23 Agosto 2023 - 9.22

Mister Italia, voglio diventare famoso: fenomenologia del vuoto pneumatico

Lo sapevate che esiste un concorso di bellezza maschile che si chiama “Mister Italia”?
Mi sono informato, e ho appurato che è nato nel 1983, è aperto a ragazzi dai 16 ai 33 anni di età che possono partecipare gratuitamente, ed è collegato ai maggiori Male Beauty Contest mondiali,
ll meccanismo è esattamente lo stesso degli analoghi concorsi di bellezza femminile, e prevede, tappa dopo tappa, dei ragazzotti (a ben guardare non proprio tutti degli adolescenti imberbi, ma giovani uomini bell’e fatti) che sfilano su una passerella in costume da bagno, poi in abbigliamento casual ed infine in abbigliamento elegante, davanti ad una Giuria che vota, e alla fine decreta il vincitore.
Messa così potrebbe sembrare un classico gioco dell’estate, tanto per intrattenere i turisti dopo una giornata passata ad arrostirsi al sole, ed in particolare le turiste femmine, che forse perché si tratta di concorsi meno diffusi di quelli di bellezza femminile, immagino più interessate ed attratte da bicipiti scolpiti e addomi a tartaruga.
Vi starete certamente chiedendo: ma se ce ne parli vuol dire che fra quel pubblico c’eri anche tu?
Non proprio, almeno non nel senso di essermi seduto fra gli spettatori a valutare “il più bello”; ma sì, la sera di venerdì scorso stavo passeggiando in quel di Rosolina Mare, e dato l’alto livello del volume degli altoparlanti piazzati sul palco all’aperto, proprio non ho potuto non ascoltare un quarto d’ora di manifestazione.
Dico sentire, perché non mi sono neppure avvicinato al palco, in quanto oggettivamente poco interessato al prodotto fatto sfilare.
Bene, come qualche anno fa si faceva a Miss Italia (dico si faceva, perché non mi ricordo neppure l’ultima volta che l’ho vista in Tv, e non lo dico per spocchia, ma proprio per totale repulsione verso questo tipo di concorsi), anche a Rosolina Mare il singolo concorrente prima di sfilare in passerella veniva presentato, gli si chiedeva il segno zodiacale (sic!), e gli si poneva la “fatidica domanda”: quali sono le tue aspirazioni, cosa sogni nella vita?
Il tutto si svolgeva a ritmi piuttosto incalzanti, per cui ho potuto sentire i “sogni nascosti” di parecchi di questi “Adoni da concorso”.
Confesso che mai come in occasioni come queste capisco di essere ormai vecchio, ma non nel senso degli anni, bensì’ della mentalità, della weltanschauung, per dirla con un termine che amo usare perché dice tutto.
Già perché nei miei anni verdi alla domanda “quali sono le tue aspirazioni, i tuoi sogni?” sono certo che la maggior parte dei miei coetanei avrebbe risposto “voglio fare il chirurgo, il magistrato, l’avvocato, il professore universitario, il giornalista” o magari anche il generale dei carabinieri.
Quelli erano i modelli di un tempo!
Bene, sui sei ragazzi (per modo di dire perché qualcuno di loro dichiarava anche una trentina d’anni) di cui ho sentito mio malgrado le aspirazioni, il primo ha dichiarato “desidero diventare famoso nei social media”, ad un altro bastava semplicemente “diventare famoso”, un altro ancora “voglio fare l’attore”, un altro “il cantautore”, e comunque tutte risposte di analogo tenore.
Se ci pensate bene tutte le “aspirazioni”, tutti i “sogni” hanno un denominatore comune; “la fama”.
Già essere famosi, questo è il mantra, il totem, di fronte al quale tutto passa in second’ordine.
Ma cos’è la Fama?
La fama (dal latino fari che significa parlare) nella mitologia romana era una divinità allegorica, era la personificazione della voce pubblica.
E non a caso la si immaginava come un mostro alato gigantesco, capace di spostarsi con grande velocità, coperto di piume sotto le quali si aprivano tantissimi occhi per vedere; per ascoltare, usava invece un numero iperbolico di orecchie, e diffondeva le voci facendo risuonare infinite bocche nelle quali si agitavano altrettante lingue.
Grandiosi i nostri padri latini, che riuscivano a immaginare e personificare le voci, le chiacchiere, le dicerie, che accompagnano sempre una persona famosa.
Provate a sostituire voci, chiacchiere, dicerie, con link, follower, emoji, like e quant’altro, ed il gioco è fatto.
Il mostro alato dei latini si è trasformato nella Rete internet, che è diventato purtroppo per i nostri ragazzi una sorta di mondo reale.
E di conseguenza tutti aspirano alla fama, a diventare famosi in Rete, anche se in negativo, e ciò spiega perché gesti criminali efferati come uno stupro viene filmato per essere poi pubblicato sui social (vedi Palermo nei giorni scorsi dove una 19enne è stata crudelmente stuprata da 7 uomini, con tanto di riprese video).
In poche parole si sta affermando fra i giovani l’idea che un fatto, una cosa, esistano solo se si trovano postati in Rete!
Ed ecco perché per diventare famosi non esiste alcun limite, ed alla fin fine l’unica vera aspirazione collettiva del mondo giovanile è diventare “influencer”.
Certo ci sono furbacchioni che l’hanno capito da mo’ dove si andava a parare, e si sono attrezzati per diventare dei guru della Rete, riuscendo a vivere alla grande grazie ai clic dei follower.
E se poi dietro c’è anche della oggettiva capacità imprenditoriale, ecco spiegato il fenomeno Chiara Ferragni.
Tornando al concorso di “Mister Italia”, vi confesso che di fronte alle risposte dei concorrenti cui accennavo sopra, sono sbottato in un liberatorio: “ma che razza di generazione di deficienti abbiamo creato?”
Mia moglie mi ha lanciato un’occhiataccia perché, come faccio di solito, avevo parlato a voce alta, e chi mi stava attorno aveva cominciato a guardarmi con una certa attenzione.
Forse qualcuno avrà magari pensato che fossi preda dei fumi dell’alcol!
Ovviamente mi sono ricomposto, ma ho continuato a riflettere su questo fenomeno che io considero ormai sociale.
Le risposte dei ragazzi di “Mister Italia” sono a mio avviso la conferma che fama e ricchezza sono le ossessioni primarie nella società in cui viviamo, e a mio avviso segnalano la follia dentro cui ci muoviamo ogni giorno.
Molti ne sono direttamente contaminati, ma il rischio maggiore è sicuramente per i più giovani, i più esposti alle manipolazioni.
Diventare influencer, diventare ricchi velocemente e senza fatica! Temo che sempre più persone si perdano dentro questi mondi fatti di follie oniriche.
La conseguenza percepibile è che purtroppo la società attuale e la Rete hanno trasmesso ai giovani l’idea che fare soldi sia semplice, per cui non conoscono più il valore del denaro, della fatica che si fa a guadagnarlo, e arrivano quindi a disprezzare un lavoro “comune”.
D’altronde come poteva essere diversamente dato i modelli che vengono loro proposti da televisioni e media?
Sbaglio o l’attimo di celebrità, l’illusione di far parte dei volti noti, sono il principio su cui si fondano gran parte dei reality show, talk show e altri format televisivi di successo?
Non credo sia un caso se “Amici”, la trasmissione cult di Maria De Filippi, si chiamasse all’inizio “Saranno famosi”.
Allo stato dell’arte, non credo sarà facile cambiare registro, ma prima o poi spero che anche i ragazzi si renderanno conto che l’immagine dell’uomo o della donna vincenti non può essere quella di una persona che passa la giornata ad ostentare il proprio fisico, la propria ignoranza, o semplicemente il proprio modo di parlare o comportarsi.
Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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