31 Ottobre 2025 - 10.38

Kim Kardashian e gli influencer laureati all’Università della Strada, scoprono che la NASA esiste davvero

Giuseppe Balsamo

(foto generata con l’intelligenza artificiale)

Pare che il 2025 ci abbia regalato un’altra grande rivelazione cosmica: Kim Kardashian ha scoperto… la Luna. O meglio, ha deciso che nel 1969 non ci siamo mai andati. Sì, proprio così: tra un filtro e un lip gloss, la fondatrice di Skims ha trovato il tempo per dubitare di una delle imprese più documentate della storia dell’umanità.

Durante l’ultima puntata del reality The Kardashians, Kim ha confidato di essere “affascinata dalle teorie del complotto” e di sospettare che lo sbarco sulla Luna sia stato una messinscena. L’ispirazione, a quanto pare, le è arrivata dopo aver letto un articolo in cui Buzz Aldrin — il secondo uomo a mettere piede sul suolo lunare — avrebbe detto che la missione “non è mai accaduta”. Peccato che quella frase non esista da nessuna parte, se non nel magico universo parallelo in cui gli influencer diventano esperti di astrofisica dopo due video su TikTok.

La NASA, con una pazienza degna di un genitore esasperato, ha deciso di intervenire. Sean Duffy, amministratore ad interim dell’agenzia spaziale, ha taggato Kim su X (l’ex Twitter) per ricordarle, testuali parole: “Sì, siamo stati sulla Luna… sei volte! E con la missione Artemis ci torneremo”. Tradotto: cara Kim, il fondotinta si può rifare, la storia no.

La Kardashian, lungi dal fermarsi, ha rilanciato chiedendo lumi su una cometa interstellare chiamata 3I/ATLAS, probabilmente convinta che fosse un nuovo brand di skincare spaziale. Duffy, con santa calma, le ha spiegato che no, non ci sono alieni, e che “ATLAS” non è un nuovo modello di borsa ma il nome del sistema che ha scoperto la cometa.

La NASA, forse nella speranza di un miracolo educativo, l’ha perfino invitata ad assistere al prossimo lancio della missione Artemis. Lei, per ora, non ha risposto — probabilmente sta controllando se l’outfit “moon ready” è in linea con la palette stagionale.

Il bello è che tutto questo non è nemmeno nuovo: le teorie complottiste sul falso allunaggio girano dagli anni ’70, e ogni decennio trovano nuovi adepti — di solito armati di smartphone, ego smisurato e diploma in “università della strada”.

C’è però qualcosa di poeticamente ironico nel fatto che serva la NASA per smentire una Kardashian. Forse il vero mistero dell’universo non è se siamo stati sulla Luna, ma come siamo finiti in un mondo in cui l’opinione di un’influencer pesa più di 382 chili di rocce lunari certificate da laboratori di tutto il pianeta.

Ma del resto, in tempi di “esperti autodidatti”, non serve un telescopio per vedere che il buco nero più grande è quello dell’ignoranza.

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