9 Giugno 2023 - 8.42

Elly Schlein e quel certo…… odor di sacrestia!

Dopo il pezzo dell’altro giorno su Meloni/Messi pensavo di non ritornare a spron battuto sull’argomento politica italiana, non solo per non tediarvi troppo, ma anche per offrirvi qualche spunto di riflessione su argomenti diversi.

Ma cosa volete, un paio di giorni fa c’è stato un passaggio nel Pd che non può essere trascurato, perché a mio avviso conferma la mia idea sulla progressiva deriva di quel Partito. 

Ma andiamo con ordine.

La Segretaria Elly Schlein ha deciso di defenestrare il Vice capogruppo alla Camera Piero De Luca, sostituendolo con il deputato Paolo Ciani. 

Di primo acchito uno sarebbe portato a pensare; questa mossa della Schlein potrebbe essere uno sgarbo a Vincenzo de Luca, padre di Piero, che la Segretaria non nasconde di non voler ricandidare alla Presidenza della Regione Campania, nonostante l’interesse dell’attuale Governatore per un eventuale terzo mandato.

Ci potrebbe stare, la politica è fatta anche di atti palesemente ostili, di messaggi,  di vendette.

Se non che la cosa non mi convince più di tanto.

Perché?

In particolare per il profilo politico di Ciani,  che è un noto esponente di Demos (Democrazia Solidale), molto legato alla Comunità di Sant’Egidio fin da quando aveva 14 anni.

Uno che da pacifista convinto non ha fai fatto mistero, anche nei suoi voti espressi in Parlamento, di essere contrario a qualsiasi aiuto all’Ucraina.

Ma il bello della faccenda è che il neo Vicecapogruppo del Pd non solo non è iscritto al Partito Democratico, ma ha subito dichiarato alla stampa di non avere alcuna intenzione di iscriversi, e di voler restare, come accennato, Segretario di Demos, un Partito diverso dal Pd, che in quanto tale chiede di poter accedere ai finanziamenti pubblici. 

Vi confesso che a questo punto la mente, almeno la mia, vacilla!

Ma a ben pensarci, perché stupirsi se una Segretaria nazionale eletta ai gazebo dai voti dei “passanti” chiama al ruolo di vice Capogruppo della Camera un esponente politico di un altro Partito, che per di più fa aperto riferimento alla linea pacifista di Andrea Riccardi e della Comunità di Sant’Egidio?

Viena da chiedersi: ma quanto cog…. sono stati i Bonaccini e  altri esponenti del Pd a non capire che aprire al voto dei passanti avrebbe alla fine favorito la vittoria della Schlein, una neo-iscritta completamente estranea alla storia del Partito?

Ma non va però trascurato che molti capi corrente, da Franceschini a Boccia, hanno pensato che la “Segretaria dei Centri sociali” avrebbe portato nuova linfa vitale (sic!) ad un Partito tramortito da une serie di sconfitte elettorali.

Dal punto di vista personale, da vecchio laico, mi viene l’orticaria al solo pensiero che la politica estera del Partito di riferimento della sinistra italiana sia condizionata dall’incenso delle sacrestie.

Appena eletto Paolo Ciani ha subito ribadito le sue posizioni, allineate a Sant’Egidio, con queste parole: “Nel nostro popolo questa discussione c’è, è un fronte molto più ampio di come è rappresentato in Parlamento. Il Pd nella scorsa legislatura ha fatto una scelta legittima, dopo una novità sconvolgente e mentre sosteneva un governo di unità nazionale, ma ora dopo un anno e mezzo di guerra il partito può evolvere in nuove posizioni. Si può anche cambiare parere”.

Come hanno reagito i maggiorenti dei Pd a queste parole, ed alla scelta della Schlein?

Se volete vi faccio elenco di esponenti in aperto dissenso, da Lorenzo Guerini a  Pina Picierno a Piero Fassino, solo per citarne alcuni.

Al coro dei “no” Ciani ha così deciso di puntualizzare: “Le mie posizioni non impegnano né il gruppo né il Pd. Come è sempre stato per gli indipendenti della sinistra, possono coesistere su alcune specifiche questioni punti di vista diversi senza che questi costituiscano profonde fratture”; e la Schlein ha pensato bene di aggiungere: “Ciani ha già chiarito, ha parlato a nome del suo partito che è Demos e con loro abbiamo condiviso l’esperienza delle elezioni. Sull’Ucraina la linea del Pd è ben chiara, non c’è bisogno che aggiunga altro io”.

La classica toppa peggio del buco!

“Mi vien che ridere” declamava il compianto Lando Buzzanca!

Ma se le parole di un Vicecapogruppo alla Camera del Pd non impegnano il Partito, perché mai affidargli quel ruolo?

“Misteri della sinistra in salsa schlieniana”!

Ma al di là dell’odore di incenso cui accennavo sopra, se la nuova linea “pacifista” di Ciani (e della Schlein non prendiamoci in giro!) dovesse passare, come la metterebbe il Pd con  Sergio Mattarella, la cui posizione di sostegno incondizionato all’Ucraina (forniture militari, aiuti finanziari e umanitari) è cristallina e non lascia certo spazio ad ambiguità?

Ma come la matterebbe anche con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz che, nonostante una storica vicinanza della Spd alla Russia e alla Ostpolitik, è determinato nel sostegno militare all’Ucraina insieme alla Nato? 

E con il Psoe spagnolo, ed  con il premier Pedro Sánchez che ha garantito “pieno sostegno” a Zelensky, ed  inviato i carri armati armati Leopard in Ucraina?  

E con il portoghese António Costa;  per non parlare dei partiti socialdemocratici scandinavi, pienamente allineati alla Nato? 

E ove mai la Schlein pensasse di recuperare voti abbandonando la ferma linea politica filo Nato e filo europea di Enrico Letta, le segnalerei che in Europa a perdere più consensi sono proprio i partiti più radicali con posizioni pseudo pacifiste: Podemos in Spagna, Syriza di Alexis Tsipras in Grecia; la sinistra radicale in Portogallo,  e Corbyn  nel Regno Unito.

Di conseguenza la Segretaria “pasionaria” potrebbe trovarsi a dover spiegare al complesso dei Partiti Socialisti europei che la nuova linea del Pd sull’Ucraina  potrebbe essere quella caldeggiata di Ciani, ispirata dalla Comunità di Sant’Egidio!

Non è che ne verrebbe intaccata la credibilità del Partito?

Nessuno mi toglie dalla testa che continuando di questo passo i segretari dei circoli, i responsabili provinciali e regionali, i Sindaci e gli amministratori, e non escluderei molti iscritti al Pd, si troveranno sempre più in difficoltà.

Perché questi militanti in generale vengono da due tradizioni, la comunista e la democristiana; bene o male si tratta di gente che si è formata nella storia del Partito, nella società civile, ed era abituata ad avere una linea politica chiara, qualunque essa fosse.

Il trovarsi all’interno di un Partito ondivago, condizionato da slogan da Centro sociale, incapace di rapportarsi con i bisogni dei cittadini e del sistema produttivo,  guidato da una leader che vorrebbe svoltare (armi all’Ucraina, maternità surrogata, termovalorizzatore di Roma ecc.) ma non ne ha la forza, e adesso in odore di sacrestia, penso  li spingerà in una prima fase a porsi delle domande, poi a porle ai dirigenti, e magari alla fine  a fare scelte dissonanti con l’ideologia (ammesso che ce l’abbia) della Segretaria eletta dai passanti.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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