31 Dicembre 2023 - 9.35

2024: spigolature, nefandezze, e Santi Graal, su cui meditare tra Meloni e PD

Queste riflessioni di fine anno lo scrivo principalmente per me, per mettere un punto, forse anche per chiarirmi un po’ le idee in questo mondo per certi versi sempre difficile da comprendere ed accettare. Intendiamoci, io sono fermamente convinto che nella storia dell’umanità non ci siamo mai stati periodi facili.
Non penso che all’epoca delle invasioni barbariche, o nelle trincee del 1917, o negli anni di Hitler, Stalin o Pol Pot gli orizzonti della gente fossero più luminosi (per usare un eufemismo).
La verità è che ogni epoca ha i suoi problemi, i suoi drammi, le sue tragedie, i suoi genocidi, anche se è oggettivamente più facile capire le sventure che ci interessano direttamente, piuttosto che quelle vissute dai nostri antenati nei secoli passati.
Al momento, per nostra fortuna, l’Italia non è direttamente impegnata in alcuna guerra, e quindi possiamo dilettarci perdendo tempo in discussioni del tipo: perché Giorgia Meloni sembra un gigante politico di fronte ai leader dell’opposizione?
Perché i ceti popolari, operai compresi, guardano, e votano, sempre più a destra, contraddicendo l’idea di derivazione vetero-marxiana che il loro riferimento dovrebbe essere la sinistra?
Domande da fare tremare i polsi, ma non i miei sia chiaro, bensì di coloro che a sinistra si auto assolvono pensando che le destre vincano perché parlano alla “pancia” del Paese, mentre loro, dai salotti delle Ztl, o dai convegni a Cortina, non riescono ad imporre agli abitanti delle periferie i soliti discorsi sulle porte aperte ai migranti, sull’ecologismo da ricchi, e quant’altro faccia parte della tradizionale narrazione della gauche caviar.
E sì che ne hanno avuto del tempo a disposizione per fare vedere al popolo quali meraviglie, quali riforme, quali trasformazioni sociali, fossero in grado di realizzare, perché è inconfutabile che almeno negli ultimi 10 anni il Partito Democratico, pur con qualche breve interruzione, è sempre stato alla guida del Paese.
E poiché la “ragazza della Garbatella” è premier solo da un anno, anche se verrebbe comodo non le si può certo addebitare tutto quello che in Italia non va per il verso giusto (e constatiamo ogni giorno che non è poco).
Dopo, per carità, è vero che i fuochi d’artificio, le promesse fantasmagoriche della campagna elettorale sono cadute fragorosamente l’una dopo l’altra non appena i “patrioti” hanno potuto prendere visione e toccare con mano i conti del Paese, quelli veri e non quelli mistificati dalla retorica politico-elettorale (chissà perché questo mi riporta alla mente un verso di Leopardi “all’apparir del vero tu misera cadesti….”).
Io dal punto di vista della cultura politica vengo dal liberalismo progressista, una storia quasi opposta a quella di Giorgia Meloni, e chi legge quello che scrivo, sa bene che non risparmio alcuna critica alla premier quando le sue scelte non mi convincono.
Ma ciò non vuol dire che apprezzi gli attuali oppositori, i quali anzi mi sembrano totalmente inadeguati alla bisogna, tanto che senza un colpo d’ala, senza una profonda rivisitazione della proposta politica, penso che la Meloni (Salvini permettendo, perché quello è il suo vero tallone di Achille) possa dormire sonni tranquilli per almeno un paio di legislature.
Fermate la mente e pensate intensamente ponendovi questa domanda: cosa propongono di veramente nuovo la Schlein e Conte?
Non vi viene in mente niente di decisivo?
Tranquilli, non avete l’Alzheimer!
Da gauche accusano la Meloni di non aver fermato gli sbarchi, che anzi sono oggettivamente aumentati di molto.
Ma cosa doveva fare per non essere attaccata?
Aprire ulteriormente le porte, mettere in piedi un servizio di traghetti gestito dalle Ong, oppure attivare un blocco navale?
Non lo spiegano mai bene, nascondendosi dietro una parola magica: accoglienza.
Parlando di tasse, la gauche segnala che con l’avvento della destra non sono diminuite come promesso prima delle elezioni.
Spiace dirlo ma questa è una bubola, perché è innegabile che, a mia memoria, questo sia l’unico Governo che non ha solo blaterato di ridisegnare le aliquote Irpef, ma sia pure timidamente (e senza peraltro porre fine allo scandaloso ingiustificabile “gradino” che divide le prime aliquote dalle ultime due) quella scaletta l’ha toccata con questa legge di bilancio, e inequivocabilmente a favore dei ceti meno abbienti.
Potrebbe essere questo il motivo che rende difficile fare proposte per la sinistra; quello che il mondo è cambiato, che le logiche marxiane sono preistoria, e la tradizione della “destra sociale” da cui bene o male proviene la Meloni, la rende incline a mettere in campo politiche anche a favore dei meno ricchi (anche se sapete bene che credo che considerare ricco chi prende 35mila euro lordi l’anno sia un’aberrazione), spiazzando così sia la Segretaria eletta dai passanti che l’Avvocato del popolo.
Questo però non vuol dire che io non veda i condoni spacciati per “pace fiscale”, o la mancata lotta all’evasione e all’elusione (ma a dire il vero nessun Governo ha mai spiegato con le cattive agli italiani che non si può continuare a non pagare le tasse e pretendere servizi migliori), o la cronica allergia della destra alla concorrenza (balneari e taxisti per tutti).
E a proposito dei regali agli italiani dell’Avvocato del Popolo, fa parte dell’immaginario collettivo pensare che i pensionati siano accaniti frequentatori dei cantieri edili.
Da pensionato devo dire che non è proprio così, ma è vero che si ha più tempo per passeggiare senza meta, e quando si vede una casa in costruzione una sosta la si fa.
In questo modo negli ultimi due anni mi sono fatto una cultura sulle tecniche costruttive dell’edilizia moderna, e l’ho potuto fare soprattutto soffermandomi davanti ai cantieri di ristrutturazione degli immobili con l’agevolazione del 110%.
Sul Superbonus ho già scritto di tutto di più, senza risparmiare alcuna critica, perché la ritengo la peggiore nefandezza che la politica potesse inventarsi ai danni del popolo italiano.
Non mi soffermo sul fatto che questa “agevolazione” ha drogato il mercato immobiliare, determinando un aumento smodato delle materie prime e dei costi dei cantieri, al grido di “tanto paga Pantalone”.
Tralascio anche il fatto che quando si saranno fatti i conti definitivi, fatalmente ci si accorgerà che non ci fosse stato il Superbonus potevamo anche non chiedere i soldi del Pnrr, perché quello che avremo speso per rifare le case ai ricchi equivarrà a quando abbiamo ottenuto (in gran parte a debito) dalla Ue.
Ma è su quest’ultimo aspetto che mi soffermo, perché si lega al discorso politico di cui parlavo all’inizio.
Nel corso delle mie “soste” ai cantieri, oltre alle tecniche costruttive, ho cercato di capire chi fossero i committenti dei lavori, in pratica chi avesse usufruito dell’agevolazione fiscale (a parte i costruttori edili, unitamente ai truffatori di ogni risma, che ricorderanno il Superbonus come il Santo Graal).
E cosa volete, guardando attentamente, leggendo i campanelli, facendo qualche parola con i muratori, alla fine mi sono accorto che, fra i committenti, di operai, di gente con il mitico Isee al minimo, di italiani poveri, di fatto non ce n’erano proprio.
In particolare una villetta bifamiliare la cui ristrutturazione ho potuto seguire a “vista”, è di proprietà del gestore di un noto ristorante, che forse i soldi per mettersi a posto l’abitazione poteva anche averceli, o procurarseli.
E quindi potete ben capire la mia gioia quotidiana di aver contribuito con le mie tasse a raddoppiare il valore (non esagero vista la qualità dell’intervento, il pregio dei materiali e le moderne tecnologie utilizzate) della magione del “ristoratore”, senza alcun onere per lui ovviamente.
Ma tutti gli interventi che ho seguito “passeggiando” erano su case di proprietà di commercianti, professionisti, di persone agiate, e a testimoniarlo erano i Suv da 70mila euro e oltre che stazionavano davanti casa o nei garage.
E qui torniamo al punto.
E’ stata una politica di sinistra l’aver introdotto il Superbonus? E’ stato di sinistra aver sistemato con i soldi della tasse di tutti, anche quelle dei poveri, le villette dei benestanti, e finanche alcuni castelli?
E’ di sinistra aver fatto aprire migliaia di cantieri, addirittura molti fantasma, senza alcun controllo preventivo, consentendo il saccheggio di risorse pubbliche che potevano essere impiegate che ne so, per la sanità o la scuola?
Sentendo l’Avvocato del Popolo urlare con la voce arrochita contro la Meloni ed il Governo di destra, uno potrebbe pensare di sì, ma alla fine lascio a voi il giudizio!
Per quanto mi riguarda credo abbiate capito come la penso.
Non si meraviglino quindi a gauche se la Meloni le elezioni continuerà a vincerle, perché almeno lei qualche idea, magari non sempre condivisibile, sembra averla.
Dall’altra parte si continua a dire sempre “NO” a tutto quanto proposto dalla maggioranza (fascista a loro dire), proponendo follie come patrimoniali, conferma di redditi di cittadinanza, interventi pubblici nell’economia, come se l’Italia fosse il Paese di Bengodi e non fra quelli più indebitati al mondo.
Se a questo aggiungiamo qualche altra chicca da Centri sociali, tipo la difesa dei senza casa che occupano le abitazioni degli anziani ospedalizzati, il sostegno alla teorie gender, il rifiuto di qualsiasi cosa si riferisca e valorizzi il “merito”, credo che le praterie delle destre italiche nei prossimi saranno sempre più come quelle del vecchio West americano.
Capisco, per averla anche praticata quando ero impegnato in politica, che l’opposizione deve dire spesso anche dei “NO”, ma farlo sulla base di categorie ideologiche, senza tenere in alcun conto della realtà del Paese, e del sentiment dei cittadini, non porta da nessuna parte……. e sicuramente non a Palazzo Chigi.
Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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