17 Novembre 2022 - 11.24

Natale risparmioso: manuale di tecniche assurde per ‘sparagnare’

di Alessandro Cammarano

Il Natale si avvicina, manca poco più di un mese, e quest’anno la data appare più funesta che mai; con l’inflazione galoppante – e la conseguente erosione del poter d’acquisto legato ad un aumento dei prezzi al consumo che non si vedeva dagli anni Ottanta del secolo scorso – ci sentiamo tutti più “parsimoniosi” e in qualche maniera bisogna cercare di non farsi travolgere dalla festività prossima ventura.

Fortunatamente gli italiani, tra le poche doti che possiedono, sono in grado di elaborare o di riportare in uso strategie machiavelliche per dribblare le incombenze natalizie magari facendo pure, agli occhi degli altri, una discreta figura.

Fino ad oggi sul cenone della Vigilia e sul pranzo di Natale si è sempre teso a non lesinare: e se quest’anno le cose andassero in maniera diversa? sulle tavole imbandite potrebbero comparire tortellini con ripieno “gusto prosciutto” – leggasi ripieno-poltiglia arricchito con aroma chimico di natura incerta al cui confronto il “sapore barbecue” di certi hamburger serviti nelle megacatene diventano presidi Slowfood – cotti in brodo di sole ali di pollo.

L’immancabile “cappello del prete” e gli altri bolliti potrebbero poi cedere il passo a sole verdure lesse in nome di un’improvvisa conversione al veganismo, con la quale si giustificherebbe anche il panettone senza uvette-canditi-glassa e magari pure privo di latte e uova.

Se si decidesse di esagerare un bel caffè di cicoria e un torrone di bagigi sarebbero splendida conclusione.

Ovviamente si pranzerebbe in cucina “così non dobbiamo riscaldare il salone”, allietati da un albero di natale rigorosamente senza lucine.

Chiaramente il tutto sarebbe condito da affermazioni del tipo “Era ora di farla finita con questo consumismo selvaggio che ha privato le feste di qualunque significato” o “Che bello tornare a festeggiare come facevano i nostri nonni in tempo di guerra”, il tutto rosicando una crosta di parmigiano o spolpando una zampa di gallina.

Il problema degli inviti a parenti ed amici costituisce da sempre un problema non indifferente: ecco dunque qualche idea per sfrondare la lista degli ospiti.

Informare tutto il parentado che si è deciso di non fare nulla, né pranzo né regali, in quanto – in nome della solidarietà e dell’impegno civile – abbiamo optato per una cospicua donazione alla “Salviamo il topo muschiato Onlus” o alla Fondazione “Cammino senza piede equino”, senza dimenticare l’AAOO, Associazione Assistenza Orfani Ottuagenari.

Altra soluzione: trovare un oggetto di contesa con parenti ed amici in modo da litigare selvaggiamente a ridosso del Santo Natale decidendo di non rivolgersi mai più la parola, mettendo così al riparo anche i Natali futuri.

In anni passati alcuni immaginifici geni hanno messo a punto uno stratagemma strepitoso: fingere di partire per una vacanza da sogno rimanendo invece segregati in casa.

Qui l’organizzazione deve essere perfetta e i social aiutano; l’annuncio del viaggio da sogno deve essere dato con congruo anticipo, si deve “partire” quando un buon numero di testimoni sia presente, il rientro a casa non può che avvenire con il favore delle tenebre e la dispensa di casa deve essere fornitissima perché si resterà segregati per almeno una settimana.

Il resto lo fanno Instagram e un buon programma di fotoritocchi; naturalmente si deve fare grande attenzione al meteo della località nella quale si sta “villeggiando”, perché pubblicare una storia con sfondo di Dolomiti assolate quando invece in quel momento sulle Tofane infuria una tormenta siberiana potrebbe far cadere il palco sulla vacanza a Cortina.

Inoltre bisogna proprio fare dei regali? In questo caso si può sempre ricorrere al riciclo, stando ovviamente attenti – in questo caso è bene tenere una sorta di registro di chi ci ha donato cosa – a

non rifilare a zia Eufrosia i guanti di pile che ella stessa ci aveva incartato due anni fa e che aveva a sua volta ricevuto per il suo compleanno dalla biscugina Domitilla Maria.

E perché non regalare i buoni pasto non utilizzati? In fondo una spesa gratis fa sempre comodo e se li si usa all’hard-discount il carrello si riempie di prelibatezze tipo salame “Mondo Norcino” o biscotti “Mugnaio Bianco”.

La soluzione migliore, proclamata da alcuni estremisti, sarebbe l’abolizione del Natale tout-court: più passano gli anni e più mi sento vicino a loro, nel frattempo impariamo dal Grinch, che sull’argomento la sa lunga.

Alessandro Cammarano

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