4 Marzo 2022 - 12.42

IL GRAFFIO – Vicenza capitale della cultura, perché Rucco vincerà comunque

di Luca Faietti

Vicenza capitale della cultura 2024. Scriviamo questo testo venerdì 4 marzo, prima di ascoltare ciò che il sindaco e gli altri partecipanti diranno nel corso dell’audizione davanti alla commissione che deve scegliere fra dieci diverse città, quale dovrà rappresentare l’Italia fra due anni nel campo della cultura. I competitor sono agguerriti e il fatto stesso che Chioggia sia ancora in corsa non depone a favore di un coordinamento regionale, ma tant’è.
Chi si sta spendendo in prima linea per ottenere l’investitura di capitale della cultura è sicuramente il sindaco Francesco Rucco, che ha lavorato in maniera assidua negli ultimi mesi per mettere in campo una proposta culturale di ampio respiro, coinvolgendo aziende, moltissimi comuni della provincia e anche realtà del terzo settore, oltre alle associazioni culturali in senso stretto.
Ora si può vincere o perdere, in ogni caso un progetto c’è e non esiste alcun motivo per gettare tutto all’aria nel caso la capitale della cultura fosse una città diversa da Vicenza. Il contributo nazionale per sviluppare le iniziative è infatti minimo a fronte delle risorse che vengono mobilitate a livello locale e allora sarebbe giusto giocare anche da soli. Certo il richiamo della capitale della cultura fa muovere le masse, ma si potrebbe sempre ragionare con un budget di promozione pensato per l’occasione.
Cosa intendo dire? Dico che questo progetto potrebbe trasformarsi in una formidabile arma per la corsa (in realtà già aperta) per la prossima campagna elettorale. Con ogni probabilità si voterà per il prossimo sindaco di Vicenza nella primavera del 2023, quindi in ogni caso prima dell’anno di promozione culturale per il quale oggi ci si candida. In caso di vittoria non vi è dubbio che Francesco Rucco potrebbe utilizzare il successo del suo team per porre le basi della richiesta ai vicentini per un secondo mandato. In caso di sconfitta dovrebbe utilizzare la strategia attuale che ha dimostrato di riuscire a coalizzare attorno ad un progetto il meglio della città e della provincia. In qualsiasi modo la si voglia guardare, la corsa per la capitale della cultura è un esercizio di unità e di mobilitazione che non può non essere sfruttata a fini elettorali.
Insomma si può vincere o perdere, ma la corsa vera, quella al secondo mandato, comincia da oggi.

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