20 Marzo 2024 - 11.53

VICENZA – Fra rotatorie demenziali e passaggi pedonali micidiali

di Alessandro Cammarano

Vicenza città di code lunghissime, di rotatorie fantasiose, di incroci che quelli di un sudoku a sedici quadrati in confronto sono acqua fresca; il tutto a rendere il traffico, soprattutto nelle zone di accesso alla città – e non solo in auto – un’avventura che oscilla fra il tragico e il demenziale.

Partiamo proprio dalla zona della stazione ferroviaria e dell’attigua autostazione, che i lavori di “riqualificazione” di qualche anno fa hanno reso una trappola mortale per gli automobilisti – dei quali va comunque segnalata la tendenza a trasgredire – che si trovano a doversi barcamenare fra strettoie e passaggi pedonali “fantasiosi”.

Andiamo con ordine: Viale Milano e Viale Venezia dovrebbero essere strade a scorrimento veloce, o perlomeno fluido; e invece no.

Il piazzale della stazione, oggi riservato ai soli taxi, ha ristretto la carreggiata che si va a schiacciare sulla rotatoria detta “del boccino di Harry Potter” che permette il deflusso verso viale Roma, il tutto condito dalla marea di autobus che devono per forza accostare a bordo strada creando dei tapponi fantozziani nei quali resta bloccato chi volesse incautamente procedere verso Santa Libera e Borgo Berga.

La ciliegina sulla torta è data dal passaggio pedonale che porta a Campo Marzo tagliando appunto Viale Venezia che, se non regolato – cosa che avviene solo nelle ore di punta – dalla Polizia Municipale, diventa una trappola capace di bloccare il traffico sine die. Ci si chiede come una città possa rimanere bloccata per l’arrivo di un treno e come mai non si sia pensato nei decenni scorsi, ad un passaggio in sicurezza dei pedoni che porterebbe il vantaggio di non intasare la città dividendola in due. Le file si formano da San Felice alla Stazione e, dall’altra parte, da viale Risorgimento alla stazione. E… quando si passa, è tutto a posto? No! C’è il secondo passaggio pedonale davanti alla vicina stazione SVT, sempre a rischio investimento studenti.

Non va meglio su Viale Milano e sull’immissione in Corso San Felice diventato, grazie o per colpa dei supermercati che spuntano come funghi – altro argomento che potrebbe essere oggetto di analisi – e delle loro rotatorie dalle forme talora surreali. La rotatoria in questione ha, di fatto solo due braccia sull’asse principale. Il terzo braccio è una stradina di ingresso al supermercato (non bastava fare un… ‘ingresso al piazzale del supermercato?). Il terzo braccio inutile avrebbe avuto senso solo se si fosse realizzata la bretellina che voleva Claudio Cicero per sgravare il traffico e portarne una parte in uscita su via Genova.

Si va dall’ellisse al fagiolo, passando per l’Urobòro, che poi sarebbe guarda caso il serpente che si morde la coda, il tutto a favorire l’ingresso al discount di turno ma a rendere nello stesso momento terrificante il deflusso dei veicoli che finiscono a passare più tempo a girare come criceti nella ruota che non ad uscire dal centro.

Ritornando verso Est, usciti dal cul-de-sac della stazione ci si pianta in coda a Santa Libera grazie al suo quadruplo incrocio regolato da semafori coi quali si rischia di doversi fermare in salita per alcuni minuti anche se poi si dovesse semplicemente svoltare a desta in direzione Gogna.

A proseguire verso Borgo Berga e poi per la Riviera ci trova imbottigliati e peggio va a chi volesse raggiungere Casale; tutto migliora dopo la Rotonda, forse anche perché la più bella tra le ville di Palladio ha il potere supremo, con la sua simmetria perfetta, di mettere chiunque in uno stato di calma rilassata.

Un capitolo a parte merita la nuova bretella che dal Villaggio del Sole porta verso Costabissara permettendo di evitare quel carosello pericoloso che è la rotatoria dell’Albera.

Il manufatto è molto più che utile, ma quando si sbocca sulla doppia rotatoria che reimmette sulla Pasubio si ha la netta sensazione di essere capitati in una roulette russa per auto tanto la segnaletica è confusa e ingannatrice.

Tutte le città sono così? No, non tutte. Adesso mi si dirà che son un esterofilo e che quello che si fa in altri paesi è meglio; però a ben guardare ci sono città che hanno risolto il traffico urbano in maniera esemplare.

Zurigo – mi piace vincere facile, lo so – ha risolto creando una tangenziale sotterranea che raccoglie la città e i sobborghi in un anello che permette di raggiungere in breve tempo sia il centro che le principali arterie extraurbane.

Anche meglio – ma con qualche scandalo in più – ha fatto Madrid, città fino a qualche anno fa praticamente impossibile da girare in auto tanto il traffico era caotico e deregolamentanto.

L’amministrazione locale ha investito due interi bilanci annuali per realizzare l’interramento della vecchia autostrada-raccordo anulare M30 che circonda la città: nelle ore di punta qualche ingorgo immancabilmente si crea, ma normalmente il traffico sotterraneo scorre che è una meraviglia e – parafrasando Celentano – dove una volta c’erano auto adesso ci sono giardini.

Non sarebbe bellissimo avere un tunnel che da Campedello portasse direttamente a Vicenza Ovest? Sognare non fa mai male.

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