18 Novembre 2016 - 11.21

VICENZA – Sesso, bordelli e militari nella Grande Guerra

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Di tutte le storie che il centenario del primo conflitto mondiale ha contribuito a far riaffiorare, una soltanto non è riuscita a ottenere uno spazio a se stante nelle mille commemorazioni di questi ultimi tre anni: la storia dei rapporti più intimi tra le donne e i soldati di quel tempo lontano che furono spesso rapporti in ogni senso amorosi e quindi anche erotici e carnali.
Accanto all’amore materno e coniugale o ai sentimenti romantici e alle nostalgie della normalità affettiva dei giorni di pace, si svolse infatti, in parallelo, la parabola di quella che potremmo chiamare una storia sessuale (e rimossa) della Grande Guerra: esattamente ad essa rimandano molte canzoni che pure sono assai familiari come del resto una notevole quantità di annotazioni presenti nelle memorie e nelle autobiografie di tanti protagonisti e reduci del ’15-’18 saltuariamente utilizzate, con riluttante parsimonia, dagli storici.
In un racconto che alcune ne utilizza e che altre, dimenticate o sostanzialmente censurate, ne recupera, la conferenza spettacolo “La venere vagante alla Gran Guerra” di Emilio Franzina e degli Hotel Rif, in programma mercoledì 23 novembre alle 21 al Teatro Astra, ripercorre senza reticenze aspetti e momenti del periodo bellico da questo preciso punto di vista: esso incluse, infatti, sia gli slanci meglio noti dell’amore materno e dell’amore filiale dei giovani soldati o le passioni amorose di mogli e di mariti (e fidanzati) al fronte, e sia le intuibili pulsioni sessuali di migliaia e migliaia di militari, combattenti o territoriali, confinate di solito, ieri nei fatti ed oggi nel ricordo, in una zona d’ombra pudica e fuorviante.
Ciò nondimeno a soddisfarle durante la guerra, provvidero intanto, nei fronti interni, una miriade di unioni più e meno libere fra giovani maschi in divisa e giovani donne e ragazze spesso per la prima volta avviate al lavoro lontano dai campi (operaie, impiegate, crocerossine): il che avvenne generando motti, frasari e giochi di parole subito recepiti dal canto e dal linguaggio, talvolta edulcorato ma più spesso nel gergo sboccato e “da caserma” in uso fra i soldati e gli ufficiali.
Tutto ciò ebbe immediate conseguenze e inevitabili contraccolpi anche nel potenziamento e nell’apertura ex novo, in Veneto e in Friuli – fino a ridosso del fronte – di numerosi postriboli posti sotto il diretto controllo dell’esercito quasi per affiancare alle caste “Case del Soldato” le più prosaiche case di tolleranza.
Seguendo il filo conduttore di alcune storie di vita e dei principali tornanti del conflitto, ma anche delle immagini e della rappresentazione al femminile della patria in armi, la narrazione intercalata da canzoni (e “canzonacce”) della Grande Guerra si propone di restituire, anche a loro, un onore che sembrava in partenza compromesso e perduto.
“Anche questa iniziativa – sostiene il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci – è promossa dal Comune di Vicenza come evento collaterale in occasione della splendida mostra “Ferro, Fuoco e Sangue! Vivere la Grande Guerra” allestita negli spazi ipogei di Palazzo Chiericati fino al 26 febbraio prossimo. Iniziativa che diventa occasione, come volevamo, per diversi approfondimenti su una delle pagine più buie e terribili della storia dell’umanità. Qua indagata, con coraggio, in un aspetto tanto significativo quanto misconosciuto, e tenuto per molto tempo nascosto”.
Lo spettacolo “La venere vagante alla Gran Guerra” prevede un biglietto di ingresso di 5 euro che si potrà acquistare al Teatro Astra la sera dello spettacolo.
Per informazioni: Museo del Risorgimento e della Resistenza, tel. 0444 222820, museorisorgimento@comune.vicenza.it
La mostra “Ferro, Fuoco e Sangue! Vivere la Grande Guerra” è allestita negli interrati di palazzo Chiericati e si può visitare fino al 26 febbraio dal martedì alla domenica dalle 9 alle 17 (ingresso intero 5 euro, ridotto 3 euro).
Informazioni: http://www.museicivicivicenza.it/it/

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