed ora non restano che i ricordi di chi l’ha vissuto. Ricordi finiti in un contenitore virtuale che ai tempi del Boom nemmeno c’era, ma che oggi, almeno per questo genere di cose, può risultare estremamente utile: Internet. Qui infatti i ricordi del Boom non si sono mai sopiti. Sono 5 i gruppi su Facebook con circa tre mila iscritti che ricordano i più bei fine settimana di gioventù, al Boom, La discoteca con la L maiuscola.

 

Foto di Andrea Facchin

 

 

 

 

Foto di Mirko Fusari

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