26 Agosto 2015 - 12.32

VICENZA- Teatro, quasi tutti contro la Liddel: ma è giusto? Bulgarini:"Squadristi"

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Dopo le critiche di Matteo Salvini e della Lega Nord locale con Celebron ora anche Foza Nuova si scaglia contro lo spettacolo della Liddel. Nessuno lo ha visto ma le critiche preconcette abbondano già. Che sia uno spettacolo limite è certo ma forse prima lo si dovrebbe vedere per giudicare. Ecco la nota di Forza Nuova. “Lo spettacolo non si farà per il semplice fatto che siamo di fronte ad una provocazione e ad uno scempio che nulla hanno a che fare con la libertà di espressione artistica e di fronte ad un attacco del genere siamo pronti ad occupare fisicamente il teatro olimpico affinchè questo scandalo non abbia compimento”. Forza Nuova attacca direttamente la giunta comunale: ” Non è la prima volta che Bulgarini e compagni stuprano la nostra città permettendo azioni disgustose e prive di ogni rispetto, ma quello che si configura nella circostanza é un vero e proprio reato previsto dalla legge mancino, dove, la nostra religione e il simbolo per eccellenza della cristianità, vengono umiliato da una pratica di masturbazione pubblica”. “ci auguriamo prevalga il buonsenso, se devono dar vita a schifezze del genere,vadano al bocciodromo,” dichiara Daniele Beschin, coordinatore provinciale del movimeto, “non al teatro olimpico. Come del resto ha dichiarato Angelica Liddel, il teatro è sacro, non ha senso ed è fuori luogo, renderlo luogo per inutili e strumentali provocazioni. Questo Forza Nuova non lo permetterà mai.”
La risposta di Bulgarini: “Prima di criticare si dovrebbe almeno avere il buon gusto di assistere ad uno spettacolo. Squadrismo culturale a Vicenza (e non solo). Da Salvini a Forza Nuova, che minaccia di impedire fisicamente la rappresentazione, passando per il centrodestra di opposizione in città, i novelli censori preventivi – nostalgici del Medioevo e dell’Indice dei libri proibiti – vogliono cancellare “Prima lettera di San Paolo ai Corinzi”, spettacolo di apertura del Ciclo classico, in Olimpico dal 18 settembre, firmato da Angelica Liddell, la più importante regista europea di teatro d’avanguardia. A parte le idiozie di chi, accecato da demagogia e ignoranza, ulula contro uno spettacolo che non ha visto accusandolo insensatamente di essere un oltraggio offensivo del Cristianesimo (è viceversa una messa in scena, certo aspra e sofferta e urticante, sul senso del Sacro e del Divino nel mondo materialistico di oggi), conta un punto e uno solo: la libertà. Libertà di ricerca dell’artista, che deve essere assoluta. Libertà di ciascuno di noi di decidere se andare o non andare in un teatro, cosa guardare, cosa leggere, cosa pensare. I piccoli epigoni di Salvini pretendono di cancellare entrambe queste libertà, invocando una censura politica o ecclesiastica: mi auguro che la città sappia reagire a chi predica il ritorno al Medioevo. Nel guardaroba degli squadristi le magliette con su scritto “Je suis Charlie”, evidentemente, sono già passate di moda.

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