7 Marzo 2022 - 9.43

Ucraina e centrali nucleari. Caccia allo iodio: i rischi del fai da te

di Umberto Baldo

Gli esseri umani hanno strani modi per reagire alla paura, in particolar modo quando l’oggetto dei timori è la salute.
Se poi queste ansie sono assecondate da suggerimenti idioti, come quello di Donald Trump che nel 2020 in piena pandemia da Covid consigliò di bere o iniettarsi disinfettanti come la candeggina, come meravigliarsi se a seguito delle notizie dei combattimenti attorno alle centrali nucleari ucraine la gente trovi sollievo alle proprie ipocondrie nell’accaparrarsi pastiglie allo iodio?
Ci mancavano poi le notizie provenienti da Belgio e Svizzera, diventate ovviamente virali in un attimo, per scatenare la corsa all’accaparramento.
Ma cosa dicevano queste notizie?
Che in Belgio, dove le compresse allo iodio sono distribuite gratuitamente solo a coloro che risiedono nei pressi di una delle 7 centrali nucleari attive, da sabato c’è stato un vero e proprio assalto alle farmacie di tutto il Paese per richiedere “compresse anti radiazioni a base di iodio”.
Passando poi alla Svizzera, che però è un mondo a parte, dato che in quel Paese sono disponibili 365mila rifugi privati e pubblici per circa 9milioni di posti protetti (gli elvetici sono in tutto circa 8,7milioni), il Governo ha avvisato che in caso di allerta la popolazione dovrà provvedere al proprio sostentamento per diversi giorni, dotandosi di alimenti a lunga conservazione, di 9 litri d’acqua, nonché dei medicinali più importanti.
Capite bene che ce n’è abbastanza per far alzare le antenne a coloro che vivono in costante apprensione per la propria salute, o che hanno un’ossessiva tendenza a sopravvalutare anche i minimi disturbi.
E così un po’ ovunque in Italia, ed anche nelle farmacie del nostro Veneto è iniziata la caccia alla pastiglia, con una massiccia richiesta di prodotti a base di iodio, anche di semplici integratori alimentari contenenti questo elemento chimico.
Inutile dire che la corsa alle compresse anti-radiazioni sta rapidamente esaurendo le scorte nelle farmacie, per cui è prevedibile che la ricerca si sposterà nel mondo on line, dove potete constatare che sono immediatamente comparsi prodotti a base di iodio, in vendita al momento a prezzi abbordabili, anche se mi resta il dubbio su cosa ci sia veramente dentro queste compresse o polveri.
Sarebbe troppo facile liquidare queste paure dei cittadini come forme di ipocondria collettiva, magari scherzando sulle ansie di questi “malati immaginari”.
E sarebbe quindi sbagliato ironizzare bollandole sdegnosamente come isterie!
Molto meglio, e più corretto, fornire indicazioni su base scientifica, sperando che le reazioni non siano di tipo “talebanico” come quelle dei “No vax” che abbiamo visto nei due anni scorsi.
Tanto più che, pur essendo passati tanti anni da quel 1986 quando scoppiò il reattore di Chernobyl, la memoria di quell’evento, e delle sue conseguenze nella vita quotidiana, è ancora viva.
Allora vediamo le cose che ritengo sia necessario sapere.
E quindi la prima domanda è la seguente: a cosa serve lo iodio?
Lo iodio è un elemento chimico che serve alla tiroide per produrre gli ormoni tiroidei, utili per il corretto funzionamento dell’organismo. Senza il giusto apporto di iodio, la tiroide non è in grado di funzionare.
Lo iodio radioattivo, che si svilupperebbe in caso di incidente nucleare, per la tiroide è uguale allo iodio normale , e quindi tenderebbe ad accumularlo, cosa che favorirebbe il rischio di sviluppare un tumore tiroideo.
Per evitare questo accumulo di iodio radioattivo si deve saturare la tiroide con dello iodio non radioattivo, sotto forma di compresse di ioduro di potassio a dosaggi molto elevati. Saturandosi di iodio “buono” per 24-48 ore la tiroide non assorbirà e accumulerà lo iodio radioattivo, che quindi verrà espulso o decadrà.
Questo il meccanismo, che però è bene rimarcare vale solo per la tiroide, perchè lo iodio non protegge certo da altre sostanze radioattive, né tanto meno dalle radiazioni.
Va poi chiarito che in Italia lo iodio necessario a fare la cosiddetta iodo-profilassi in caso di incidente nucleare non è un prodotto normalmente presente sugli scaffali delle farmacie. Trattandosi di dosaggi molto elevati di iodio, devono essere preparati appositamente, ed in caso di nube radioattiva sul territorio nazionale la distribuzione alla popolazione spetterebbe al Servizio sanitario di ogni Regione.
Venendo alle tipologie di soggetti per i quali sarebbe indicata la iodio profilassi, la medicina la raccomanda solo per determinate fasce di età.
Infatti il rischio di sviluppare un tumore tiroideo da esposizione alla radiazioni dipende dall’età , ed è massimo nella fascia 0-18 anni, si riduce sensibilmente nella fascia oltre i 20 anni, per quasi annullarsi dopo i 40 anni.
Come accennato i dosaggi previsti sono estremamente elevati, tanto che per ottenere un “blocco” della tiroide per 24-48 ore, ovviamente su soggetti under 40, servono 130mg di ioduro di potassio, circa mille volte di più rispetto alla dose giornaliera di iodio raccomandata normalmente.
Ne consegue che è assolutamente sconsigliato fare una iodo profilassi per periodi prolungati, e non ha alcun senso sottoporsi ad una cura preventiva.
I rischi di effetti avversi, dato che lo iodio viene espulso dai reni, sono altissimi.
Capite bene che nella valutazione rischi-benefici che deve sempre essere fatta con un medico prima di sottoporsi ad una qualsiasi terapia, esclusa in ogni caso l’assunzione di ioduro di potassio a fini preventivi sulla base del principio “non si sa mai”, la stessa è giustificata solo in caso di un effettivo incidente nucleare, tanto più che la sostanza deve essere assunta qualche ora prima dell’esposizione alla nube radioattiva, o al massimo entro 6-8 ore. Somministrazione ritardate non solo riducono fortemente l’efficacia, ma possono essere addirittura contro producenti in quanto possono indurre la tiroide a trattenere proprio lo iodio radioattivo.
Non mi ripromettevo certo con queste righe di ridurre o allontanare i timori che la guerra in Ucraina sta giustamente suscitando in ognuno di noi.
Ma le angosce non devono trasformarsi in psicosi, e portarci ad assumere comportamenti che alla fine possono diventare auto lesionisti.
Lo so bene che la fiducia nei potenti è ormai ai minimi, e che nutriamo tutti dubbi rispetto al fatto che non ci dicano tutto su quanto sta avvenendo veramente attorno alle centrali nucleari dell’Ucraina.
Ma fino a che non si abbia una notizia certa di un incidente, fare profilassi fai da te non ha senso, oltre che essere pericoloso per la nostra salute.
Limitiamoci quindi ad assumere lo iodio che serve giornalmente alla nostra ghiandola tiroidea attraverso il normale sale marino iodato.
Magari abbracciando quell’adagio che recita: “Ecco il rimedio per l’ipocondria; mangiare e bere in buona compagnia”.
Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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