16 Aprile 2024 - 15.39

Casa della Comunità: posata la prima pietra

Ha preso il via ufficialmente ieri, con la posa della prima pietra, il cantiere per la realizzazione della futura Casa della Comunità a Romano d’Ezzelino. Un’opera di grande rilievo per il territorio, come dimostra la presenza alla cerimonia dell’Assessore regionale alla Sanità Manuale Lanzarin, insieme al sindaco Simone Bontorin e alla Direzione Strategica dell’ULSS 7 Pedemontana.

La nuova struttura sorgerà al civico 4 di via Gioberti, dunque in posizione centrale, al posto dello stabile che un tempo ospitava l’Ufficio Tecnico e la Polizia Locale. Un intervento di demolizione e ricostruzione che sarà completato entro l’inizio del 2025, con un investimento di 3,8 milioni di euro finanziato tramite fondi PNRR.

A sottolineare l’importanza dell’opera è anche il Direttore Generale Carlo Bramezza: «Ringrazio l’Amministrazione Comunale che ci ha messo a disposizione a titolo gratuito, per 20 anni, l’appezzamento di terreno nel quale sorgerà la nuova Casa della Comunità, che sarà una struttura strategica non solo per gli abitanti di Romano d’Ezzelino ma anche per i residenti nei comuni limitrofi, che qui troveranno assistenza vicino a casa per una vastissima serie di necessità, dalla presenza di medici e infermieri ai servizi specialistici territoriali. Voglio inoltre ricordare che la normativa prevede l’apertura 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, per le Case della Comunità, che dunque avranno un impatto importante anche sulla riduzione dei codici bianchi in Pronto Soccorso: sarà una vera rivoluzione che porterà più servizi per i cittadini e li renderà più accessibili, consentendo allo stesso tempo un efficientamento complessivo della sanità pubblica. Per questo motivo siamo orgogliosi oggi di posare questa prima pietra, che rappresenta l’inizio di qualcosa che va ben oltre la costruzione di un nuovo edificio».

Sul piano architettonico, la nuova sede si svilupperà su due piani per una superficie totale di 1.064,5 mq. Al piano terra è previsto un punto informazioni, all’ingresso, dal quale si accederà all’area di attesa, con un Punto Unico di Accesso organizzato in open-space e in diretto contatto con l’ufficio amministrativo. Sul lato sud del piano saranno collocati invece tutti i servizi delle cure primarie, dunque con la presenza di medici e infermieri, e assistenziali, mentre sul lato nord troverà spazio l’ufficio amministrativo e una sala polivalente. Sul lato opposto rispetto all’ingresso principale saranno collocati invece i locali per il Centro di Salute Mentale e il Ser.D, garantendo così una maggiore privacy agli utenti del servizio.

Al primo piano, invece, sarà collocato il Consultorio Familiare, il Servizio Tutela per i Minori, la Neuropsichiatria Infantile e altri ambulatori specialistici.

A questo riguardo, va sottolineato che la Casa della Comunità è pensata anche per un’organizzazione innovativa di questi spazi: «Gli ambulatori non avranno una assegnazione univoca – spiega il dott. Eddi Frezza, Direttore dei Servizi Socio-Sanitari dell’ULSS 7 Pedemontana – ma potranno essere utilizzati in modo condiviso da più specialisti secondo un calendario pianificato: questo perché la Casa della Comunità presuppone un modello innovativo, nel quale non sarà più il cittadino a spostarsi da casa ad una sede ambulatoriale centralizzata, ma saranno gli specialisti a recarsi nelle sedi territoriali più vicine ai pazienti per visitarli, chiaramente su prenotazione e secondo un calendario predefinito. In questo modo potremo moltiplicare le sedi dell’attività specialistica territoriale e portare questi servizi più vicino a casa degli utenti, con un utilizzo allo stesso tempo efficiente delle risorse. In questa prospettiva, rispetto alle attuali sedi dei servizi territori la realizzazione delle nuove Case della Comunità ci consentirà di contare su spazi non solo più accoglienti per i cittadini e più efficienti sul piano energetico, ma anche più funzionali rispetto ad una riorganizzazione dei servizi che porrà al centro l’utente».

Una particolare attenzione in fase di progetto è stata posta anche all’impatto estetico del nuovo edificio, che si configurerà come due volumi rettangolari che si incastrano l’uno sopra l’altro: per le finiture esterne è previsto l’utilizzo di intonaco e laterizio faccia a vista. I prospetti, costituiti dall’alternanza di facciata rivestita in pannelli di fibrocemento e finestre a nastro verticale, saranno caratterizzati da un gioco di luci e ombre, chiari e scuri, con l’inserimento di griglie in profilati verticali in corrispondenza delle vetrate più ampie che avranno la molteplice funzione di antieffrazione ma anche di frammentare la luce diretta.

Massima attenzione anche all’efficienza energetica, grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie isolati e all’impiego di un impianto fotovoltaico sull’intera copertura dell’edifizio.su

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