17 Maggio 2021 - 12.18

Un giudice a Verona per l’anziana oltraggiata

di Umberto Baldo

Le cronache di sabato riportavano la notizia che i carabinieri di Pastrengo hanno denunciato in stato di libertà due giovani italiani, S.M di 24 anni, ed M.M. di 26, entrambi domiciliati in provincia di Verona, per aver minacciato ed offeso un’anziana signora.
La denuncia si riferisce ad un episodio avvenuto a Verona lo scorso 20 gennaio 2021.
Secondo quanto ricostruito, la donna viaggiava a bordo di un autobus, nel quale i due giovani stavano conversando con le mascherine abbassate sul mento.
All’invito dell’anziana ad indossare correttamente il dispositivo, i due prima hanno reagito tossendole platealmente contro, poi le hanno sputato addosso, insultandola ed augurandole di morire.
Il tutto ovviamente condito da frasi talmente aggressive da indurre l’autista a fermare l’autobus, ed a chiamare le forze dell’ordine.
A quel punto i due, che evidentemente non avevano alcuna intenzione di spiegare il proprio comportamento indegno ai Carabinieri, sono scesi dal mezzo, non prima però di aver sputato addosso a qualunque passeggero si ponesse loro davanti.
Gli uomini dell’Arma non si sono però fermati, ed hanno continuato nell’attività investigativa, ascoltando attentamente le testimonianze, visionando i filmati delle videocamere di sorveglianza, ed alla fine sono riusciti a raccogliere elementi probatori sufficienti per denunciare i due energumeni alla Procura di Verona per il reato di minacce.
Credo che innanzi tutto vadano ringraziati i Carabinieri per la loro perseveranza nel perseguire i reati, anche quelli meno clamorosi come questo, e spesso mi trovo a pensare a quale frustrazione debbano provare questi uomini dello Stato quando alla fine di indagini magari complesse, vedono i responsabili assolti, o condannati a pene talmente lievi da far pensare ad una sostanziale impunità.
Ma l’episodio di Verona, purtroppo uno dei tanti che succedono ogni giorno in Italia, testimonia che viviamo in tempi difficili.
Tempi caratterizzati dalla violenza, dal sopruso, dall’aggressività.
Tempi in cui gli insulti sono diventati il pane quotidiano in tutti gli ambienti, trasformando il disprezzo e la scortesia in una presenza quasi costante nelle nostre città e nei nostri paesi.
A mio avviso il problema è che ci siamo quasi assuefatti a questa dilagante violenza, fisica e verbale, nella vita di tutti i giorni, ed alla sua rappresentazione mediatica sui social.
E pur condannandole, per certi versi abbiamo sempre più la tendenza a considerare queste esecrabili forme di sopraffazione a danno di persone deboli ed innocenti, un qualcosa di connaturato alla vita quotidiana, un qualcosa di inevitabile.
E che sia in atto un costante imbarbarimento dei rapporti umani lo dimostrano le sempre più frequenti aggressioni nei confronti di medici, insegnanti, autisti di autobus, ed operatori pubblici in generale.
E’ evidente che chi aggredisce un medico od un infermiere perchè deve aspettare il proprio turno al Pronto soccorso, o un insegnante nello svolgimento della sua attività didattica, magari perchè non ha dato un bel voto al proprio pargolo, in realtà esprime rivolta e disprezzo nei confronti delle Istituzioni, e di chi le rappresenta.
Così anche le offese e gli sputi di quei due gentiluomini contro l’anziana signora di Verona sono anch’essi una ribellione verso le regole del vivere civile, nella specie un rifiuto violento delle disposizioni in tema di protezione anti Covid.
E qui non c’entrano nulla le convinzioni personali sull’esistenza o meno del virus, o sulla necessità di vaccinarsi o meno!
Qui parliamo del fatto che ormai la gente per bene, la gente onesta e rispettosa delle leggi viene vituperata, e spesso anche malmenata, in nome di un mal inteso diritto di libertà.
E non cediamo all’illusione che ciò sia una conseguenza delle limitazioni imposte dalla pandemia, perchè sono anni che assistiamo, scioccati ed impotenti, ad un progressivo degrado delle regole, calpestate da soggetti che hanno in mente solo i propri diritti, e non anche i propri doveri.
Ed a colpire è l’indifferenza di questi soggetti verso gli effetti che il proprio comportamento ha sugli altri, cioè quando si parla forte al telefonino in treno, si buttano rifiuti per strada, o si lascia la cacca del cane nel parco dove vanno i bambini o sulla strada dove passeggiano gli anziani, o si danneggiano le panchine, e ancora quando si viola il codice della strada mettendo a repentaglio le vite altrui, o si gettano i rifiuti della propria attività commerciale in discariche abusive, o si costruisce una casa dove non è permesso.
E non sto parlando ovviamente solo dei giovani, i quali anzi a mio avviso sono i terminali, in parte forse anche incolpevoli, di questo processo, perchè è evidente che abbiamo progressivamente sottratto loro ogni modello di riferimento.
Ed un ragazzo o una ragazza senza punti di riferimento sarà disorientato, e più incline a mettere in atto comportamenti aggressivi assieme a coetanei con cui “fare branco”.
Nel nostro immaginario siamo abituati a considerare il bullo un soggetto più o meno di età adolescenziale, ma è chiaro che attualmente non è più così.
Il bullismo non ha né sesso né età, e cosa sono i due soggetti che hanno sputato all’anziana signora, nella civilissima Verona, se non due bulli?
Oltre a tutto senza alcuna giustificazione possibile legata all’età, perchè a 24 e 26 anni si è uomini adulti a tutti gli effetti.
Confesso che non sono molto ottimista sull’immediato futuro, perchè ritengo che non esista un antidoto contro bullismo, maleducazione e violenza, ed è difficile cercare soluzioni dall’oggi al domani che sradichino completamente il problema.
Ma di una cosa sono certo, e cioè che la soluzione non possa che passare attraverso l’educazione, e quindi attraverso la famiglia e la scuola.
La quali devono essere chiamate a ricostruire il “sistema dei valori”.
Viviamo in un’epoca in cui, dopo millenni, sono improvvisamente venute meno le grandi narrazioni ideologiche, cui si è aggiunta quella che Sabino Acquaviva chiamava l’ “eclissi del sacro”.
In altre parole un momento storico in cui tutte le tradizionali autorità normative, dai Partiti alle Associazioni di rappresentanza, dalle Istituzioni pubbliche alla Chiesa, hanno in qualche modo perso di legittimazione; e questo vuoto deve essere colmato, riscrivendo se serve la grammatica dei valori, con fermezza e anche durezza.
Partendo, come accennato, dai nuclei familiari e dalle istituzioni scolastiche, supportate in questo dai pubblici poteri.
Nel frattempo ritengo sia indispensabile anche la repressione dei comportamenti devianti, e quindi mi auguro che ci sia finalmente a Verona un Giudice che faccia pentire quei due individui che hanno offeso la dignità di un’anziana Signora minacciandola, sputandole addosso, e financo augurandole la morte.
Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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