6 Luglio 2022 - 10.03

Bilancia commerciale tedesca “in rosso”

Proprio nel momento del maggior bisogno, in cui, per usare un’immagine, molti “vagoni” del “treno Europa” mostrano serie difficoltà, anche la “locomotiva” sembra palesare qualche segnale di affanno.

Mi riferisco ovviamente alla Germania, il paese economicamente più forte del continente, che dal 2010 svolge il ruolo di guida e riferimento per l’intera Unione Europea.

D’altronde era impensabile che la raffica di eventi che hanno sconvolto il mondo negli ultimi due anni, dalle difficoltà delle forniture del post-Covid fino adesso alla guerra in Ucraina, potessero essere assorbite senza qualche scossone dall’economia, pur forte, della Repubblica Federale Tedesca.

Pur non considerandolo un segnale devastante, penso che comunque non si debba sottovalutare che a maggio la bilancia import-export di Berlino sia finita in rosso, per circa un miliardo di euro.

Si tratta di un fatto di un certo rilievo perché non accadeva da 30 anni, cioè dal periodo immediatamente successivo alla riunificazione con la DDR.

Ricorderete certamente che il costante surplus della bilancia commerciale tedesca è stata per anni oggetto di attriti all’interno della UE, con la Germania accusata di violare sistematicamente la regola secondo cui un Paese membro dell’Unione non dovrebbe avere un saldo positivo superiore al 6% del Pil nella media dei tre anni. 

La Germania ha sempre fatto orecchie da mercante, viaggiando su un valore pari all’8% tra il 2015 ed il 2017, ed il 7,6% del 2019.

Capite bene che il dato negativo di maggio rappresenta un vero campanello d’allarme, perché il timore è che si tratti di un segnale che il motore di crescita tedesco si stia ingolfando.

Guardando le cifre, le importazioni a maggio si sono attestate a 126,7 miliardi di euro, comunque in aumento del 2,7% su aprile, e del 27,8% sul maggio 2021 (va segnalato che l’incremento in valore assoluto più che all’aumento dei volumi dei beni importati, è dovuto all’impennata dei prezzi, saliti del 30% da inizio anno). 

Ma nello stesso mese le esportazioni tedesche si sono fermate a 125,8 miliardi, in crescita dell’ 11,7% sul 2021, ma in calo dello 0,5% a livello congiunturale. 

La motivazione principale del “rosso” sta nel fatto che gli altri Paesi europei hanno ridotto gli acquisti del 2,8% rispetto al mese precedente.

Rimane il forte avanzo commerciale con gli Stati Uniti, mentre quello deficitario con la Cina ha da sempre carattere strutturale.

Certo, come “una rondine non fa primavera”, il rosso della bilancia commerciale di maggio potrebbe rivelarsi episodico.

Quindi si tratterà di vedere se questo trend continuerà nei prossimi mesi, anche se molti analisti ritengono che questa situazione potrebbe prolungarsi almeno fino a quando i prezzi dell’energia non cominceranno a calare, o Berlino non riuscirà ad affrancarsi dalla Russia per quanto attiene la dipendenza energetica. 

La vera preoccupazione è che questo “rosso” rappresenti per la Germania il segnale di un inizio di recessione che, data la stretta interconnessione delle economie europee, rappresenterebbe una notizia veramente brutta anche per l’Italia.

Non tranquillizzano al riguardo le parole del Cancelliere Olaf Scholz, che alle parti sociali, convocate per mettere in campo iniziative per contenere l’inflazione e sostenere il potere d’acquisto della parte più debole della popolazione, ha detto “L’attuale crisi non finirà nelle prossime settimane. Dobbiamo essere pronti ad affrontare una sfida storica”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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