“Documenti d’identità o di pazienza? Viaggio tra Italia, Spagna, Francia e Germania”

Immagino che anche voi quando leggete (ed ormai da oltre vent’anni è una costante), che la produttività in Italia è molto più bassa rispetto ai Paesi concorrenti, quasi automaticamente pensiate all’economia ed alle aziende. Affermare che siamo “carenti nella produttività” equivale a dire che abbiamo un motore che gira piano, anche se mettiamo tanto carburante (ore di lavoro).
Tanto per avere un’idea, negli ultimi 20 anni (2000–2020), la produttività del lavoro in Italia è cresciuta quasi zero, mentre in Germania o Francia è cresciuta del 15–20%, e negli Stati Uniti anche di più.
In parole povere questo significa che gli altri Paesi sono riusciti a crescere “a parità di fatica”, mentre noi no.
Ma sarebbe sbagliato pensare che la produttività sia un concetto che riguarda solo il mondo delle “fabbriche”; perché in realtà interessa tutti i settori, nessuno escluso, compresa quindi la Pubblica Amministrazione (PA).
Sempre per dire, se per ottenere un certificato online in un Paese bastano 5 minuti ed in Italia ci vogliono 3 giorni, significa che la PA italiana è meno produttiva, perché impiega più tempo e più personale per lo stesso risultato.
Non occorre essere economisti per valutare la bassa produttività della PA; lo può fare chiunque di noi.
E poiché quando si parla di burocrazia e di servizi pubblici la prima cosa che mi viene in mente sono i documenti personali, ed i relativi tempi e costi per ottenerli, mi sono dilettato a fare un raffronto fra i primi quattro Paesi della Ue.
Il quadro che ne è uscito non solo non mi ha stupito più di tanto, ma mi ha rafforzato nella convinzione che nel nostro Paese la burocrazia non è al servizio del cittadino, come avviene negli altri Paesi, bensì autoreferenziale nella sua tempistica e nei suoi bizantinismi.
Vediamo quindi in breve sia i costi che i tempi necessari per ottenere i documenti che ci sono indispensabili per vivere e muoverci: Carta di identità, Patente di guida e Passaporto.
Certo la casistica potrebbe essere quasi infinita, ma mi sono limitato al “minimo vitale”, a quei documenti che servono per dimostrare la mia cittadinanza italiana.
Partiamo quindi dalla Carta di Identità, e parlo di quella elettronica, della plastic card, perché quello è lo standard mondiale ormai.
CARTA DI IDENTITA’
Nel nostro Paese la Carta d’Identità Elettronica (CIE) ha compiuto da tempo la maggiore età.
Ma ottenerla continua sovente ad essere un’odissea: devi fissare un appuntamento in Comune, a volte prenotabile a mesi di distanza, con conseguenti code e ritardi nella consegna.
Il costo si aggira sui 22 euro (€16,79 al Ministero, più i diritti comunali e quelli di Segreteria). Non un’esagerazione, ma…
In Spagna, con una semplice prenotazione online, si ottiene il nuovo DNI (Documento Nazionale di Identità) elettronico in giornata. Costa €12, e il sistema funziona.
Vi assicuro che ho potuto constatare di persona che è così, accompagnando mio nipote ad un Ufficio della Guardia Civil, e uscendo dopo mezz’ora con la Carta di Identità nuova in mano.
In Francia? Si rinnova presso il Comune di residenza, gratuitamente, salvo casi di smarrimento.
In Germania, si pagano circa €37, ma si esce dal Comune con un documento moderno e sicuro in pochi giorni, senza inutili rimbalzi.
PATENTE DI GUIDA
In Italia il rinnovo patente richiede una visita medica a pagamento, con le solite marche da bollo, ed i consueti bollettini postali. Costo medio: circa 100-130 euro (visita medica + bolli + servizi agenzia se utilizzati).
In Spagna, il rinnovo si fa in mezz’ora presso un centro medico accreditato (Centro de Reconocimiento de Conductores): test rapido, tutto digitalizzato. Viene rilasciata una patente provvisoria valida 3 mesi. Costo: €45–50 in totale.
In Francia, la patente dura 15 anni e si rinnova gratuitamente con un semplice atto amministrativo: In pratica si fa tutto online sul sito ANTS (Agence Nationale des Titres Sécurisés) senza visita medica (salvo patologie).
Anche in Germania, il rinnovo è una formalità di tipo amministrativo che si deve fare ogni 15 anni: niente medico; costo sui 40 euro.
PASSAPORTO
Si tratta del documento più discusso in Italia, per ottenere il quale serve la pazienza di un monaco zen. Prenotazioni con la Questura di competenza solo online, ma le date sono spesso introvabili: mesi d’attesa. Il prezzo si aggira sui 120 euro, tra bollettini e marche da bollo.
Negli anni dopo il Covid i tempi per il rilascio od il rinnovo del passaporto erano diventati la barzelletta nazionale. Lo Stato ci ha raccontato che ciò era dovuto all’impennata delle richieste dopo il fermo del turismo appunto per la pandemia. Ma poiché è successa la stessa cosa in tutti gli Stati, poiché solo da noi ottenere il documento era diventata una vera e propria Odissea?
In Spagna bastano €30 e una settimana.
In Francia, €86, con tempi medi di 2–3 settimane.
In Germania, €60 standard, con possibilità express in 72 ore per €92. E nessuno ti dice: “Torni tra sei mesi, forse si libera un posto”.
Badate bene che sono sempre prodigo di raffronti con altri Paesi europei non per il gusto di denigrare la nostra Italia, ma semplicemente per mostrarvi che, al di là di tutte le chiacchiere e le vanterie dei nostri Demostene, la “produttività” resta carente, e ciò è alla base dei bassi salari e della mancata crescita.
Ma rimanendo al tema di oggi, secondo i dati raccolti nel 2024-2025, l’Italia risulta essere il paese europeo con i costi più alti e i tempi più lunghi per il rinnovo dei documenti personali.
Può piacere o non piacere ai nostri sostenitori del “Made in Italy”, ma un passaporto italiano costa quasi il quadruplo di quello spagnolo, e sui tempi di rilascio non ne parliamo.
E questo dimostra, al di là di ogni disquisizione, che la semplificazione amministrativa nel BelPaese resta ancora più un obiettivo che una realtà.
Eppure gli “altri” sono la dimostrazione che semplificare si può, se c’è la volontà politica ed amministrativa.
Il problema è che, nella nostra impostazione bizantina, noi abbiamo digitalizzato i moduli, ma non le mentalità né le strutture.
In altre parole l’Italia è quel Paese dove digitalizzazione vuol dire stampare moduli online… per poi portarli a mano in Comune.
Alla fine è una questione di cultura; in Europa c’è chi tratta il cittadino da cliente, non da suddito.
Ed è anche in questo piccolo gesto del rilascio o del rinnovo di un semplice documento personale che si misurano il rispetto e la fiducia reciproca tra Stato e cittadino.
Ed ancora oggi, in Italia, questa fiducia è ancora sotto esame.
Concludendo, non si può andare avanti così, in un Paese dove il costo per un passaporto è il doppio della media europea, e dove il rilascio di ogni documento sembra più un favore che un diritto.
Non chiediamo la luna.
Ma almeno che, nel 2025, rinnovare un documento di identificazione non sia più un atto di fede.
Umberto Baldo













