13 Marzo 2016 - 8.08

EDITORIALE- Calcio e moviola in campo: servirà davvero?

Pro Vercelli - Vicenza

di Marco Osti

Dopo la sua elezione a presidente della Fifa, il massimo organismo di gestione del calcio mondiale, Gianni Infantino ha voluto subito dare una impronta riformatrice, spingendo per l’introduzione di novità importanti nel regolamento dello sport più seguito e diffuso del pianeta e nell’utilizzo della tecnologia in campo.
Il dirigente sportivo italiano naturalizzato svizzero, già segretario generale della Uefa, succede a Sepp Blatter, che ha dovuto lasciare l’incarico dopo la scoperta di un diffuso sistema corruttivo, che ormai vigeva da anni, e di fatto ne ha caratterizzato la presidenza e il mantenimento di un potere assoluto, che sembrava non potesse finire.
Infantino, come era facile intuire, ha voluto quindi iniziare il suo mandato con un chiaro segno di discontinuità, che sicuramente è positivo, ma dovrà trovare conferma in atti concreti e duraturi, soprattutto sul fronte della trasparenza e della correttezza dei comportamenti, per spazzare via qualsiasi pratica illegale e indegna moralmente, da un istituto che, per importanza e diffusione dello sport che rappresenta, deve essere al contrario esempio di lealtà, legalità e correttezza.
Questo è l’aspetto preponderante per il quale verrà giudicato l’operato del nuovo presidente Fifa e le istituzioni sportive italiane, dalla Federazione del Calcio al Coni, è giusto gli diano il massimo sostegno, considerando la difficoltà del compito.
Un minimo di orgoglio per le sue origini italiane dovrebbe poi servire a fare anche sforzi superiori a quelli meramente istituzionali.
In ogni caso, sotto il profilo sportivo, l’utilizzo delle immagini video per alcune fattispecie del gioco e le riforme approvate al regolamento, operative dal prossimo giugno, quindi già dai campionati europei in Francia, sono molto significative.
La questione inerente la tecnologia, già operativa per la decisione su gol non gol in caso di dubbio, sarà oggetto di una sperimentazione di un paio d’anni e riguarderà lo scambio di giocatori in caso di provvedimenti disciplinari come ammonizioni ed espulsioni, il fuorigioco e l’assegnazione dei calci di rigore.
È corretto che una delle preoccupazioni prevalenti sia considerata la necessità assoluta di salvaguardare la fluidità del gioco, che caratterizza il calcio rispetto a molti altri sport, dove si applica il tempo effettivo o semi effettivo e le molteplici interruzioni consentono quindi di visionare i filmati e non incidere sullo svolgimento delle competizioni.
Il calcio in questo senso è diverso e se ne deve tenere conto, pertanto i due anni di sperimentazione dovranno servire proprio a comprendere come e quanto le immagini e la moviola possano essere utilizzati e utili.
Allo stesso tempo è importante anche la conferma che comunque sarà l’arbitro a chiedere l’utilizzo della tecnologia e solo dopo in ogni caso aver assunto una decisione, che sarà quindi modificabile dopo la visione delle immagini solo se le stesse palesano senza alcun dubbio la necessità di rivedere la prima decisione del direttore di gara.
Questo aspetto è importante perché, in caso le immagini lasciassero dubbi su un fuorigioco o un fallo da rigore, dovrebbe rimanere quanto già deciso dalla terna arbitrale, confermando come elemento dirimente il dato umano della percezione che hanno arbitro e guardalinee dal campo.
È chiaro infatti che la mano di un giocatore sulla schiena di un avversario nelle immagini è sempre un contatto, ma la forza dello stesso e l’intenzione di procurarlo non si evincono da un frame di un video, ma solo da chi sul campo corre e giudica vicino ai giocatori. Tutto ciò richiede naturalmente grande attenzione e una modifica anche dell’approccio che la direzione di gara deve dare alle fasi di gioco, pertanto la sperimentazione non solo è una scelta opportuna, ma è indispensabile.
Questa rivoluzione avrà successo in ogni caso solo se ognuno, a iniziare dai tifosi, assimilerà il concetto che la moviola non risolve ogni problema e non sarà in grado di dirimere tutte le fattispecie di un gioco complesso come il calcio, soprattutto considerando la velocità con cui è giocato oggi e si giocherà in futuro.
La tecnologia sarà uno strumento in più, che, se ben utilizzato, consentirà di ridurre i margini di errori, ma non di eliminarli.
Essere convinti di questo principio assume quindi un valore culturale e di etica sportiva da assimilare per rendere questa novità utilissima, altrimenti sarà solo un elemento in più di dibattito fine a se stesso e di polemica e il calcio, considerato in tutte le sue componenti, avrà sprecato un’occasione importante di migliorare.
Le modifiche al regolamento che si applicheranno da giugno sono anch’esse di rilievo, anche quelle molto specifiche e tecniche su cui non ci dilunghiamo.
Va però segnalato che finalmente sarà eliminata la tripla sanzione in caso di fallo in area, con chiara occasione da rete (in gergo definito impropriamente da “ultimo uomo”), che ancora oggi comporta l’assegnazione del rigore e l’espulsione del giocatore reo della scorrettezza, che spesso risulta essere il portiere.
La regola dell’espulsione in caso di chiara occasione da gol negata tramite fallo era stata introdotta perché si era giustamente preso atto che un giocatore lanciato a rete, se subiva un fallo fuori area, c’era sproporzione tra il fatto che sarebbe stato nelle condizioni di segnare e l’assegnazione di una semplice punizione fuori dall’area di rigore, la cui realizzazione è chiaramente difficile.
La norma non ha però mai distinto tra falli in area e fuori area, così l’applicazione della stessa vigeva anche in casi di assegnazione del rigore, con l’evidente sproporzione al contrario dovuta al fatto che, in caso di penalty, la chiara occasione da gol era riassegnata, ma restava l’espulsione del giocatore.
Diverse partite in questi anni sono state palesemente falsate da questa regola, perché vedevano la squadra che ne beneficiava fare spesso gol e in più giocare il resto della partita in superiorità numerica.
Da tempo e da più parti era segnalata questa anomalia, in particolare dalla Uefa e dal suo selezionatore dei direttori di gara Pierluigi Collina, indicato come uno dei migliori arbitri della storia del calcio italiano.
Mai la Fifa guidata da Sepp Blatter prese però in considerazione la richiesta di modifica, che è stata invece subito voluta da Infantino e approvata dall’International Board, unico organismo della Federazione Mondiale che può decidere modifiche al regolamento.
Una istituzione da anni considerata estremamente conservatrice, che in poche settimane ha deciso per la sperimentazione della tecnologica in campo e per nuove regole, anche fondamentali, come quella prima ricordata, a significare che tutto resta immutato e ci si chiude nella difesa del passato solo se non c’è la volontà di cambiare le cose, mentre quando quest’ultima prevale, anche chi pare più restio a introdurre riforme, si trova nella condizione di poterle o doverle fare e anche celermente.
Tutti i dubbi sul perché una gestione inquinata come quella di Blatter preferisse che non ci fossero cambiamenti restano, e sono anzi sempre maggiori, assistendo a quello che sta avvenendo, di cui va dato merito quindi a Infantino, con la speranza che la volontà di rendere il calcio sempre più trasparente non sia solo un impeto post elettorale, ma un suo concreto e duraturo impegno.
Ognuno di noi, dagli organi di informazione, ai tesserati, ai tifosi, avremo però il fondamentale compito di vigilare, di sostenere azioni positive e di denunciare comportamenti che andranno in direzione diversa.
Solo così si potrà costruire un nuovo corso basato sull’etica, la trasparenza e la cultura sportiva, in cui esiste la sconfitta e il riconoscimento dei meriti degli avversari.
Elementi base perché lo sport svolga la sua fondamentale funzione educativa, in particolare per chi oggi è bambino e un giorno potrà essere uno sportivo, ma certamente diverrà un adulto che questi principi dovrà trasmettere ai propri figli.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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