11 Giugno 2015 - 11.32

VICENZA- Scandalo Borgo Berga, Variati si gioca il posto

Cons com

Attacco a Variati. L’opposizione scende in campo compatta e mira la bersaglio grosso: il primo cittadino di Vicenza. Sullo sfondo l’affaire Borgo Berga sul quale si sta muovendo la magistratura a tutto tondo. Una domanda di dibattito che stasera metterà in luce la pietra del presunto scandalo. “Il sindaco sapeva ma non ha parlato se non dopo le notizie apparse sulla stampa” accusano i consiglieri comunali di centrodestra. “Siamo garantisti ma monitoriamo la situazione” aggiunge Francesco Rucco. “Chiediamo che gli atti vadano in Commissione Territorio riunita con la Commissione Garanzia e Controllo affidata alle opposizioni. Se vi sono state delle responsabilità dirette o indirette devono essere evidenziate e nel caso punite”.
Un attacco che non lascia spazio alla mediazione politica. E Variati lo sa. Sa anche di rischiare un coinvolgimento diretto nella inchiesta che potrebbe avere conseguenze politiche disastrose.

Intanto per il reato di abuso d’ufficio è indagato Antonio Bortoli, ora direttore generale del Comune, al tempo direttore del settore urbanistica. L’accusa: aver garantito la regolarità dell’intervento e aver favorito i costruttori privati a danno del Comune. Quasi contemporaneamente è emerso che anche l’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone ha avviato un’istruttoria sull’insediamento con molte contestazioni. Mentre per presunto danno erariale indaga la Corte dei Conti.

Borgo Berga è una miccia inesplosa da anni. Sulla questione hanno fatto quadrato associazioni ambientaliste e comitati di cittadini riuniti sotto la sigla di Out (Osservatorio urbano territoriale). Fra il luglio 2013 e il maggio 2014 sono stati presentati tre esposti alla Procura, mentre due senatori del Movimento 5 Stelle ne hanno inviato un altro all’Autorità anticorruzione. Tantissime le irregolarità contestate.

L’insediamento sorge su una fetta sottile di terra, una penisola alla confluenza di due fiumi, il Bacchiglione e il Retrone.

L’operazione immobiliare ebbe inizio nei primi anni Duemila con l’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Enrico Hullweck. A Borgo Berga aveva sede lo storico stabilimento industriale Cotorossi, dismesso da tempo e venduto a una società di Silvio Berlusconi. E poi transitato nel portafoglio della potente Maltauro, la società di costruzioni finita in tante inchieste giudiziarie, ultima quella dell’Expo. In quell’area il Comune decide di costruire il nuovo Tribunale. In cambio i privati ottengono l’edificabilità di una superficie di oltre centomila metri quadri.

Nel 2006 il Cotorossi viene demolito, nonostante i veri della Soprintendenza. Per prima cosa si andò a realizzare il Tribunale, che, secondo gli esposti sui quali indaga la Procura, sarebbe abusivo perché non rispetterebbe le distanze da fiume.

Nel 2008 l’amministrazione divento’ di Centrosinistra, ma nonostante da consigliere regionale avesse tuonato contro il Tribunale (definito “un mostro”), il nuovo sindaco Achille Variati (Pd) fa approvare una variante urbanistica che conferma tutte le volumetrie degli edifici commerciali e residenziali ancora non costruiti. Viene solo modificata la viabilità. Il nuovo progetto, realizzato da due architetti portoghesi, Gonçalo Byrne e Joao Nuñes, si rivela quasi identico al precedente.

È proprio questa variante, predisposta da Bortoli, l’oggetto dell’inchiesta giudiziaria. Stando alle notizie che trapelano, sono state effettuate perquisizioni nell’ufficio e nell’abitazione privata del dirigente comunale. Sarebbero in corso anche accertamenti bancari. In base a una consulenza chiesta dalla Procura, l’accordo fra il Comune e i costruttori sarebbe molto più vantaggioso per questi ultimi: ammonterebbe a 11 milioni il danno per la parte pubblica. Stando alle carte dell’inchiesta, Bortoli avrebbe consentito «modalità edificatorie illegittime, attestando anche in maniera falsata la proporzionalità delle prestazioni corrispettive fra privato e pubblico.
Non è tutto perché a poche centinaia di metri da Borgo Berga dovrebbe sbucare un tunnel che passa sotto monte Berico, opera complementare prevista dai lavori per l’Alta velocità. Con il rischio che si stravolga per sempre un assetto sul quale vigila anche l’Unesco, più volte chiamata in causa dai comitati di cittadini.

La partita si sposta dunque ora in Consiglio Comunale per una seduta che si presenta infuocata.

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