27 Maggio 2015 - 15.48

VICENZA – Il Comune perde la guerra con la società The Goal. Rimborso milionario? L’interrogazione di Dalla Negra

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Il consigliere comunale di Forza Italia, Michele Dalla Negra interviene in merito alla vicenda dell’immobile in costruzione in viale Trieste da parte della società The Goal SpA inoltrando un’interrogazione. Dopo la sentenza del TAR del Veneto, premette Dalla Negra, che dava ampia ragione alla società cassando l’atteggiamento dell’Amministrazione Comunale, quest’ultima ha impugnato il provvedimento del Tribunale di Venezia innanzi al Consiglio di Stato. La sentenza del Consiglio di Stato ha dato ragione alla The Goal SpA con motivazioni che suonano estremamente gravi: “L’appello è infondato… le contradittorie posizioni assunte dall’Amministrazione risultano sufficientemente sintomatiche di un oggettivo travisamento”. Ricorda l’assessore di Forza Italia che, all’epoca del ricorso pendente al TAR del Veneto, l’allora assessore all’edilizia privata, Pierangelo Cangini, della propria velleitaria azione ne faceva una “bandiera” e motivo di vanto dell’assessorato da lui diretto a sostegno dell’asserito fatto che a Vicenza gli abusi stavano diminuendo.
IL FATTO. Nel 2011 la società The Goal iniziò a costruire un condominio al numero 94 di viale Trieste. Dopo le segnalazioni di alcuni residenti, il Comune di Vicenza effettuò un sopralluogo e stabilì che l’opera non rispettava il progetto e le distanze dagli immobili vicini. Il Comune acquisì il condominio dopo che nel maggio 2012, il direttore del settore edilizia privata Michela Piron, emise un’ordinanza di demolizione delle parti ritenute abusive. Pierangelo Cangini, assessore all’edilizia all’epoca, si fece portavoce di questa battaglia.
Iniziò una guerra legale nella quale prima il TAR accoglie il ricorso della società e successivamente il Consiglio di Stato dà torto al Comune che… proprio al Consiglio era ricorso. Nel gennaio del 2015 il tribunale penale, che procedette d’ufficio per presunto reato di abusivismo contro la società, arrivò ad una sentenza di assoluzione: “il fatto non sussiste”.
Ora la vicenda sbarca nuovamente in consiglio con Dalla Negra.
Il consigliere ricorda anche che il blocco del cantiere ha causato ingenti danni non solo alla società costruttrice ponendo la stessa in grave crisi anche con il sistema creditizio, ma anche a società del Gruppo. L’Amministrazione aveva disposto anche l’acquisizione al patrimonio comunale dell’immobile e tale vicenda avrebbe prodotto non solo danni materiali e di immagine ma anche conseguenze personali, umane e morali, a carico dei soggetti coinvolti che hanno patito un vero e proprio calvario. Vi sarebbe poi la spada di Damocle dei danni che la società andrà a formulare e che verosimilmente saranno di notevole valore. Dalla Negra, sempre in premessa all’interrogazione, ricorda i reiterati tentativi da parte dei legali della società The Goal SpA di trovare un accordo ai quali l’Amministrazione Comunale ha opposto un fermo diniego.
Dalla Negra chiede quindi di sapere se l’Amministrazione Comunale abbia opportunamente già previsto specifiche risorse in bilancio per far fronte alla certa richiesta di risarcimento danni che la società Goal SpA formulerà;
se vi sia il rischio concreto di debiti fuori bilancio e per quale motivo vi è stato un atteggiamento di totale chiusura nei confronti di una possibile soluzione transattiva ripetutamente perorata dai legali della The Goal SpA anche e soprattutto dopo la sentenza del TAR Veneto che vedevano il Comune di Vicenza soccombente;
chiede inoltre per quale motivo l’Amministrazione Comunale abbia assunto, come rilevato nelle sentenze, “posizioni contradditorie travisando i termini della vicenda”.
In chiusura dell’interrogazione Dalla Negra, chiede se non si ritenga che, nel momento in cui vanno affrontate situazioni di così rilevante importanza, sia opportuno valutare anche le complesse conseguenze sia di carattere economico che umano che un’azione velleitaria e aprioristica dell’Amministrazione Comunale può creare, rifuggendo da posizioni che fanno dell’assenza e/o dello scarico di personale responsabilità il motivo dominante per addossare poi sull’intera collettività il costo di azioni assunte da pochi.

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