E se fossimo noi ad abolire Musk? Ultima chiamata per l’Europa

E se fossimo noi europei a decidere finalmente il nostro destino? E se smettessimo di oscillare tra la sudditanza tecnologica a Musk, il ricatto politico di Trump e l’aggressione strategica di Putin? Oggi l’Europa è schiacciata tra tre poteri che non la rispettano: l’oligarchia tecnologica americana, il nazionalismo aggressivo statunitense e l’imperialismo russo. A tenerli insieme è un capitalismo estremo che non riconosce più confini, leggi, diritti. La tecnologia è diventata un’arma di dominio, l’informazione uno strumento di manipolazione, la paura una leva di controllo. E l’Europa, finora, ha scelto troppo spesso di obbedire invece che governare.
Musk non è soltanto un imprenditore visionario, è il simbolo di un potere privato che detta l’agenda pubblica. Dalle piattaforme social ai satelliti, dalle infrastrutture digitali alla finanza globale, il messaggio è chiaro: chi controlla la tecnologia controlla la politica. Trump non è solo un candidato ma la voce di un’America che non pensa più in termini di alleati bensì di vassalli. Lo ha già detto: chi non si piega verrà abbandonato. Difesa, economia, sicurezza energetica verranno subordinati a un interesse nazionale interpretato in chiave brutale e transazionale. Putin completa il cerchio sfruttando le divisioni europee, alimentando il caos, investendo nella destabilizzazione permanente. La sua non è solo una guerra militare ma informativa, culturale e politica, una guerra per svuotare l’Europa dall’interno e renderla irrilevante.
Nel frattempo noi ci perdiamo nei decimali dei bilanci, nei veti incrociati, in nazionalismi sempre più piccoli mentre i poteri che contano diventano sempre più grandi. Il rischio non è soltanto l’invasione militare. Il rischio vero è la colonizzazione politica ed economica, diventare una zona grigia del mondo: mercato di consumo, base militare, periferia tecnologica senza sovranità digitale, senza difesa comune, senza una politica estera unitaria.
Serve una reazione adesso. Un’Europa che investa davvero nella propria autonomia tecnologica, che costruisca una difesa comune reale e non simbolica, che parli con una sola voce su energia, guerra, diplomazia e commercio, che metta limiti chiari al potere dei colossi privati e che difenda la democrazia anche contro chi la logora dall’interno. Non c’è più tempo per l’ambiguità, non possiamo più permetterci di essere prudenti mentre il mondo si riarma, si polarizza e si radicalizza. Trump ci anticipa già come saremo spazzati via, Putin lavora ogni giorno perché accada, i nuovi oligarchi globali prosperano sul nostro immobilismo.
L’Europa ha davanti solo due strade: continuare a essere terreno di conquista oppure diventare finalmente soggetto politico della storia. Abolire Musk, in senso politico, significa abolire l’idea che il potere privato possa governare il destino collettivo. Contrapporsi a Trump significa smettere di pensarsi come colonia. Resistere a Putin significa smettere di essere divisi. Non è più una questione di ideologia, è una questione di futuro. E il futuro, se non lo costruiamo noi, verrà deciso da altri.













