2 Dicembre 2016 - 19.18

BANCHE- Il Consiglio di Stato boccia riforma Renzi sulle Popolari

Tegola per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. I dubbi sulla costituzionalità della riforma delle banche Popolari, sollevati da alcuni soci e associazioni, non sono infondati e sul tema dovrà quindi esprimersi la Corte Costituzionale.

Questo il verdetto della Sesta Sezione del Consiglio di Stato che, in attesa del pronunciamento della Consulta, ha intanto sospeso l’efficacia della circola della Banca d’Italia per quanto riguarda la possibilita’ di sospendere il rimborso delle azioni su cui e’ stato esercitato il diritto di recesso in relazione alla trasformazione in Spa.

Il Consiglio di Stato ha infatti rilevato la ‘non manifesta infondatezza’ delle questioni di legittimita’ costituzionale sollevate nei confronti della legge di riforma delle banche popolari e ha quindi ‘sollevato la questione di legittimita’ costituzionale dell’articolo 1 del decreto legge 24 gennaio 2015′.

In attesa della pronuncia della Consulta, inoltre, il Consiglio di Stato “accoglie interinalmente, in parte, l’istanza cautelare e, per l’effetto, sospende parzialmente, con le sentenze appellate, l’efficacia dell’impugnata circolare della Banca d’Italia’ in particolare per quanto riguarda la possibilita’ di limitare il rimborso delle azioni oggetto di recesso”.

“Il Cds boccia la riforma Renzi sulle banche Popolari, la cui finalità, con la trasformazione in Spa era quella di svendere il sudato risparmio dei territori, alla finanza internazionale ed ai fondi esteri in perfetta sintonia con i diktat di JPMorgan e delle banche di affari”, ha commentato Elio lannutti, presidente dell’Adusbef.

“Ancora una volta – prosegue Lannutti – abbiamo cercato di difendere la Costituzione sotto attacco dei banchieri di affari e finanza internazionale che la vuole prona ai loro esclusivo interessi, il cui art 47 tutela il risparmio, invece di massacrarlo con il bail in e l’esproprio criminale a danno di tantissimi vecchi, truffati con il decreto salva banche. Confidiamo nella saggezza delle famiglie e dei risparmiatori, che devono rifiutare la schiavitù finanziaria imposta ai paesi periferici come l’Italia, da JPMorgan e dai governi maggiordomi dei banchieri”.

“Dopo la bocciatura di un pezzo della riforma della Pubblica amministrazione da parte della Consulta, ecco un altro schiaffo, stavolta dal Consiglio di Stato, al governo che calpesta la tutela costituzionale del risparmio e nel frattempo tenta di ergersi a nuovo padre costituente”. Così commentano invece i deputati M5S la sospensione, da parte dei giudici di Palazzo Spada.

“Grazie anche alla vigile pressione di associazioni come Adusbef, i magistrati amministrativi riconoscono la gravita di un aspetto della riforma che il M5S da subito aveva denunciato: è incostituzionale negare il pieno rimborso delle quote ai soci delle popolari che non condividessero l’idea di entrare in una Spa e chiedessero il recesso”, spiegano gli eletti Cinquestelle.

“Stiamo parlando della legge che tentava disperatamente di salvare la banca di papà Boschi e che, quindi, stava molto a cuore all’esecutivo della figlia Maria Elena. Secondo il Consiglio di Stato, che solleva la questione della legittimità costituzionale della norma di fronte alla Consulta, la Banca d’Italia non può fare il bello e cattivo tempo con i risparmi dei cittadini, decidendo in autonomia modalità ed entità degli eventuali rimborsi. In altre parole – rincara il M5S – la stabilità del sistema non può essere perseguita a discapito della tutela del risparmio”.
“Inoltre i magistrati amministrativi spiegano che con la riforma si genera un assurdo conflitto di interessi per cui il debitore, ossia la banca in via di trasformazione, può farsi ‘arbitro delle sorti del diritto al rimborso della quota vantato dal socio creditore’. Una roba che dovrebbe consigliare a chi l’ha concepita di andarsi a nascondere dalla vergogna”, insistono i portavoce Cinquestelle.

“Questa gente non sa scrivere le leggi. Anzi, sa scriverle benissimo quando si tratta di favorire i loro amici. Ecco perché domenica bisogna votare No alla riforma che prende il nome proprio dalla figlia di Pier Luigi Boschi”, chiude il M5S Camera.

Le Popolari finiscono giù in Borsa dopo lo stop cautelare del Consiglio di Stato alla circolare Bankitalia per attuare la riforma e in particolare le regole per il recesso. Ubi cede il 4,48%, Bpm e Banco Popolare l’1,8%. Il Creval in controtendenza guadagna l’1,3%. L’ultima delle popolari a deliberare la trasformazione e’ stata Bper lo scorso fine settimana (-1,7%). La Popolare di Sondrio, che riunisce fra due settimane l’assemblea per deliberare la trasformazione in spa, cede l’1,3%.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA