1 Agosto 2023 - 9.44

Spiagge: cosa si può fare e cosa no (accesso al mare, cibi, cani)

Umberto Baldo

Questi sono i giorni in cui iniziano le vere grandi vacanze degli italiani perché, nonostante tutti i ragionevoli inviti a spalmare le ferie anche in altri periodi dell’anno, agosto rimane sempre agosto, il mese d’elezione per piazzarsi stabilmente su una spiaggia ad arrostirsi al sole.

Come noto esistono due categorie di spiagge; quelle in concessione, le più attrezzate, gestite dai cosiddetti “balneari”, e poi quelle “libere” dove si può stazionare senza pagare nulla.

Inutile dire che nelle spiagge libere si vede un po’ di tutto: tende che a volte assomigliano a padiglioni, tutte le tipologie di ombrelloni, sedie e sdrai, spesso anche barbecue dove farsi la grigliata.

Avendo abitudini mattiniere, in special modo di domenica vedo moltissime persone trascinare carrellini pieni di attrezzatture e di generi alimentari, al chiaro scopo di accaparrarsi i posti migliori, ovviamente quelli più vicini al mare.

Diverso il discorso per le spiagge in concessione (stabilimenti balneari) per accedere alle quali devi pagare un biglietto, e ti viene assegnato il tuo ombrellone con relativi sdraio.

Evidente che le spiagge libere possano essere considerate il “regno della libertà”, il che non vuol dire che per questo si possa derogare alle basilari norme di sicurezza e del vivere civile (per fare  solo qualche  esempio quando te ne vai devi eliminare ogni rifiuto e lasciare l’arenile pulito, non devi accendere fuochi o falò, e non devi metterti a compiere atti sessuali en plain air); mentre le spiagge in concessione sono soggette a regole ben precise, fissate da norme e da un regolamento redatto dal gestore, consultabili su un apposito cartello affisso di solito all’ingresso dello stabilimento.

Una prima domanda che spesso un qualsiasi villeggiante si pone è: posso accedere al mare attraversando uno stabilimento balneare?

La risposta è inequivocabilmente “SI”.

Perché la legge all’art. 11 co. 2 lett. d) L. n. 217 del 15.12.2011 sancisce “il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione“.   

Questo principio vale ovviamente per le spiagge libere, ma anche per gli stabilimenti balneari, tant’è che i titolari delle concessioni hanno per legge  (Art. 1, co. 251, L. n. 296/2006) “l’obbligo di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione”.

Compie quindi un abuso ed un illecito perseguibile il concessionario che impedisca l’accesso al mare attraverso il proprio stabilimento, o addirittura faccia pagare un passaggio, perché va contro il principio che la spiaggia è un bene pubblico,  che appartiene al demanio, anche se è data in concessione agli stabilimenti balneari.

Altra problematica su cui si discute risponde al quesito: posso portare e consumare cibi e bevande all’interno di una spiaggia in concessione?

Questo problema esplose letteralmente nel 2022 quando a  Bacoli, località in provincia di Napoli, in uno stabilimento balneare vennero perquisite (sic!) le borse da spiaggia dei clienti per verificare che non contenessero alimenti e bevande portati da casa. Secondo quei gestori era fatto assoluto divieto di introdurre cibo e bevande, e in caso di necessità solo il bar dello stabilimento balneare doveva essere la fonte di rifocillamento.

Evidentemente aver prolungato per troppi anni le concessioni, in barba a quanto consentito dall’Ue, ha portato alcuni balneari a ritenere di essere i proprietari delle spiagge. 

Seguirono ovviamente polemiche roventi, tanto che, dopo un richiamo ufficiale del Sindaco ed una netta presa di posizione dell’ Unione Nazionale Consumatori, in un secondo momento lo stabilimento balneare ha ammesso di aver mal interpretato un articolo presente su un giornale del Sindacato Italiano Balneari.

Va subito detto che la ragione principale, almeno quella addotta da diversi lidi e stabilimenti italiani a sostegno dell’ipotetico divieto, sarebbe la salvaguardia della salute e dell’igiene dei frequentatori della spiaggia. 

Non c’è dubbio che l’introduzione di alimenti in spiaggia possa attirare insetti nocivi come apivespe che potrebbero disturbare i bagnanti, e che il cibo lasciato incustodito potrebbe diventare un’esca per animali come topi e ratti.

Ma questo non autorizza in alcun modo un concessionario gestore di una spiaggia non solo a perquisire, o peggio sequestrare  le borse frigo dei bagnanti (sembrerebbe un’ovvietà eppure!), ma nemmeno imporre il divieto di portare cibo e bevande nello stabilimento.

Qui vale sempre il principio che il gestore di uno stabilimento balneare è titolare solo di una concessione che vale per lo spazio assegnatogli, e che in ogni caso non ha alcun monopolio sulla ristorazione. 

Quindi è piena facoltà del cittadino introdurre cibo e bevande nello stabilimento, ovviamente nel rispetto del decoro.

Detta in altre parole sotto l’ombrellone potete sicuramente mangiarvi il panino, la frittata di maccheroni  o la frutta,  ma non vi è certo consentito fare un pic-nic con tavola imbandita o un barbecue come foste nel vostro giardino di casa. 

In conclusione è assodato che nessun titolare di stabilimento balneare può impedirvi di portarvi cibo e bevande sotto l’ombrellone, perché, nonostante la concessione, la spiaggia è di tutti ed il mare è di tutti, ma è anche vero che a pranzo o merenda consumati dovete raccogliere tutti i rifiuti prodotti, come bottiglie vuote, sacchetti di plastica o contenitori; ossia dovete lasciare tutto in ordine come l’avete trovato. 

Altro argomento dibattuto è se sia consentito portare il cane in spiaggia.

Non è un problema da poco, visto quanti italiani hanno ormai adottato nelle loro famiglie uno di questi animali, e non hanno certo intenzione di separarsi da loro durante l’estate.

Va specificato in primis che per quanto riguarda i nostri amici a quattro zampe non esiste una legge nazionale che regolamenti l’accesso degli animali alle spiagge libere e alle acque demaniali.

Ed è bene inoltre fare ancora una volta la nota distinzione: spiaggia libera o spiaggia privata? 

In caso di spiaggia privata sono i singoli concessionari che possono o meno dedicare a “Fido” specifici spazi, se non l’intero stabilimento, avendo però ottenuto una apposita autorizzazione comunale. Diverso è il discorso per i cani da salvataggio e per i cani guida dei non vedenti, non sussistendo per loro alcun limite di accesso. 

Quanto alle spiagge libere, ogni anno le Regioni, con ordinanza balneare, fissano le prescrizioni che riguardano l’accesso e l’uso della spiaggia, lasciando poi ai singoli Comuni la possibilità di determinare le zone in cui è consentito portare i cani. 

Quindi il consiglio per chi volesse portare il cane a fare il bagno è quello di consultare anzitutto i siti del Comune e della Regione, per trovare l’elenco delle spiagge aperte a questi animali. 

Di conseguenza non fidatevi del passaparola, controllate i cartelli all’entrata della spiaggia, in cui di solito è specificato se possiamo o meno entrare con il cane, la fascia oraria ed il periodo di riferimento. 

Resta comunque valido il principio che in assenza di espliciti divieti regionali, comunali o delle Autorità marittime, valgono anche per le spiagge le regole generali per i luoghi pubblici, che prevedono che i cani possano girare solo se sono tenuti al guinzaglio o se hanno la museruola.

Seguendo con intelligenza queste semplici indicazioni potrete senza dubbio godervi la vostra vacanza in spiaggia, evitando problemi o discussioni.

Ma in ogni caso, qualora qualche concessionario “furbacchione” volesse impedirvi di accedere alla battigia, o vi vietasse di portarvi cibi e bevande (per vendervi solo i suoi), vi consiglio di fare subito  una semplice telefonata ai vigili urbani o alle Capitanerie di Porto.

Vedrete che vi risolveranno il problema.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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