8 Ottobre 2025 - 10.30

Salvata dai democristiani, ma col pugno alzato. La rivoluzione con l’immunità parlamentare

Ieri ho visto una foto di Ilaria Salis, raggiante, che alzava il pugno chiuso per esultare del voto di oggi: l’Eurocamera le ha confermato l’immunità, 306 voti a favore e 305 contrari. Un soffio.

Eppure c’è poco di rivoluzionario in questa “vittoria”: a salvarla sono stati anche i voti del PPE, il partito di Ursula von der Leyen.  

Altro che rivolta dal basso; qui è la casta che si protegge da sé. 

Per anni e anni tutta la sinistra ha tuonato contro la destra, accusandola di difendersi DAL processo anziché NEL processo. 

Silvio Berlusconi (che io non ho mai votato, sia chiaro!) ne fece un’arte, e si proclamava perseguitato politico.

Oggi la storia si ripete, solo che la protagonista sventola la bandiera dell’antifascismo. 

Ma la sostanza non cambia: Ilaria Salis è l’EREDE PIU’ COERENTE DELLA TRADIZIONE BERLUSCONIANA. 

Solo che al posto del sorriso televisivo, alza il pugno chiuso.

Le accuse che la riguardano precedono la sua elezione, e non hanno nulla a che vedere con il mandato parlamentare. Anzi, le si contestano comportamenti in palese contrasto con la democrazia e l’ordine costituzionale.

Eppure è stata candidata proprio per sottrarla al processo ungherese — lo hanno detto apertamente a suo tempo Fratoianni e Bonelli. 

Gli stessi che per anni accusarono Berlusconi di essere sceso in campo per salvarsi dai tribunali.

Allora era un abuso. Oggi è antifascismo. Bene, ne prendo atto.

Comunque la si veda si tratta del trionfo dell’ipocrisia e del doppiopesismo. 

Perché per certa gauche è così; c’è una regola e poi c’è una regola che vale solo per loro. C’è un divieto e poi ci sono le varie declinazioni, a secondo di quale sia il soggetto coinvolto.

Per giustificare questa incoerenza, si è persino arrivati a dipingere l’Ungheria come una sorta di Paese di torturatori di “compagni antifascisti”.  Ma nessuno propone seriamente di espellerla dalla UE.     Anzi, Budapest continua a ricevere fiumi di denaro europeo — anche italiano.

Festeggino pure Ilaria Salis, i suoi sodali di Partito, ed i Centri Sociali. 

Ma sorrisi e pugni alzati non cancellano la realtà: Salis NON E’ STATA SALVATA DAL POPOLO ANTIFASCISTA, bensì da un patto di potere tra gruppi parlamentari, soprattutto DEMOCRISTIANI. 

Non era in gioco solo la sua immunità: era un favore di palazzo, una stretta di mano tra caste.

Si goda pure questa raccomandazione, ma, per decenza, abbassi quel pugno. 

Quella andata in scena ieri è stata solo una farsa, per di più abbastanza imbarazzante.

PS: La questione Salis dovrebbe innescare nel Partito Democratico, almeno sottotraccia, la domanda: Si può seguire il movimentismo fino a farsi dettare l’agenda, ma al tempo stesso candidarsi come alternativi alla guida del Paese?   Gli esponenti più avveduti, i più esperti di politica, a mio avviso dovrebbero cominciare a rifletterci. 

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Testata Street Tg Autorizzazione: Tribunale Di Vicenza N. 1286 Del 24 Aprile 2013

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