5 Giugno 2015 - 14.18

VICENZA – “Tangenziale di Vicenza: un’altra Borgo Berga? No grazie!”

borgo berga

Comunicato al vetriolo dei Cristiani per la Pace di Vicenza, da tempo in prima linea contro il progetto Tangenziale Nord. L’associazione vicentina punta il dito contro quello che definisce ‘ecomostro’ di Borgo Berga, contro il Dal Molin e solleva preoccupazioni e dubbi sul progetto dell’infrastruttura viaria che, nell’intenzione degli amministratori, dovrebbe risolvere il problema traffico nel settore Ovest e Nord della città.
“Nel lanciare dal settimanale diocesano la seconda campagna “accessi al Dal Molin e tangenziale: verso la class action?” il 23.04.2014 -recita la nota- scrivevamo: “La storia recente di Vicenza è fatta anche di “regali avvelenati” come il Dal Molin e il nuovo tribunale (piove dentro, riscaldamento condizionamento non funzionano ecc…) che si è portato in dote lo scempio di Borgo Berga. Non vogliamo che questa storia si ripeta nuovamente”.
A distanza di un anno, sul sito di O.U.T. (Osservatorio Territoriale Urbano di Vicenza) sull’ecomostro padano di Borgo Berga leggiamo cosa dicono le indagini di Procura, Anac e Corte dei Conti su Borgo Berga: la Procura di Vicenza indaga il direttore generale del Comune di Vicenza, Antonio Bortoli; l’ANAC (Autorità anticorruzione) di Cantone “boccia il “PIRUEA”; la Corte dei Conti indaga per un possibile danno erariale ai danni del comune.
Passerà alla storia dell’amministrazione di Vicenza il botta e risposta in commissione territorio fra la Consigliera Dovigo e il direttore generale Bortoli. Dovigo: “Dov’è il verde pubblico a Borgo Berga?”. Bortoli: “Sono gli argini”. Dovigo (incredula): “Ma gli argini del Bacchiglione non sono calpestabili!”. Bortoli: “Signora, in nessuna legge è scritto che il verde pubblico deve essere calpestabile!”. Ci siamo subito chiesti: “Ma quali sono gli interessi che il Direttore Generale del Comune di Vicenza sta perseguendo a Borgo Berga?”.
L’ecomostro padano di Borgo Berga non è un’eccezione, ma – purtroppo – una triste “normalità” anche per la scarsa trasparenza delle amministrazioni, alla quale le associazioni e i comitati di OUT non intendono rassegnarsi. L’accesso agli atti è un diritto sancito dalla normativa comunitaria e nazionale scarsamente applicato non solo a Palazzo Trissino, non solo dall’arch. Bortoli su Borgo Berga, ma, ad esempio, anche da chi come l’ing. Diego Galiazzo è il dirigente del settore infrastrutture per la “tangenziale” di Vicenza.
Singolare l’iter della lettera inviata dai sindaci di Vicenza e Caldogno il 27.02.2015 all’ANAS che definirebbe il tracciato dalla SP46 al Dal Molin, lettera che non è stata presentata nemmeno ai consiglieri della commissione territorio appositamente convocati il 19.03.2015. Da oltre 60 giorni sette comitati di OUT (Italia Nostra, Civiltà del verde, Legambiente, cristiani per la pace, comitato bretella Biron, comitato Pomari, Comitato S. Giovanni) chiedono anche al Comune di Caldogno – la lettera in copia conforme all’originale che, a detta del sindaco Vezzaro (prot. 3797/r 15.05.2015) “lo scrivente Comune non è in possesso della suddetta documentazione in originale”.
Documentazione che scotta?
In attesa dell’arrivo a Vicenza del presidente Mattarella che assieme a papa Francesco invita incessantemente a combattere la dilagante corruzione e di Michele Obama, ci si chiede se nel consiglio comunale di lunedì 11 giugno Variati risponderà all’interrogazione “Costi di progettazione della tangenziale nord di Vicenza” della consigliera Dovigo giacente nelle mani del presidente Formisano dal lontano 23 marzo 2015? Uno dei paradossi della tangenziale è infatti che costa più di un’autostrada ma che è progettata per innestarsi sulla carrareccia della Lobia di 3,15 metri.
A Vicenza seguiranno poi le visite del presidente Mattarella, particolarmente sensibile al tema della corruzione, e della first lady Michelle Obama.

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