18 Marzo 2022 - 16.14

Matthias Martelli con “Mistero Buffo” al Ridotto del TCVI

Arriva, finalmente, e conclude la stagione di prosa al Ridotto, “Mistero Buffo” di Dario Fo e Franca Rame, regia di Eugenio Allegri, interprete uno strepitoso Matthias Martelli, oggi, venerdì 18 marzo alle 20.45. Arriva, tardiva, la celebrazione dei 50 anni di “Mistero Buffo” che debuttò nel maggio del 1969 in un’aula occupata dell’Università Statale di Milano – “una lezione di storia inaudita travolgente e festosa”, come la definì Dario Fo. La versione “celebrativa” – portata in scena al Ridotto del Teatro Comunale da Matthias Martelli – è un lavoro preparato durante una residenza artistica al Tcvi, nell’ambito del progetto We Art 3, poco prima della pandemia. Dopo il debutto nel luglio del 2020, “Mistero Buffo – edizione per i 50 anni”, una produzione Enfi Teatro, è stato ininterrottamente sui palcoscenici italiani ma anche all’estero, come al London Theatre 1, riscuotendo ovunque uno strepitoso successo per le capacità interpretative e affabulatorie di Matthias Martelli. Attore, autore e giullare, come ama definirsi, “non è un clone di Dario Fo ma è un interprete che da vero fenomeno a sé prende a ottimo pretesto un’opera fabulatoria del Novecento rimodulandola col sarcasmo sociale di nostre culture e crisi”.

“Mistero Buffo” è considerato da sempre il capolavoro di Dario Fo e Franca Rame; nella riproposizione di quest’opera straordinaria, pensata per una celebrazione speciale, Eugenio Allegri, regista di lungo corso, grande conoscitore del teatro popolare, dirige Matthias Martelli con limpidezza: l’attore è solo in scena, senza trucchi, con l’intento di coinvolgere il pubblico nell’azione drammatica, passando in un lampo dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale, toccando temi e argomenti che come sempre riguardano anche la società civile e il nostro tempo, un’ora e mezzo di teatro in stato di grazia, in grado di affermare la forza “sovversiva”, artisticamente ma anche politicamente, dell’arte comica.

Matthias Martelli, vincitore dei premi Alberto Sordi, Locomix e Uanmensciò e del premio nazionale di cultura Frontino-Montefeltro, riporta in vita il grande lascito teatrale, politico e culturale di Dario Fo, con un linguaggio e un’interpretazione nuova e originale, nel segno della tradizione di un genere usato dai giullari medievali, in un testo teatrale unico nella sua forma di monologo: la combinazione sapiente dei due ambiti – comicità irresistibile e accesa satira politico-sociale – genera oggi, come allora, uno spettacolo deflagrante sul piano dell’ilarità collettiva, un atto che esprime un moto di ribellione, di rivendicazione, di identità e che afferma una consapevolezza comune e una comunità di intenti tra attore e pubblico di forza inaudita.

“Mistero Buffo” affonda le sue radici in una forma di teatro che, attraverso la lingua corporale ricostruita col suono, con le onomatopee, con scarti improvvisi di ritmo, con la mimica e la gestualità spiccata dell’attore, passa continuamente dalla narrazione all’interpretazione dei personaggi, trasformandoli all’occorrenza dal servo al padrone, dal povero al ricco, dal santo al furfante, per riprodurre sentimenti, reazioni, relazioni, e tutte quelle altre cose che fanno, infine quella rappresentazione sacra e profana chiamata commedia.

Il lavoro per questa riedizione di alcune delle più celebri giullarate, non è quindi il risultato di una ricerca libresca, astratta, sulla cultura popolare nel Medioevo, ma è la possibilità di ritrovare una nuova visione del mondo: quella della storia fatta dal popolo. Vissuta e raccontata dal popolo stesso, in opposizione alla storia ufficiale, attraverso la voce del giullare il popolo parla direttamente, demistificando il sacro e il potere, utilizzando l’arma del riso e del grottesco. E questo fin dal Medioevo. Ed è per questo che “Mistero Buffo fa parte della cultura europea da secoli, ed è questa universalità della tradizione dei giullari medievali, che “fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati” la motivazione del Premio Nobel per la letteratura assegnato a Dario Fo nel 1997.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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