12 Marzo 2021 - 18.21

Vaccini e Covid: quando i benefici superano i rischi

Cosa avreste fatto voi, se foste stati al posto del Magistrato che ha disposto i primi accertamenti sulla morte di Stefano Paternò, il sottufficiale della Marina deceduto dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Astrazeneca?Sareste andati a vaccinarvi?Sento già il coro dei “NO”!Invece è proprio quello che ha fatto il Sostituto Procuratore Gaetano Bono, titolare dell’inchiesta in questione.Il quale ha dichiarato: “Mi hanno somministrato la prima dose del vaccino proprio dopo poche ore aver saputo della morte di Paternò. Sono convinto che la campagna vaccinale deve andare avanti, perché prima saremo vaccinati e prima supereremo questa emergenza sanitaria. Non si può non avere fiducia”.Dobbiamo considerare il dott. Bono un eroe? Una specie di novello Enrico Toti che lancia la stampella contro al nemico?Dieri proprio di no! Il dott. Bono è semplicemente una persona razionale, che fa coscienziosamente il proprio lavoro, alla fine del quale ci dirà le conclusioni cui è arrivato.Ma che nel frattempo non assume un atteggiamento da “caccia alle streghe”, e che ragiona sulla base dei fatti, e non delle emozioni.Intendiamoci, nessuno vuole minimizzare alcunché!E’ giusto che a guidarci debba esserci il principio di massima precauzione, e di conseguenza che qualsiasi incidente di percorso correlato alla campagna vaccinale debba essere approfondito e studiato scrupolosamente.Ma almeno bisognerebbe avere la pazienza di aspettare l’esito delle indagini, e non lanciarsi lancia in resta contro la ditta produttrice, emettendo un drastico giudizio di pericolosità ed inaffidabilità.Ed in questi casi a “tagliare la testa al toro” non c’è che l’autopsia.Che, per fare un esempio analogo a quello di Paternò, a fronte della morte del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Maniscalco, ha stabilito la mancanza di alcuna correlazione fra il decesso, avvenuto per infarto, e la vaccinazione.E’ evidente che le tensioni accumulate dopo un anno di pandemia, che purtroppo si prospetta ancora lontana dall’essere controllata e, diciamocela tutta, la cultura “no vax” che in questi anni ha “inoculato” il virus del dubbio sull’efficacia vaccinale, ma soprattutto sui rischi connessi, ha creato un clima piuttosto teso, per usare un eufemismo.Che viene per di più esaltato ed esacerbato dai media, e da certi titoli sparati solo per attirare lettori.Partiamo quindi dai fatti, i quali ci dicono che da giovedì alcuni Paesi europei hanno sospeso in via precauzionale la somministrazione di vaccini prodotti dalla società Astrazeneca, a seguito di qualche segnalazione di problemi circolatori (in particolare trombosi) riscontrati in alcune persone vaccinate da poco.Anche l’Italia, giustamente, ha bloccato un lotto del vaccino in questione, onde consentire le doverose verifiche.Va detto subito che l’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, ha diffuso un comunicato, in cui ribadisce l’assenza di elementi per sostenere la correlazione fra i decessi ed il vaccino, precisando inoltre che: “i benefici del vaccino continuano a superare i rischi, e la sua somministrazione può continuare, mentre proseguono le indagini sulle trombosi”.Anche l’Agenzia Italiana AIFA ha chiarito che al momento non esiste alcun nesso di causalità fra il vaccino e gli eventi luttuosi.Ma sappiamo bene che le rassicurazioni delle Autorità sono percepite come “interessate”, e comunque di parte, ed a fugare i timori a nulla servono sia le statistiche relative ai test effettuati in fase di sperimentazione dei vaccini, sia i dati relativi agli effetti collaterali riscontrati nella fase di somministrazione.Tutti sanno che nella fase di test dei vaccini, ci sono due gruppi di volontari. Ad un gruppo viene iniettato il vaccino, e all’altro il cosiddetto placebo, di fatto acqua fresca, e poi si confrontano i risultati, sia in relazione alla protezione indotta contra la malattia, sia agli effetti collaterali.Cosi ad esempio, durante la sperimentazione di Johnson&Johnson su circa 22mila placebi si sono registrati dieci eventi di trombosi, di cui uno mortale.E’ evidente che, avendo i soggetti in questione ricevuto un’iniezione di acqua fresca sarebbero morti lo stesso per embolia, infarto o trombosi.Per quanto riguarda invece gli eventi conseguenti alla somministrazione massiva del vaccino Astrazeneca, quello attualmente incriminato, l’EMA ha reso noto che gli eventi tromboembolitici riscontrati sono stati 30, a fronte di 5 milioni di dosi iniettate in Europa.Ancora più favorevoli di dati forniti dall’Inghilterra, che a fronte di 8milioni di dosi iniettate, ha riscontrato 23 episodi trombo vascolari.E’ del tutto evidente, di fronte a questi dati, che il rischio, ammesso che le correlazioni esistano, è del tutto marginale.Ma poiché ognuno guarda la sua di pelle, e le paure sono “umane”, è evidente che nei prossimi giorni sarà difficile continuare a vaccinare con Astrazeneca, perchè la gente sarà portata a rifiutarlo.Ma si tratta delle stesse persone, compreso chi scrive, che sono abituate a buttare giù qualsiasi tipo di farmaco senza badare agli effetti collaterali.Che si sono, per ogni tipo di farmaco!   Nessuno di noi guarda ad esempio il “bugiardino” dell’Aspirina, o della Tachipirina, che somministriamo senza problemi anche ai nostri ragazzi.Provate a leggerlo, e vi renderete conto!E parlo dell’Aspirina, che siamo soliti considerare un farmaco totalmente innocuo.Non vorrei avervi dato l’impressione di voler sminuire le preoccupazioni che sicuramente coinvolgono buona parte degli italiani.Ecco perchè alle paure, pur giuste, dei cittadini, le Autorità devono rispondere facendo chiarezza con la massima urgenza, e soprattutto trasparenza.Perchè non è in ballo il solo vaccino Astrazeneca, ma la fiducia complessiva dei cittadini nella campagna vaccinale, che, al di là delle farneticazioni dei no vax, resta l’unica vera strategia praticabile per vincere la battaglia contro il Covid 19.Ed a quel punto il danno sarebbe irreparabile.Per chiudere con un sorriso, che fa bene anche in questa fase drammatica, consiglierei ai Dirigenti di Astrazeneca di andare da un esorcista, o comunque da un esperto di “malocchio”.Perchè, a dispetto che si tratta di un vaccino efficace e di facile gestione (si conserva in un normale frigorifero, a differenza di quello della Pfizer che va tenuto a meno 75 gradi), il suo percorso è cominciato male, e proseguito peggio. Ricordiamo il tira e molla dell’Aifa sui destinatari; prima solo ai 55enni, poi solo fino a 65, e infine somministrazione consentita senza limiti di età.E già questo aveva instillato nelle nostre menti, almeno in quelle di coloro sopra la soglia dei 55, qualche dubbio.Se a questo aggiungiamo questi ultimi incidenti di percorso, Astrazeneca rischia di restare bollata per sempre come un “vaccino da evitare”.E sarebbe un vero peccato, perchè più vaccini abbiamo a disposizione, prima si può sperare di uscire dal tunnel.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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